La rivoluzione partita in Italia che ha portato al bando dei sacchetti di plastica in favore delle bio-shopper si sta allargando a macchia d’olio nel resto dell’Europa e nel mondo. I consumatori conoscono ormai le problematiche collegate allo smaltimento di questo materiale: danni all’ambiente e alla fauna, ma anche difficioltà di gestione nelle discariche (si stima che per la decomposizione servano circa 1000 anni).
Le alternative sono le borse monouso e le shopper riutilizzabili. Spesso si preferiscono le seconde, più convenienti e resistenti, ma se usate in modo disattento potrebbero rivelarsi pericolose per la salute. Secondo un recente sondaggio condotto dalla Academy of Nutrition and Dietetics e da ConAgra Foods, esiste infatti la possibilità che germi e batteri rimangano intrappolati nelle maglie delle borse riutilizzabili. La questione è importante, specie per quegli alimenti che saranno consumati crudi, per cui ci potrebbe essere il rischio di salmonella ed Escherichia Coli.
Per evitare queste contaminazioni è necessario adottare alcune accortezze:
· Lavare spesso le borse, al termine di ogni utilizzo se possibile (quelle in polipropilene e in fibre naturali possono essere lavati in lavatrice senza problemi, i sacchetti di nylon e poliestere devono essere invece lavati a mano e lasciati asciugare all’aria).
· Sostituire sacchetti usurati o strappati per evitare la presenza di zone di contaminazione privilegiate.
· Classifcare, se possibile, i sacchetti per specifiche categorie di alimento indicando eventualmente con colori diversi la destinazione per evitare contaminazioni incrociate tra diversi generi alimentari.
· Utilizzare i sacchetti per un solo scopo, quindi non portare in quelli della spesa oggetti di altro genere.
· Non conservare la spesa nel bagagliaio della macchina: è raccomandabile tenere le borse in un luogo fresco e asciutto in garage o in casa, piuttosto che in posti in cui il calore e l’umidità possono permettere ai germi di proliferare.
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Marketing si è riscontrato che le persone che impiegano sacchetti riutilizzabili sono più propense ad acquistare più cibi biologici ma anche una maggior quantità di cibo spazzatura. La ragione? Sembrerebbe che la persona si sente inconsciamente con la licenza di poterlo fare, in quanto ha compiuto un atto virtuoso portandosi sacchetti riutilizzabili da casa.
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Boh. Io uso le buste blu dell’Ikea. 60 cent (praticamente quanto 3-4 buste in “finta plastica) con una capacità di carico da spesa settimanale e durata quasi indefinita. Forse possono contaminarsi all’esterno (perché finiscono sul pavimento del garage). Ma dentro finiscono comunque alimenti “pre-incartati” ovvero protetti dal loro imballaggio d’acquisto o da sacchetti di carta o plastica (le borsine sottilissime dei supermercati).
Il rischio di contaminazioni come quelle descritte potrebbe esserci, forse, se uno le utilizzasse nei campi
Sono uscite vari studi a proposito della mancanza di igiene dei carrelli del supermercato, che quindi potrebbero essere una fonte di contaminazione insospettata anche per gli involucri degli alimenti pre-incartati, e da lì contaminare i sacchetti. Per cui francamente io preferisco la plastica bio-degradabile mono-uso.
SI dice che pure l’ aria nel parcheggio del supermercato sia inquinata di Benzene, solventi e altri composti che potrebbero essere dannosi per la salute e contaminare persino le borse della spesa…. Dio mio….