I cittadini europei hanno fiducia nella scienza e sono consapevoli di molte delle tematiche principali in ambito alimentare. Anche se, dal momento che dall’ultima rilevazione del 2019 il mondo è cambiato e ha attraversato una pandemia, un aumento generale del costo del cibo e ora una guerra, alcune priorità si stanno spostando, e la preoccupazione per i prezzi è diventata il fattore che più influenza le scelte, seguito dal gusto.
Sono queste le tendenze più evidenti che emergono dall’indagine dell’Eurobarometro 2022 sulla sicurezza alimentare, condotta su 27mila cittadini europei e giunta alla quarta edizione (essendo la prima del 2005). Anche in Italia, il primo fattore è il costo, per il 54% degli intervistati, seguito dal gusto per il 51%, dalla sicurezza e dalla provenienza, entrambi per il 46% dei partecipanti, e dal valore nutrizionale per il 41%. Il clima e l’ambiente preoccupano solo il 16%, ma il 75% si dice interessato ai temi della sicurezza.
In generale, poi, quasi un europeo su due considera importante la sicurezza alimentare, e il 41% dà per scontato che essa sia assicurata da organismi come Efsa e diverse agenzie nazionali, che compiono proprio ora vent’anni, essendo state istituite nel 2002. Grazie anche a essi, due terzi dei cittadini riconoscono che la collaborazione a livello europeo è efficace per dare supporto scientifico alla sicurezza alimentare, sempre più necessario, vista la velocità con cui si affacciano sul mercato innovazioni tecnologiche di complessità crescente, che influenzano i modi con cui si producono, si acquistano e si consumano gli alimenti. E questo si riscontra proprio nella fiducia nella scienza: sette europei su dieci riconoscono l’apporto dei ricercatori nel garantire la sicurezza degli alimenti e otto su dieci si fidano di loro per le informazioni sulla relativa sicurezza. Allo stesso modo è alta, pari a circa due terzi, la fiducia nelle istituzioni nazionali e dell’UE.
Gli europei, poi, stanno diventando sempre più consapevoli dell’impatto ambientale del cibo, in un’ottica One Health (anche se gli italiani sembrano meno preoccupati di questo): la maggior parte di essi sa che lo stato generale dell’ambiente, degli animali e delle piante e il clima hanno conseguenze dirette sulla salute umana.
Per quanto riguarda altri aspetti generali, poi, è emerso che:
- Oltre un terzo degli europei ha un livello di consapevolezza molto alto (21%) o alto (17%) sui temi della sicurezza alimentare, cioè ha sentito parlare di 10 o più dei 15 argomenti oggetto dell’indagine.
- Una percentuale anche maggiore ha sentito parlare di additivi negli alimenti o nelle bevande (70%), di residui di pesticidi negli alimenti (65%), di residui di antibiotici, ormoni o steroidi nella carne (63%) o di malattie degli animali (60%).
- In cima alla lista delle preoccupazioni degli europei legate alla sicurezza alimentare vi sono proprio i residui di pesticidi negli alimenti (40%) e quelli di antibiotici, ormoni o steroidi nella carne (39%). Meno persone (l’11%) temono invece le malattie delle piante, l’uso delle nuove biotecnologie nella produzione alimentare (8%) e le nanotecnologie applicate ad essa (5%).
- Per quanto riguarda le informazioni, circa sei persone su dieci (61%) indicano la televisione, via etere o via Internet, come una delle principali fonti di informazione sui rischi alimentari, seguita da famiglia, amici, vicini o colleghi (44%) e motori di ricerca Internet (37%), con rilevanti differenze tra le generazioni.
- Più di otto intervistati su dieci si fidano di medici (89%), di scienziati universitari finanziati da enti pubblici (82%) e di organizzazioni di consumatori (82%) per le informazioni sui rischi alimentari.
Bernhard Url, direttore esecutivo dell’Efsa, così ha commentato i nuovi dati: “Dal nostro ultimo sondaggio del 2019 sono successe molte cose, non ultime una pandemia mondiale e lo scoppio di una guerra in Europa. Tali eventi hanno avuto conseguenze drammatiche, e non sorprende che per molti europei l’aumento del costo della vita influisca più di prima sulle scelte alimentari. D’altra parte la sicurezza alimentare rimane importante per molti di essi, ed è incoraggiante vedere che quasi la metà si preoccupa di mangiare in modo sano nella stessa misura in cui si preoccupa dei rischi alimentari”.
Infine Barbara Gallani, responsabile del dipartimento Comunicazione, partecipazione e collaborazione dell’Efsa, ha sottolineato: “Queste conferme sono preziose per il nostro lavoro quotidiano, e per la pianificazione strategica a lungo termine. Abbiamo approntato sintesi e strumenti informatici su misura per i nostri partner degli Stati membri, in modo che possano utilizzare i risultati dell’Eurobarometro per sostenere le proprie attività di informazione e sensibilizzazione del pubblico circa la sicurezza alimentare”. Sul sito sono presenti dati e mappe interattive sui singoli aspetti per ogni paese e sui cambiamenti rispetto al 2019.
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Giornalista scientifica