In Germania l’allerta sul cetriolo, sui pomodori e sulle insalate consumate crude resta, perché le indagini epidemiologiche indicano gli ortaggi crudi come possibili veicoli del batterio Escherichia coli STEC. È vero che il cetriolo spagnolo è stato assolto, ma l’attenzione sugli ortaggi continua fino a quando non sarà individuata la causa. Il bilancio si aggrava giorno dopo giorno e ormai si è arrivati a 17 vittime e 2.000 persone colpite molte delle quali hanno manifestato i sintomi della Sindrome emolitico uremica ( SUE o HUS). Secondo l’ultimo comunicato dell’agenzia Reuters, nel solo ospedale di Amburgo Eppendorf, sono attualmente ricoverati 102 pazienti, il 30-40% dei quali è in terapia intensiva.
La situazione attuale risulta più grave rispetto all’inizio, perché la bocciatura della tesi spagnola abbinata al blocco delle importazioni è risultato un provvedimento inutile, e adesso bisogna trovare la causa dell’epidemia. Se però gli ortaggi spagnoli sono innocenti il focolaio di epidemia si trova in Germania.
Le possibili cause della contaminazione da Escherichia coli
Questa tesi è stata avanzata da Il Fatto Alimentare pochi giorni fa, ipotizzando una contaminazione dell’acqua. Il ciclo potrebbe essere questo: l’Escherichia coli O 104 presente nelle acque di scolo di un allevamento, a causa di un’esondazione causata da temporali o altri motivi contamina le acque che confluiscono in un bacino superficiale destinato all’approvvigionamento dell’acquedotto. Nei casi riscontrati sino ad ora si è sempre trattato di contaminazioni idriche rurali che hanno interessato piccoli centri, nulla però può escludere una contaminazione in centri più grandi causati da guasti anche temporanei all’impianto di trattamento dell’acqua.
Se il batterio arriva in rete contamina la verdura e l’Escherichia coli grazie alle ottime capacità di aggrapparsi alla superficie esterna dei cetrioli o di altri ortaggi, si riproduce e viene ingerito dalle persone. A questo punto cominciano i primi casi di dissenteria emorragica (HUS) i primi pazienti muoiono e la vicenda assume le caratteristiche di un’epidemia.
La tesi può sembrare ardita ma l’elevato numero di casi fa pensare ad una forma di contaminazione estesa, magari temporanea che ha interessato una certa zona, e i microbiologi in questi casi pensano sempre all’acqua.
Il parere di Antonello Paparella
“L’ipotesi della contaminazione dell’acqua – spiega Antonello Paparella docente di Microbiologia alimentare all’Università di Teramo – non può essere esclusa e sarebbe auspicabile che le indagini in Germania si estendessero alle aree agricole situate in prossimità delle coltivazioni. Nell’Ontario nel 2000 si sono registrati 2300 casi con 7 decessi, dovuti alla contaminazione della rete idrica in seguito a un’alluvione (Fratamico e Smith, 2006). Anche nella epidemia da E. coli O157:H7 del 2006 negli Stati Uniti, quando il veicolo alimentare coinvolto era stato lo spinacio baby, il ceppo responsabile fu isolato in acque di fiume e in reflui provenienti da allevamenti bovini, in prossimità di una delle coltivazioni di spinaci (Wendel et al., 2009). La situazione è indubbiamente delicata – prosegue Paparella – la dose infettante dei sierotipi STEC è molto bassa, dell’ordine di una cellula per grammo”.
Le indagini delle autorità tedesche
Qualcuno accusa le autorità tedesche di essere state superficiali, di avere accusato troppo presto i cetrioli spagnoli, ma la questione è complessa e non può essere risolta con una battuta. La cronaca degli eventi aiuta a capire. Di fronte a centinaia di malati di HUS rilevati in 10 giorni, le autorità sanitarie di Amburgo conducono le prime ricerche. Le analisi sui pazienti individuano come agente infettante l’Escherichia coli O 104 che però risulta pressoché sconosciuto.
Nel frattempo i sanitari interrogano 25 malati per cercare di capire la fonte della contaminazione e focalizzano l’attenzione sugli ortaggi. La traccia si rivela corretta ma i metodi di ricerca specifici per l’Escherichia coli non esistono per cui i microbi dei cetrioli spagnoli risultano simili a quelli dei malati e i ricercatori, forse pressati dall’incremento del numero dei morti e dall’epidemia accusano i cetrioli. Purtroppo nel corso di altre analisi di controllo effettuate dalle autorità nazionali a Berlino e dal Laboratorio europeo di riferimento che ha sede a Roma presso l’Istituto superiore di sanità ed è diretto da Alfredo Caprioli si scopre che il microrganismo dei malati non è uguale a quello dei cetrioli e la Spagna viene assolta.
Le analisi su Escherichia coli O 104
Il problema però resta e il Laboratorio europeo di riferimento presso l’ISS già il 27 maggio mette a punto una metodica ufficiale specifica per Escherichia coli O 104 e da allora cominciano analisi più approfondite. Tutto ciò non è banale perché stiamo parlando di un microrganismo pressoché sconosciuto fino a poche settimane fa.
Le ricerche per individuare le cause sono in corso e i laboratori tedeschi stanno esaminando un migliaio di campioni di ortofrutticoli, ma c’è un certo scetticismo da parte degli esperti sul metodo intrapreso. Per risalire alla causa di un’epidemia è necessario fare un’analisi epidemiologica molto accurata dei comportamenti alimentari dei pazienti colpiti, si tratta di una sorta di indagine poliziesca su cosa hanno fatto i malati negli giorni prima della malattia, di monitorare gli spostamenti, le abitudini di vita per capire quali sono i comportamenti comuni e focalizzare il più possibile l’attenzione sui possibili agenti infettanti.
In attesa di nuovi sviluppi possiamo dire che le prime analisi effettuate in Italia su ortaggi prelevati al dettagli presso gli Istituti zooprofilattici sperimentale di Piemonte, Liguria ,Valle d’Aosta e quello di Lombardia ed Emilia-Romagna utilizzando il metodo elaborato dall’Istituto superiore di sanità hanno dato esito negativo. Una conferma in più per dire che il problema è tedesco e li va cercato.
In questa situazione la decisione russa di bloccare le importazioni di ortaggi dall’Unione Europea risulta quanto meno ridicola e non è certo un provvedimento adottato per tutelare i cittadini.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24