frutta nelle scuole pomodorini plastica

Passano gli anni, ma i problemi di Frutta nelle scuole restano. Questa volta, il programma del ministero delle Politiche agricole per favorire il consumo di prodotti ortofrutticoli tra i bambini è al centro delle polemiche dei genitori. Il motivo è la scelta di distribuire frutta e verdura  fuori stagione e di usare imballaggi di plastica monouso. La denuncia, raccolta dall’associazione ambientalista Greenpeace, arriva da una madre romana che nel mese di gennaio ha visto arrivare a casa il figlio con una manciata di pomodorini ciliegini, prodotti tipicamente estivi, avvolti in una busta di plastica.

Ma non è tutto. La denuncia di Greenpeace si estende anche ai criteri con cui sono stati assegnati i distributori di frutta e verdura. L’associazione segnala “nelle scuole della Sardegna un distributore con sede in Provincia di Mantova, in Toscana una cooperativa di Bari, in Lombardia una di Vibo Valentia” nel biennio 2018/2019. In definitiva, Frutta nelle scuole ha certamente il merito di voler avvicinare i bambini a una dieta più sana, ma sembra non avere alcun riguardo per la stagionalità dei prodotti, per la territorialità e la sostenibilità.

I problemi di Frutta nelle scuole non sono una novità. Il Fatto Alimentare ha raccolto nel corso degli anni le testimonianze di genitori e insegnanti che hanno raccontato non solo di prodotti fuori stagione, ma anche troppo acerbi, esageratamente maturi, marci o ammuffiti. L’ultimo caso risale al maggio del 2019, quando, per sopperire ai mostruosi ritardi nell’avvio del programma (quasi alla fine dell’anno scolastico), è stato deciso di consegnare ai bambini confezioni di frutta da portare a casa, in aggiunta a quella lavata e tagliata da mangiare durante l’intervallo. E insieme anche una montagna di plastica.

Fonte immagine: Greenpeace

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Federico
Federico
24 Febbraio 2020 13:30

La busta è sottovuoto?

Gigio
Gigio
12 Marzo 2020 14:02

Non capisco come il distributore potesse erogare il prodotto (in questo caso un pomodoro ciliegino, immagino della IV Gamma) senza la confezione.
Se la busta non ci fosse stata ci sarebbero stati dubbi sulla salubrità della erogazione e non sarebbe a norma HACCP.
ALternative in carta o cartoncino, purtroppo non salvano dagli essudati, come chiaramente si vede dalla foto, con gli stessi problemi di cui sopra (HACCP).
Se si vuole abolire l’HACCP liberi di farlo, ma con i rischi per la salute che ne conseguono.