La SEU ricompare in Puglia, quattro casi da inizio anno e una bambina morta. In Francia 11 bimbi colpiti: focolaio collegato al formaggio reblochon
La SEU ricompare in Puglia, quattro casi da inizio anno e una bambina morta. In Francia 11 bimbi colpiti: focolaio collegato al formaggio reblochon
Beniamino Bonardi 25 Giugno 2018In Puglia, l’Asl di Foggia ha attivato un’Unità di crisi e un piano di analisi oltre a controlli in esercizi commerciali, allevamenti e caseifici per monitorare e risalire all’origine della nuovo focolaio di sindrome emolitico-uremica (SEU). Le misure sono scattate dopo la morte di una bambina di 13 mesi di Lucera, avvenuta il 15 giugno, a cui è seguito il ricovero di una seconda di quasi due anni (non in pericolo di vita). Entrambe le bambine sono state ricoverate d’urgenza all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari.
Come spiegano Gaia Scavia e Stefano Morabito dell’Istituto superiore di sanità, la SEU si manifesta nella sua forma tipica (circa l’85% dei casi), come una complicanza di un’infezione intestinale batterica, causata da ceppi di Escherichia coli produttori di una potente tossina detta vero-citotossina (VT) o Shiga-tossina (Stx). L’infezione è trasmessa principalmente per via alimentare, ma può anche essere veicolata per contatto con animali infetti, ambiente o per trasmissione interumana attraverso il circuito oro-fecale.
L’infezione può esordire con diarrea (spesso muco-emorragica), vomito, intenso dolore addominale e sonnolenza. Sono tuttavia documentati casi di SEU non preceduti da diarrea. La febbre non è quasi mai presente o comunque di norma non supera i 38°C. Il decorso della sindrome emolitico-uremica può essere rapido, per cui è importante intervenire tempestivamente ricorrendo a un centro specializzato in nefrologia in grado di garantire la reidratazione e, quando necessario, dialisi e trasfusioni di sangue.
I casi di SEU registrati in Puglia quest’anno sono quattro. Nel 2017 c’è stato il decesso di una bambina di 16 mesi, che una nota della Regione Puglia ha addebitato al probabile “uso non corretto di latte crudo, che non può essere assolutamente utilizzato per l’alimentazione umana se non previo trattamento termico”. Sempre nel 2017, come ricorda La Gazzetta del Mezzogiorno, altri otto bambini hanno sviluppato la SEU dopo aver trascorso le vacanze in Puglia. Nell’estate del 2013 ci fu un vasto focolaio epidemico con 17 casi, tutti riguardanti bambini tra gli 11 mesi e i 15 anni.
Per prevenire la sindrome emolitico-uremica, il cui rischio di contagio cresce con l’aumentare delle temperature, le autorità sanitarie pugliesi consigliano di: evitare il consumo di carne poco cotta (in particolare trita) e di latte crudo non pastorizzato e derivati; fare attenzione al consumo di insaccati; assicurarsi che l’acqua sia conservata correttamente, soprattutto in campagna, in luoghi asciutti e in contenitori chiusi; lavare accuratamente frutta e verdura; lavare frequentemente le mani, acquistare gli alimenti solo in esercizi commerciali autorizzati. Inoltre, viene raccomandato di non dare ai bambini cozze e frutti di mare crudi e prodotti lattiero caseari preparati con latte non controllato o proveniente da aziende non censite.
Anche in Francia il latte non pastorizzato è il prodotto su cui ricadono maggiormente i sospetti per gli undici casi di SEU che hanno colpito bambini in diverse zone del paese tra febbraio e maggio 2018, provocando la morte di un paziente. Gli undici casi sono stati causati dallo stesso ceppo di Escherichia coli. Le indagini condotte da Santé publique France hanno confermato un legame tra questi casi e il consumo, da parte di tutti i bambini, di formaggio reblochon prodotto con latte crudo. Il reblochon preparato dall’azienda Chabert a Cruseilles nell’Alta Savoia, viene venduto con vari marchi ed è stato richiamato e ritirato dalla vendita sia in Francia sia in altri paesi. In Francia sono segnalati tra i 100 e i 160 casi di sindrome emolitico-uremica ogni anno, mentre in Italia, tra il 2010 e il 2015, la media è stata di 54 episodi.
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Giusto oggi questo si legge sul sito della Regione Puglia
SEU. NESSUN ALLARME IN PUGLIA
RUSCITTI: “ABBIAMO SOTTOSCRITTO UN PROTOCOLLO OPERATIVO PER LA GESTIONE DELLE GASTROENTERITI IN ETÀ PEDIATRICA”
Nessun allarme SEU in Puglia, piuttosto la messa a sistema di misure che permettano di acquisire informazioni sulla circolazione e distribuzione di particolari ceppi di Escherichia Coli denominati VTEC sul territorio regionale e, di conseguenza, indirizzare, in modo ancora più efficace, le azioni di controllo ufficiale preventive volte a limitare ulteriormente l’insorgenza di nuovi casi.