Tra le tante conseguenze dell’innalzamento della temperatura terrestre e marina ce n’è una che, in estate, potrebbe diventare particolarmente insidiosa nei prossimi anni: l’aumento del rischio di contrarre un’infezione da vibrioni, batteri come quelli che causano il colera. Si tratta di infezioni subdole, i cui responsabili, che crescono a meraviglia nelle acque tiepide, entrano nell’organismo umano da piccole lesioni della pelle, oppure attraverso alcuni alimenti (in primo luogo il pesce e i molluschi crudi o non cotti a sufficienza), provocando in questo caso diarree a volte gravi. A richiamare l’attenzione su di esse è l’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio, il BfR, che in un documento riassume le principali informazioni note e i pericoli cui si potrebbe essere esposti in estate. Eccole, riassunte, per domande:
Che cosa sono i vibrioni e dove si trovano?
Sono batteri a forma di bastoncello, tolleranti al sale, che proliferano nelle acque marine, negli estuari dei fiumi, nelle acque salmastre e lagunari, mentre di solito non vivono in acqua dolce. Sono i principali responsabili delle epidemie di diarrea batterica in Asia e in America.
Come ci si può infettare?
L’infezione più frequente avviene tramite il consumo di pesce e molluschi crudi o non cotti abbastanza, ma ci si può contagiare anche immergendosi nelle acque contaminate, perché i vibrioni penetrano in qualunque lesione della pelle, anche invisibile a occhio nudo. In quel caso si manifestano anche con infezioni di eventuali ferite o delle orecchie.
Le specie che causano più malattie a trasmissione alimentare sono tre: Vibrio parahaemolyticus, Vibrio cholerae e Vibrio vulnificus. Quest’ultima è responsabile di gravissime forme di infezione sistemica o sepsi, soprattutto in persone che per qualunque motivo abbiano un sistema immunitario compromesso e negli anziani. Queste infezioni si verificano soprattutto nei periodi estivi di grande caldo, quando le persone fanno il bagno o anche solo passeggiano su un lungomare lambito dall’acqua.
Quanti casi ci sono (in Germania)? Come si trattano? Vengono tutti scoperti? E come?
Dal 2020 ogni caso deve essere segnalato e comunicato all’Istituto Koch, riferimento nazionale per le malattie infettive. L’istituto (e non il BfR) emana le direttive per il trattamento. I casi sono comunque sporadici in Germania: dal 2002 al 2019 ne sono stati denunciati fino a 20 all’anno, tutti sulle coste, quasi tutti tra giugno e settembre e in persone anziane con patologie pregresse, alcune delle quali sono decedute per la malattia contratta. Non esistono test commerciali rapidi per identificare e distinguere i vibrioni: bisogna ricorrere a tecniche quali la spettrometria di massa o la PCR (simile a quella che si usa per il Sars-CoV 2), anche perché appartengono a una gruppo che conta numerose specie marine, molte delle quali del tutto innocue per l’uomo.
Che cosa tenere a mente se si vuole fare il bagno in mare?
Le persone che hanno ferite aperte, compromissioni del sistema immunitario o malattie in corso dovrebbero evitare di fare il bagno in mare quando la temperatura dell’acqua supera i 20°C. Le agenzie nazionali (tedesche) per il monitoraggio ambientale tengono comunque sempre sotto controllo la qualità delle acque di balneazione, segnalano eventuali criticità e analizzano i campioni.
Le infezioni da vibrioni stanno aumentando a causa del cambiamento climatico?
È del tutto prevedibile che aumentino i casi di contagio a causa del riscaldamento delle acque marine, soprattutto di quelle superficiali e costiere, perché i vibrioni amano il caldo e crescono di più quando la temperatura si innalza, anche di poco. Con acque più calde la loro concentrazione aumenta. Per limitare il rischio, occorrerebbe mangiare solo pesce pescato in acque profonde ma, soprattutto, è importante cuocere bene pesci e molluschi, e non consumarli crudi. I molluschi mangiati solo crudi come le ostriche sono ad alto rischio, come conferma il fatto che molti dei focolai segnalati del mondo hanno avuto e hanno origine proprio dalle ostriche e da altri molluschi crudi.
Anche per questo le autorità preposte devono controllare la concentrazione di vibrioni nelle acque costiere, per prevenire focolai epidemici. A livello internazionale è attivo Vibrionet, un network creato dallo stesso BfR cui, dal 2015, hanno aderito diversi laboratori internazionali, al fine di monitorare costantemente la situazione e segnalare eventuali criticità.
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Giornalista scientifica