Ha molti nomi: tignola, falena del mulino, tarma del cibo, farfallina della farina, ma tutti la conosciamo perché ogni tanto infesta le nostre dispense, in particolare d’estate. Si tratta di un piccolo insetto volante che si nutre di pasta, farina, riso, ma anche frutta secca, spezie, zucchero, semi, cacao e cioccolato. Le femmine possono deporre fino a 300 uova, ma i danni sono causati dalle larve che si nutrono di alimenti conservati, rivestendoli con filamenti e imbrattandoli con gli escrementi e i loro resti organici.

Le farfalline che crescono nel cibo fortunatamente non sono pericolose per le persone, ma sono più frequenti di quanto si creda, perché le uova, quasi invisibili a occhio nudo, possono essere già presenti nelle confezioni di cibi secchi e nelle materie prime acquistate al supermercato.

La rivista francese 60 Millions de consommateurs, ha approfondito l’argomento, focalizzando l’attenzione sui cosiddetti “negozi leggeri” e su quei supermercati che dedicano sempre più spazio alla vendita di alimenti sfusi, dalla pasta ai cereali per la colazione, dai legumi ai semi.

farfalline
Se si notano filamenti all’interno della farina, è troppo tardi: le larve delle farfalline si sono già sviluppate

Ridurre il più possibile l’uso di imballaggi se da un lato è un’ottima soluzione per il pianeta, dall’altro espone le merci all’attacco dei parassiti. Secondo la rivista gli insetti si possono trovare sia negli alimenti confezionati sia in quelli sfusi, ma la possibilità di proliferazione aumenta per i prodotti biologici.

I gestori dei punti vendita cercano in tutti i modi di evitare le infestazioni, controllando le merci all’arrivo, tenendo meno scorte possibili e assicurando la rotazione rapida delle provviste. I fornitori hanno un piano per tenere a bada i parassiti che viene monitorato a monte . Il principio più efficace è applicare la catena del freddo ai prodotti, almeno nel passaggio dal fornitore al negozio. Nei punti vendita è importante controllare la temperatura e l’umidità, perché le uova si sviluppano solo quando il termometro segna più di 20° C, e ogni volta che si cambia lotto è essenziale lavare e disinfettare i dispenser utilizzati per la vendita di prodotto sfuso.

Ma come evitare che anche nelle nostre dispense si ripresentino i fastidiosi insetti? La prima regola, come in negozio, è la prevenzione, acquistare alimenti in buone condizioni dopo un rapido esame visivo e una volta a casa sono da preferire contenitori ermetici da riporre, se si ha la possibilità, in un ambiente fresco.
Se si notano filamenti simili a ragnatele all’interno della farina o tra le mandorle, è troppo tardi: le larve si sono già sviluppate. In questo caso occorre buttare via tutto e pulire il contenitore con aceto bianco. È necessario a questo punto controllare tutti i vasetti e anche all’interno della dispensa, perché le larve possono attaccarsi ovunque: sotto i pacchi, nell’angolo di una mensola, sotto un ripiano…

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gini gini
gini gini
9 Aprile 2020 09:29

Le foglie di alloro fresche, collocate nelle dispense e cambiate ogni 2-3 mesi sono un ottimo antidoto alla farfallina

Marta
Marta
Reply to  gini gini
9 Aprile 2020 12:59

provo subito visto che ho una siepe d alloro davanti a casa. per me le farfalline sono un incubo d’estate

Alberto
Alberto
9 Aprile 2020 10:13

Mi ricordo che da piccolo prima di usare la farina, la pasta ecc. mia mamma e mia nonna li setacciavano in quei setacci con il bordo di legno e toglievano i bacherozzi.
Nessuno di noi è morto per questo e anche oggi uso lo stesso sistema, ma non butto via tutto quello che è attaccato da questi parassiti. Cerco di fare la massima prevenzione possibile, ma non butto via un prodotto perché ci sono queste bestiole, butto via le bestiole!

Sara
Sara
9 Aprile 2020 11:23

Grazie Alberto, onestamente la penso proprio come lei. Io, che ho una cucina estremamente calda, metto tutto in frigorifero non appena le temperature salgono.

Marilena
Marilena
9 Aprile 2020 13:03

Foglie di alloro e chiodi di garofano insieme in un bicchierino di plastica

Giuseppe Altieri, Agroecologo
9 Aprile 2020 13:29

Per la disinfezione delle derrate alimentari (cereali e legumi in rpmis, pasta, frutta secca, ecc) si consiglia di metterle in frigo a 4 C per qualche giorno…
se proprio vogliamo far fuori tutto, nel congelatore a – 18 per 2 giorni… e dovremmo stare a posto

Cristina
Cristina
9 Aprile 2020 19:45

Ormai da due anni evito grandi scorte e ho dedicato il cassetto del frigorifero, quello che dovrebbe essere della verdura, allo stoccaggio di farine e frutta secca. Adese all’interno delle antine dei mobiletti della cucina inoltre attacco le cartine anti tarme degli alimenti impregnate di ferormoni. Mi sono liberata dall’incubo