Per tutelare gli animali da allevamento serve una nuova legislazione europea. Una normativa che superi tutti i fallimenti delle leggi attualmente in vigore e garantisca migliori standard di benessere animale. È la richiesta di Eurogroup for Animals, che nell’ambito della campagna No Animal Left Behind ha raccolto in un report i punti critici delle attuali legislazioni per la protezione degli animali allevati, e ha pubblicato un ‘libro bianco’ con tutte le richieste e le soluzioni suggerite dalle organizzazioni animaliste europee.
I due documenti sono il frutto della ricerca dei membri di Eurogroup for Animals, tra cui Animal Equality, che hanno esaminato le norme sul benessere animale presenti in Europa. Un lavoro realizzato in vista dell’imminente consultazione pubblica della Commissione europea sull’adeguatezza dell’attuale legislazione per la protezione degli animali da allevamento, alla luce dei nuovi standard scientifici. Una ricerca che ha dato risultati sconfortanti: le normative che dovrebbero tutelare le specie allevate a scopo commerciale contengono lacune tali da consentire l’allevamento, il trasporto e la macellazione degli animali in maniera inadeguata e incompatibile con i principi di benessere.
L’attuale legislazione europea sul benessere degli animali non soddisfa le esigenze degli animali da allevamento, non è più in linea con le nostre conoscenze scientifiche, e necessita di una riforma urgente. Eurogroup for Animals propone di stilare un nuovo regolamento. Il testo non si deve limitare a sostituire le cinque normative attualmente esistenti per galline, polli da carne, suini, vitelli e la direttiva generale sull’allevamento, ma deve allargare il respiro a tutte le specie allevate a scopo alimentare e commerciale, per garantire le migliori condizioni di: salute, alimentazione, ambiente, comportamento e benessere mentale. Queste buone pratiche non hanno ricadute positive solo sugli animali, ma anche per l’ambiente, la salute pubblica, l’economia e la sostenibilità del sistema agroalimentare, in linea con la strategia Farm to Fork e lo European Green Deal.
“Qualsiasi pratica di allevamento che non possa soddisfare i requisiti giusti dovrebbe, in effetti, essere eliminata. In questo modo, l’Europa potrebbe diventare davvero leader mondiale per quanto riguarda gli standard di benessere animale, le aspettative dei cittadini verrebbero soddisfatte e nessun animale sarebbe lasciato indietro”, ha spiegato Reineke Hameleers, amministratore delegato di Eurogroup for Animals.
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Penso che sia arrivata l’ora, di dire basta agli allevamenti intensivi e ad ogni forma di allevamento sino ad ora concepito, soprattutto perchè non rispecchiano le reali esigenze degli animali.
Si è tanto parlato di benessere animale, ad esempio per quanto riguarda gli allevamenti dei bovini si è parlato delle dimensioni delle mangiatoie, delle cuccette, oppure delle dimensioni dei paddok, cose che si sono rilevate dal mio punto di vista poco adeguati, perchè in molti casi si assiste di vedere luoghi spesso affollati e bui e che nulla hanno a che vedere con il benessere animale.
La cosa migliore di un allevamento? lasciare gli animali liberi di pascolare, di muoversi liberamente, mangiare alimenti aziendali, basta con l’utilizzo di materie prime che vengono da paesi in via di sviluppo, o dove non vengono rispettate norme ambientali e della popolazione.
La cosa che spesso mi lascia perplessa, è che si voglia umanizzare gli animali, si vuole a tutti i costi farli vivere in condizioni non adatte alla specie.
Si è parlato, si è legiferato sul B.A. ma non si è mai contestualizzato il tema rispetto “all’ambiente” .
Un buon sistema di allevamento dovrebbe rientrare in un discorso più ampio relativo all’agroecosistema, alle risorse naturali ed al territorio.