Il  29 luglio  l’European health products manufacturers  association (Ehpm) dopo i tentativi di dialogo con la  Commissione europea e l’Efsa ha deciso di rivolgersi all’Ombudsman europeo per sostenere le virtù riconosciute da secoli a molte sostanze e alimenti venduti nelle erboristerie che in Italia sono 5.000. Il ricorso  si presenta come una “extrema ratio”, per evitare  che dall’oggi al domani scompaiano le informazioni commerciali relative a  prodotti concepiti per contribuire alla buona salute dei consumatori. L’obiettivo è evitare il tardivo adempimento  degli oneri previsti dal “regolamento claims” e la scarsa chiarezza sui requisiti richiesti per dimostrare  i benefici dei prodotti. Il problema è che l’Autorità europea pretende dimostrazioni cliniche su  individui sani per avallare i frutti di esperienze consolidate nel tempo.
Secondo l’Ehpm i criteri  farmaceutici adottati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare non  sono idonei a tutelare queste sensibilità, né a rispettare tradizioni che si  fondano su diversi livelli di evidenza scientifica.
Per queste  ragioni Ehpm chiede aiuto all’Ombudsman una rivalutazione complessiva del problema. Secondo “IMS  Health”, dati “Sell Out”, il segmento “erbe e integratori” vale Italia circa 2  miliardi di euro, ed è cresciuto nell’ultimo anno del 14% in valore.

 Dario  Dongo

Foto:Photos.com