Tra le cose meno gradite al momento di pagare il conto del ristorante c’è il “coperto”, una spesa che spesso si somma al prezzo delle pietanze e delle bevande consumate al ristorante o in pizzeria. Nonostante in Italia sia una pratica diffusa e antica, non se ne trova traccia in altri Paesi, anche europei, e forse per questo risulta di difficile comprensione ai turisti che visitano le nostre città. Con questa piccola “tassa” l’esercente vorrebbe recuperare le spese di gestione relative dell’apparecchiatura del tavolo e degli oggetti quali il tovagliolo, le posate, piatti e bicchieri, ma anche una serie di servizi come la pulizia, le peculiarità del locale…
La storia del coperto
Da dove trae origine questa pratica? Secondo quanto riportato da Lucia Izzo sulla rivista di diritto “Studio Cataldi” si tratta di “un’usanza nata nel Medioevo, quando molti avventori approfittavano delle locande, in particolare nelle giornate fredde, per sedersi a consumare il cibo portato da casa e non quello dell’osteria. Da qui la prassi di far pagare il servizio per consumare il pranzo al “coperto” e per l’uso di posate, piatto e bicchieri”.
In molti si chiedono se al giorno d’oggi sia opportuno far pagare il coperto, vista anche la concorrenza sempre più incalzante delle catene di fast food di origine statunitense che non contemplano questa spesa accessoria. Ma soprattutto: si tratta di una pratica legale? Sì, o meglio, non siamo di fronte a una pratica normata e, quindi, non è neanche esplicitamente vietata. L’importante è che la voce del costo sia chiaramente indicata nel menu. “La legge italiana – spiega Izzo – impone ai pubblici esercenti (art. 180 TULPS, regio decreto n. 635/1940) di esporre nel locale dell’esercizio, in luogo ben visibile al pubblico, la licenza, l’autorizzazione e la tariffa dei prezzi.” L’altro problema è capire quanto sia corretto pagare 2-3 euro a persona in pizzerie dove il coperto comprende una tovaglietta e un tovagliolo di carta, due posate e un bicchiere.
Piccole, sporadiche opposizioni
Negli anni sono state diverse le iniziative portate avanti da associazioni e gruppi di esercenti per l’abolizione del coperto, tra le quali, nel 2017, si registra anche l’ipotesi di un decreto legge poi finito nel nulla. Esistono solo alcune normative locali: “A Roma – precisa Izzo dello Studio Cataldi – un’ordinanza del sindaco datata 1995 vietava di imporre la voce relativa al coperto, mentre consentiva quelle relative al “pane” e al “servizio”.” Mentre il Lazio, con una legge regionale, nel 2006 ha vietato di applicare costi aggiuntivi per il coperto. Secondo Izzo sono ancora molti i ristoratori che non rispettano le regole, e “sarebbe auspicabile una normativa nazionale che rendesse esplicito il divieto di far pagare il coperto, prevedendo sanzioni a carico dei ristoratori irrispettosi; fino ad allora e salvo normative locali sul punto, nulla si potrà obiettare circa la presenza del coperto nel menu”.
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
Io penso che se la tavola é “vestita” con un tovagliato e soprattutto viene servito un buon cestino di pane, vario ed abbondante il coperto sia più che giustificato, del resto in altri paesi come l’Inghilterra o stati uniti esiste il service charge
Spesso la tavola è “vestita” con tovagliette di carta, posate e un bicchiere di vetro.
Personalmente trovo che le tovagliette di carta non siano degne di un ristorante, seppure ormai ci si giustifica mettendo come motivo la salvaguardia dell’ambiente. In quel caso trovo il coperto soprattutto se superiore all’euro e mezzo, ingiusto
Concordo con Marco, a me dà più fastidio la “mancia” obbligatoria dei paesi anglosassoni che, per il mio concetto di mancia, deve essere facoltativa…
il coperto, poi, varia da ristorante a ristorante e comunque anche se è una tovaglietta di carta, va comunque acquistata, e se è un bicchiere di vetro, va comunque lavato.
La mancia sarebbe “obbligatoria” anche oltralpe, poiché lo stipendio tiene conto della quota guadagnata con le mance.
In Italia non c’è mai stata particolarmente questa abitudine, giusta o no che sia, uno dei motivi per cui gli italiani all’estero non godono di buona reputazione come clienti.
Io penso che se abitaste a Roma vi rendereste conto che il ristoratore, a torto o a ragione, cerca di spremere il più possibile dal cliente, in termini economici. Più riesce ad ottenere e più è contento. Sembra una cosa ovvia ma è proprio un malverso tipicamente romano. Ormai i costi dei ristoranti sono arrivati a cifre che rasentano la follia, ci sono dei quartieri in questa città in cui mangiare fuori è impossibile. A ciò si aggiunge anche il concetto del coperto, spesso nemmeno riportato in menù che si assomma a prezzi altissimi.
Purtroppo non solo a Roma…Milano idem poca qualità, prezzi esosi e tanto business
concordo, quasi tutti i paesi europei ed extraeuropei fanno pagare il servizio che spesso rappresenta una percentuale fissa sul conto 10-15%, una sorta di doppia IVA. per quanto una tovaglietta costi pochi centesimi comunque in questo conto bisogna mettere anche il costo del cameriere del lavapiatti dell’acqua e dell’energia. Credo sia difficile scendere sotto i 2 euro
ed il servizio incluso nel prezzo a che cosa serve, ho l’uno o l’altro
Secondo me la scomparsa del coperto nella maggior parte dei casi non comporterebbe una diminuzione del conto finale perché aumenterebbe il resto. Resta di fatto che alcuni posti non si meritano il costo del coperto che chiedono e se fossi ristoratore i grissini ed il pane li farei pagare a pezzo così si troverebbero meno panini mangiucchiati e avanzati e confezioni di grissini aperte e non usate.
Istituzione tutta italiana che , in linea di principio, trovo giustissima per i motivi esposti anche nell’articolo, ma che, come al solito succede da noi, viene spesso abusata e travisata.
Pagare 2e di coperto in una pizzeria che ti serve sulla tovaglietta di carta e’ davvero uno scempio e, purtroppo, succede!
Incomprensibile invece la voce “servizio” che alle volte (per fortuna non cosi` spesso) viene aggiunta al coperto.
Sicuramente è una tassa, non un contributo alle spese di produzione del cibo. L’origine ne giustificava l’applicazione ma non oggi. Se ritenuta valida, qualunque servizio avrebbe l’alibi di avvalersene. Da togliere assolutamente.
Buongiorno, mi sembra assurdo accanirsi su questa voce, l’importante è che sia evidente nei tariffari e menu. In altri paesi esiste ad esempio una percentuale fissa per il servizio in aggiunta al costo delle portate, oppure l’obbligo di mancia perché i camerieri ricevono solo un salario minimo dal titolare del locale, e devono fare affidamento sulle mance. In entrambi i casi non è facile per chi non è pratico individuare e stimare questi costi in anticipo. Evidentemente nessun ristoratore è obbligato ad applicare la voce coperto, ma altrettanto evidentemente se venisse abolita in maniera forzosa, questi costi verrebbero incorporati nel prezzo delle portate, senza alcun vantaggio per il cliente. Anzi è molto probabile che nel rivedere i listini per eliminare la voce “coperto”, cercando di spalmarla sulle altre voci, alla fine l’aumento del costo pasto sarebbe superiore all’importo della voce eliminata. Mi è capitato di vedere coperti fino a 4-5 €, e non frequento ristoranti di lusso. Chiaramente la possibile opzione del cliente/consumatore è sempre la solita: evitare i locali che richiedono costi ritenuti esosi rispetto al servizio offerto.
Sarà anche un’abitudine italiana, ma i ristoratori stranieri presenti in Italia si sono adeguati alla grande, usando tovagliette di qualità infima, bicchieri grossolani e di pane neppure l’ombra.
C’è da dire che in molti paesi vige invece l’obbligo della mancia, talvolta addirittura una percentuale fissa in base alla spesa effettuata. Quindi …
La mancia va ai camerieri, non al ristoratore come il coperto.
Come detto sopra, lo stipendio dei camerieri ha un fisso che va implementato con le mance, ed è noto dalla clientela (non italiana).
In Italia, in teoria lo stipendio dei camerieri non credo abbia qualche apporto dal coperto che chiede il ristoratore…
Sicuramente il servizio comporta spese, il self-service non aggiunge il costo del coperto. Poi, chiamiamolo “coperto”, o “servizio al cliente”, o come ci pare, se ci dà fastidio la parola. Qui non abbiamo obbligo di mancia, altrove sì. Il ristorante ci offre comunque pulizia, comodità, servizio al tavolo. Non possiamo chiedere di pagare soltanto il costo vivo degli alimenti consumati, nel “coperto” immagino che paghiamo anche una microscopica parte delle spese sostenute per offrirci un locale di gradevole arredamento, caldo d’inverno e fresco d’estate, sempre pulito, con discreta scelta di portate e personale a disposizione. Togliamo la voce? Dovranno caricare un pochino di più i prezzi dei piatti serviti.
D’altra parte, l’alternativa per pagare solo il costo del cibo consiste nel consumarlo a casa propria.
Io penso che più che pensare a togliere il coperto, si dovrebbe controllare che a questo coperto corrisponda un reale servizio: Soprattutto nei numerosi ristoranti stranieri o pizzerie di nuova apertura. A noi è capitato recentemente sia in una nota pizzeria di Milano che in due ristoranti etnici di pagare euro 2,50 di coperto e di non avere nè pane o equivalente e neppure una misera tovaglietta di carta. Ho dovuto chiedere un tovagliolo ovviamente di carta extra. I turisti abituati a viaggiare sanno che il servizio o il pane o l’olio si paga a parte come abbiamo fatto noi recentemente in Spagna. Altro balzello che speravo superato è la massiccia comparsa in questi ristoranti milanesi di acqua ovviamente di rubinetto microfiltrata al prezzo o poco meno dell’acqua minerale in bottiglia. E come aggravante spesso non c’è alternativa. Questo si che gli stranieri soprattutto americani non capiscono visto che da loro viene servita in automatico e gratuitamente.
I ristoratori sono una lobby, potente serbatoio di voti e, pertanto, va coccolata e gratificata e non censurata nei suoi comportamenti più antipatici. Quindi non illudiamoci: la categoria, come si vede per le strade, con i marciapiedi ormai divenute vere e proprie tavolate all’aperto senza soluzione di continuità senza che esista più alcuna emergenza Covid a giustificarlo, non sarà mai limitata più di tanto nei propri…appetiti. Almeno qui in Italia.
Salve a tutti.
Scusate, ci scandalizziamo per il “coperto” e non di sborsare 2 euro per 1/2 litro di acqua. Secondo me è questo approfittare o meglio spremere il cliente.
E’ vero,in altri Paesi, anche europei non si trova traccia della “voce” COPERTO. E’vero anche però che
in Italia,apparecchiano con TOVAGLIA e TOVAGLIOLI di stoffa.In OTTIMI ristoranti europei mi hanno
servito con semplice carta.NON c’é paragone.STRONCHIAMO gli abusi in semplici pizzerie ma,NON
facciamo d’ogni erba un fascio…!!!
salve, quindi nel Lazio possiamo rifiutarci di pagare il coperto appellandoci alle disposizioni regionali?
Ma sarà facile e semplice far rispettare la normativa regionale?
E tutto vero, ma comunque il prezzo del Coperto lo ritroveremo con un augmento del Menu
E un furto autorizzato che non capisco ne accetto ed ancora meno i tutisti stranieri