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Proposta una tassa sulle bibite dolci non inferiore al 20%

I danni associati a una cattiva alimentazione in Gran Bretagna causano 70.000 morti l’anno, e costano non meno di 6 miliardi di sterline. Per questo è giunto il momento, secondo un rapporto appena pubblicato dalla British Medical Association (Cibo per la mente, il significativo titolo), di introdurre un corpus organico di misure antiobesità. Tra queste, la più discussa e varie volte respinta dal Governo, punta alle aziende: una tassa sulle bevande dolci non inferiore al 20%, dal momento che gli inglesi consumano una quantità di zucchero circa doppia rispetto ai limiti consigliati. Ne danno notizia, tra gli altri, il Guardian e la BBC, che ricostruiscono la genesi del documento, rivolto prevalentemente ai bambini, e dei precedenti tentativi – falliti – di agire attraverso la leva fiscale come si sta facendo in Messico e in California, a Berkeley, perché anche solo con questa misura, sempre secondo la BMA, si potrebbe ridurre il numero degli obesi di 180.000 unità in breve tempo, e perché i numeri attuali del sovrappeso e dell’obesità sono allarmanti.

Il ricavato della cosiddetta sugar tax, si legge ancora nel rapporto, dovrebbe essere specificamente devoluto a fornire incentivi fiscali o simili per l’acquisto di frutta e verdura fresca il cui prezzo, dal 2008, è salito del 30%.

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Restrizioni alla comunicazione e alla pubblicità

In generale, sono cinque i punti su cui, secondo la BMA, è necessario articolare gli interventi:

1.     Approccio globale alla malattie associate all’alimentazione sbagliata, con particolare attenzione alle iniziative commerciali volte a promuovere il consumo di alimenti poco sani o, viceversa, di quelli salutari.

2.     Miglioramento del livello di informazione e delle abitudini, attraverso:

– Campagne sui social media;

– Collaborazione tra scuole e autorità locali per modificare le diete;

– Supporto ai medici per iniziative volte a migliorare i comportamenti alimentari degli assistiti e dei loro figli;

– Regole chiare e obbligatorie per l’informazione ai consumatori, da inserire sulle etichette di tutti gli alimenti e le bevande confezionate, con l’auspicio che regole uniformi siano adottate a livello europeo.

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Collaborazione tra scuole e autorità locali per modificare le diete

3.     Limitazioni a tutto ciò che promuove una cattiva alimentazione, in particolare:

– Restrizioni alla comunicazione e alla pubblicità, soprattutto per quanto riguarda bambini e ragazzi;

– Regole severe per l’esposizione dei cibi poco sani all’interno di negozi e supermercati, affinché non siano in posizioni privilegiate e molto visibili.

4.     Promozione di comportamenti sani, attraverso:

– Regole che vietino la concentrazione di rivendite di fast food e simili in zone limitate;

– Disponibilità di frutta e verdura gratis in tutte le scuole tutti i giorni;

– Standard uguali per tutte le scuole, quanto a qualità e composizione del cibo; analoghe misure per gli ospedali e case di cura con, in entrambi i casi, il divieto di ospitare distributori e rivendite di cibo non sano all’interno delle strutture;

– Divieto di produrre e vendere alimenti con acidi grassi trans entro un anno;

– Misure volte alla riduzione del sale a tutti i livelli, dalla produzione alla distribuzione;

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Disponibilità di frutta e verdura gratis in tutte le scuole

– Implementazione di ogni possibile misura porti la Gran Bretagna a ridurre drasticamente, entro il 2020, la quantità di zuccheri, sali e acidi grassi saturi attualmente assunta, soprattutto per alcune categorie di prodotti (citata nel rapporto per intero);

– Introduzione di una soda tax non inferiore al 20% (misura più volte sottolineata nel rapporto e messa in evidenza più delle altre per la quale è raccomandata una campagna stampa di supporto, vista la posizione molto negativa del Governo);

– Misure fiscali volte ad aumentare il consumo di frutta e verdura.

5. Cooperazione internazionale per il miglioramento complessivo della nutrizione umana, in accordo con l’OMS, al fine di stipulare accordi e trattati che favoriscano cambiamenti a livello globale.

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Stefania
Stefania
22 Luglio 2015 00:07

Però la sugar tax non vale per le bibite contenenti edulcoranti sintetici, come se questi ultimi fossero salutari… Furbi i tipi che hanno “elaborato” la cosa.

Giulio Calderoli
Giulio Calderoli
22 Luglio 2015 12:27

Come Medico Dentista mi auguro che anche in Italia le associazioni dei medici e dei dentisti, da sempre sostenitori della Prevenzione, intervengano per sostenere le Linee Guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul consumo di zuccheri.
Dottor Giulio Calderoli