Gran Bretagna, dopo 29 anni revocato l’allarme salmonella per le uova crude o poco cotte, purché certificate. Polemiche su decenni di diffusione di paura nei confronti di uno degli alimenti naturali nutrizionalmente migliori
Gran Bretagna, dopo 29 anni revocato l’allarme salmonella per le uova crude o poco cotte, purché certificate. Polemiche su decenni di diffusione di paura nei confronti di uno degli alimenti naturali nutrizionalmente migliori
Beniamino Bonardi 8 Novembre 2017Al termine di una consultazione pubblica, la britannica Food Standards Agency (FSA) ha rivisto la sua precedente posizione assunta nel 1988, che sconsigliava il consumo di uova crude o poco cotte a gruppi di persone vulnerabili, come donne incinte, bambini e anziani. Secondo un rapporto di esperti sul rischio microbiologico degli alimenti, la sicurezza delle uova in Gran Bretagna è notevolmente migliorata e quelle che hanno i marchi “Lion Code” e di altri sistemi di certificazione equivalenti possono essere consumate crude o poco cotte anche da donne incinte, bambini e anziani. Il 90% delle uova prodotte in Gran Bretagna ha il marchio “Lion Code”.
L’allarme salmonella in Gran Bretagna scoppiò nel 1988, in seguito a una dichiarazione in tv dell’allora Ministra della sanità Edwina Currie, che disse: “La maggior parte delle uova prodotte in questo paese, purtroppo, è colpita dalla salmonella”. I funzionari del ministero non furono in grado di dimostrare che la maggior parte delle galline fossero state colpite dalla salmonella ma il consumo di uova crollò dell’80%, milioni di animali furono soppressi e le proteste degli allevatori costrinsero la Ministra alle dimissioni.
Dopo la recente decisione della FSA, il Guardian ha pubblicato un intervento polemico della giornalista alimentare Yoanna Blithman. Dopo aver ricordato come nacque la paura della salmonella nelle uova in Gran Bretagna e aver dichiarato di mangiare da anni 10-15 uova la settimana mantenendosi sana, afferma che non intende applaudire la FSA, perché ci vorrebbe un mea culpa da parte delle autorità alimentari, espressione di un “sistema dietetico governativo dogmatico”. Per un quarto di secolo, al di là della questione salmonella, le istituzioni hanno demonizzato le uova usando i soldi pubblici “per convincerci che il più perfetto degli alimenti naturali è qualcosa che dovremmo limitare e di cui avere anche paura”.
Le uova, scrive Blithman, “ci forniscono proteine di alta qualità che contengono tutti e nove gli aminoacidi essenziali nelle precise proporzioni richieste dal corpo per una crescita e un mantenimento ottimali. Le uova superano tutte le altre proteine provenienti sia da fonti animali che vegetali. La proteina è il macronutriente che soddisfa più efficacemente l’appetito. Riduce anche la secrezione di grelina, l’ormone che stimola la fame”.
Non a caso, scrive la giornalista, spesso le uova sono chiamate spesso “pillole multivitaminiche della natura”, perché contengono vitamine A, D, E ed un’ampia gamma di vitamine B. A ciò si aggiungono dieci minerali – calcio, fosforo, zinco, selenio, potassio, sodio, rame, iodio, magnesio e ferro – e micronutrienti meno noti ma comunque vitali, come colina, lecitina, luteina e zeaxantina. “Se mai esiste un vero e proprio ‘superfood’, questo è l’uovo”, afferma Yoanna Blithman.
Eppure, molte persone temono questo alimento, perché il tuorlo contiene colesterolo e per decenni si è diffusa la falsa convinzione che, aumentando i livelli nel sangue, esso causi malattie cardiache e ictus. Ora le autorità sanitarie stanno facendo marcia indietro ma, osserva Blithman, molte persone sono portate ancora a credere che una ciotola di corn flakes sia nutrizionalmente migliore di un uovo.
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