Test genetici per dimagrire o per scoprire le intolleranze alimentari: gli esperti sono scettici. L’Associazione italiana celiachia prende posizione
Test genetici per dimagrire o per scoprire le intolleranze alimentari: gli esperti sono scettici. L’Associazione italiana celiachia prende posizione
Valeria Nardi 2 Luglio 2013Il test del Dna per valutare al meglio il metodo per dimagrire è l’ultima trovata di un marketing aggressivo che impazza sui giornali e sulla rete. Basta prelevare un po’ di saliva per diagnosticare eventuali intolleranze o allergie alimentari e le migliori modalità di assorbimento dei nutrienti. In base ai risultati ottenuti e pianificando una dieta personalizzata, si dovrebbero quindi poter perdere chili con più facilità senza troppa ginnastica o eccessivi sacrifici.
L’analisi genetica però è discussa perché spesso eseguita secondo criteri non scientificamente provati, e comunque passibile di diverse interpretazioni, la maggior parte delle quali dubbie. Gli esperti consigliano di rivolgersi al proprio medico, sia per concordare un regime dietetico, sia, nel caso si sospetti un’allergia o un’intolleranza, per seguire un corretto iter diagnostico e comunque di diffidare delle offerte che circolano in internet e promettono miracoli a prezzi non proprio economici.
Recentemente anche Gianluca Mech, l’ideatore della Tisanoreica, ha introdotto il test Genomech, che permetterebbe, conoscendo il “fabbisogno genetico”, e con l’impiego di specifici integratori, di creare una dieta personalizzata e quindi più efficace. A questo si aggiunge la versione “Speciale celiachia” per “individuare alcuni fattori di predisposizione ad una non corretta assimilazione del glutine che può degenerare in celiachia”. Secondo l’imprenditore inoltre “la presenza degli alleli DQ2 e/o DQ8 sono indicativi di suscettibilità alla celiachia e cioè elementi che predispongono alla malattia, la cui diagnosi deve essere verificata con test sierologici e biopsia intestinale”.
Ma è davvero utile questo test, o piuttosto cavalca la “moda” del momento che, secondo stime non supportate da concreti studi scientifici, vorrebbe il 2-6% della popolazione sensibile al glutine? L’Associazione italiana celiachia (Aic) attraverso il Coordinatore del Board Scientifico, Umberto Volta*, intervistata da Il Fatto Alimentare ci ha rilasciato la seguente dichiarazione.
“La positività per gli antigeni di istocompatibilità (HLA) DQ2 e/o DQ8 indica solamente una possibile predisposizione genetica alla celiachia, in particolare nei gruppi a rischio, quali familiari di 1° grado di celiaci, e non ha mai di per sé valore diagnostico per la celiachia dal momento che viene ritrovata in una percentuale variabile dal 30% al 40% della popolazione. La diagnosi di celiachia si basa sulla positività sierologica (anticorpi anti-transglutaminasi ed anti-endomisio) e sulle alterazioni istologiche della mucosa duodenale documentate dalla biopsia intestinale eseguita in corso di esofagogastroduodenoscopia. Tutt’al più la negatività per tutte le frazioni degli alleli correlati alla celiachia serve ad escludere con certezza quasi assoluta la diagnosi di malattia celiaca (valore predittivo negativo del test genetico quasi assoluto). Tanto meno la positività per il test genetico è espressione di sensibilità al glutine, dal momento che la letteratura scientifica ha chiaramente dimostrato non esservi alcuna correlazione fra positività del test HLA e questa nuova sindrome glutine correlata (nei soggetti sensibili al glutine la prevalenza dell’HLA-DQ2 e/o –DQ8 è sovrapponibile a quella della popolazione generale sana, cioè intorno al 40%). Specifichiamo che la presenza degli alleli DQ2 e/o DQ8 non implica affatto la necessità di escludere il glutine dalla dieta.
In presenza di sospetto di celiachia o di sensibilità al glutine, si consiglia sempre di rivolgersi al medico per la prescrizione degli esami sierologici, piuttosto che acquistare test di autodiagnosi, che vanno comunque confermati dal protocollo ufficiale di diagnosi”.
* Coordinatore Board Scientifico AIC, Laboratorio di Immunologia, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università degli Studi di Bologna
Valeria Nardi
© Riproduzione riservata
Foto: Photos.com
Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
Scusate, avete visto , magari per caso, un referto di un test genetico? Chi l’ha detto che con il test non si deve fare fattica e nemmno sport? Anzi , in base ai risultati possiamo dire al paziente quale è il sport più adatto. Sarebbee meglio scoprire le intolleranze con citotest, dria test, vega test , biorisonanza e cosi via???
Per la celiachia , è vero i risultati sono cosi come da voi esposti, ma se io so che ho una predisposizione genetica a una malattia, prendero le misure giuste in tempo..si è parlato tanto del caso Angelina Jolie( evidentemente in un altro campo).
Specifichiamo che la presenza degli alleli DQ2 e/o DQ8 non implica affatto la necessità di escludere il glutine dalla dieta.E’ giusto e nel nostrom referto viene scritto proprio cosi; la possibile predisposizione non implica la necessità di escludere il glutine della dieta.
Ma, perchè non parla nessuno dell’intolleranza al lattosio, che viene identificata tramite il test genetico? Non va bene neanche quello?
I test genetici, non è vero che sono privi di ricerche scientifiche. Con la vendita online di questi test nemmeno io sono d’accordo, dato che comunque bisogna essere il nutrizionista a dare le indicazioni al paziente. Ma non sono solo i test che si vendono online e poi non sono i pegiore, anzi..Allora cosa dire delle offerte: dimagrire 7 kili in 7 giorni con una pillola meravigliosa? Io penserei più a questo che al test genetico. Poi accanirsi contro la genetica non fa bella figura, nè in Italia nè da nessun altra parte nel mondo. A me sembra che voi ce l’avete a morte con Gian Luca Mech. Neanche a me piace Gian Luca Mech ma questo non esclude il fatto che ha saputo costruire un vero business attorno ai suoi prodotti , tanto di capello. Se non ho mai raccomandato a nessuno un prodotto tisanoreica , questo non vale per il test genetico. Il test e Ok e funziona. Posso portare a testimoniare tanti paziente rumeni che hanno seguito questo tipo di dieta. In presente insieme a un gruppo di nutrizionisti rumeni stiamo lavorando a uno studio di ricerca riguardo i risultati del test che sono fin ‘ora più che soddisfacenti. Presenteremò il nostro lavoro al prossimo Congresso internazionale di nutrizione.
Se la ricerca scientifica e la medicina applicata fossero libere da connivenze e sponsorizzazioni di lobbyes commerciali, queste proposte ambigue di libera interpretazione di dati scientifici, presi a prestito per vendere merce di dubbia affidabilità, non sarebbero tollerate.
In questo caso si vende un test che può solo generare dubbi e nessuna certezza, quindi a cosa serve, forse per fare solo un pò di inutile statistica?
@marie vranceanu Bella risposta… Allora visto che esiste Vanna Marchi che rappresenta eticamente e moralmente il punto più basso, tutto quello che è appena sopra lo accettiamo?
Dal punto di vista scientifico il test genetico è equivalente a quello per le intolleranze… Cioè quasi zero.
Se lei vuole farlo ed è brava a venderlo ben venga… Nessuno glielo vieta, ma non mi si venga a dire che è scientifico, né necessario.
Una normalissima dieta (ben fatta) e attività fisica (ben fatta) funziona sul 99% delle persone, il difficile è fargliela fare 🙂
altra cosa: la dieta proposta dai genetisti è una normalissima dieta ipocalorica, non c’è nulla di nuovo né di particolarmente personalizzato. Quindi voi cosa fate: prendete una normale dieta, fate dimagrire la gente (giustamente), e poi date il merito al test genetico? Ma a cosa serve visto che la dieta è normalissima!!! Io di fronte a centinaia di euro di spesa per il test come minimo mi aspetto che mi facciate mangiare 2500 kcal al giorno e mi fate dimagrire alrimenti che mangiando poco si dimagriva lo sapevo già da me 🙂
…dal suo punto di vista e questo mi fa capire che Lei di genetica non capisce proprio un bel niente. La dieta genetica è una dieta isocalorica, lo sano tutti , adesso anche lei. Buona giornata ..non so’ sinceramente cosa centri Vanna Marchi? Spero che Lei stia bene..
PS la dieta genetica non va oltre ilfabbisogno calorico giornaliero ..per esempio io mangio 2300 calorie al giorno per 170 di altezza e 62 kg. Sono in forma smagliante e a questo peso sono arrivata con la dieta genetica partendo da ben 100 kg. E da 5 anni non ho più problemi di peso. Quindi non mi dica che questa dieta non funziona.
Concordo completamente Andrea! Probabilmente un giorno saremo davvero in grado di utilizzare i test genetici in maniera utile, ma siamo ancora molto lontani da ciò. Che la ricerca vada avanti! E per ora: più prudenza, più serietà, meno promesse facili e meno sete di business… (si, mi rendo conto: un mondo ideale utopistico…)
Mi auguro che quanto prima intervenga il legislatore a fare chiarezza sui test genetici che non possono essere usati da incompetenti per fare magari dei danni alle persone. I test genetici sono una cosa seria e occorre conoscere le metodiche standard certificate e messi a disposizione di chi ne ha la qualifica per usarli e interpretarli. Che poi, come spesso accade, qualche furbacchione si intrufoli per fare soldi non é una novità. Le diete non si fanno in maniera approssimativa se non cialtronesca, ma vanno prescritte da medici specialistici. Se poi qualcuno vuole essere gabbato si accomodi, ma la legge deve tutelate anche gli sprovveduti.
Perfetto Andrea, non potevi dirlo meglio!