Primo piano di pollo in allevamento

Negli allevamenti di molti paesi circolava dal 1944 perché sterminava i parassiti intestinali (come quelli della coccidiosi), favoriva la crescita e dava alle carni un bel colorito roseo. Ma entro trenta giorni il 3-Nitro o roxarsone, un farmaco contenente arsenico in forma organica, sparirà dal commercio perché l’azienda che lo produce, la Pfizer, ha deciso che non vuole correre rischi e che preferisce muoversi spontaneamente, prima che scoppi un caso.

Tutto è nato da uno studio condotto da ricercatori della Food and Drug Administration statunitense che hanno preso cento polli, ne hanno nutriti metà con mangime misto a 3-Nitro e metà con mangime semplice, e sono andati a verificare la presenza di arsenico nella carne. Hanno così scoperto che i primi – ma non i secondi – avevano tracce misurabili di arsenico inorganico, fatto che andava contro tutte le previsioni. Fino a quel momento, infatti, si era sempre dato per scontato che le forme organiche dei composti dell’arsenico come quelle presenti in 3-Nitro non potessero trasformarsi nella forma inorganica, nota per agire come potente cancerogeno.

I nuovi dati, tuttavia, hanno mostrato che non è così, e anche se le quantità rilevate sono basse, al di sotto dei limiti di pericolosità, la scoperta è inquietante. Inoltre, come hanno subito fatto notare alcuni gruppi ambientalisti americani che da anni esprimono preoccupazioni per l’uso dei derivati dell’arsenico negli allevamenti, le deiezioni dei polli vengono spesso usate come fertilizzanti del mais e per questa via giungono alle falde acquifere, dove si sommano all’arsenico naturale. Non solo: l’arsenico può arrivare anche ai bovini, perché talvolta ai loro mangimi vengono aggiunte piccole quantità di farine con derivati del pollo.

allevamentiQueste osservazioni hanno spiazzato chi, come Scott Brown, direttore del Metabolism at Safety on Animal Health della Pfizer, aveva subito fatto notare che la quantità di arsenico assunta con il pollo è analoga a quella che ogni giorno ingeriamo con altre fonti naturali. Non a caso, forse, Brown aveva anche aggiunto che, siccome in questo caso si tratta di una fonte evitabile, è forse bene compiere altri studi e sospendere le vendite in via cautelativa, e che il provvedimento potrebbe riguardare anche un altro farmaco veterinario a base di arsenico organico, il nitarsone, molto meno usato del 3-Nitro.

Del resto, anche i grandi produttori statunitensi di polli riuniti nel National Chicken Council hanno invitato i consumatori a non preoccuparsi e a continuare a comperare tranquillamente pollo (45 i miliardi di animali allevati ogni anno solo negli Stati Uniti), perché il 3-Nitro non è comunque universalmente utilizzato e perché l’arsenico che si mangia con una porzione di pollo è analogo a quello che si beve in un bicchiere di acqua.

Ma la storia del 3-Nitro va al di là del fatto che gli allevatori di Stati Uniti, Canada, Messico, Malesia, Indonesia, Filippine, Vietnam (che lo usano per i polli e i suini), Cile, Argentina, Perù, Venezuela, Brasile, Australia, Pakistan e Giordania (che lo usano solo per i polli) dovranno cercare un’alternativa, e interroga l’opinione pubblica sulle scelte sulla sicurezza alimentare.

La FDA infatti ha sempre condotto studi di questo tipo, ma negli ultimi anni il numero di controlli negli allevamenti e in generale, è diminuito drasticamente a causa dei tagli, e quello sul 3-Nitro rischia di diventare una felice eccezione. Per l’anno in corso, infatti, l’ente governativo ha chiesto un aumento di 183 milioni di dollari sul budget normale per le verifiche sulla sicurezza alimentare, ma i Repubblicani hanno proposto, sullo stesso budget, un taglio di 87 milioni, sottolineando che il problema è quello di selezionare gli studi più utili e di utilizzare le risorse per quelli, senza disperderle in altro.

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