Attenzione ai superfood. Le bacche di goji possono scatenare reazioni allergiche, anche di grave entità. L’appello degli allergologi francesi
Attenzione ai superfood. Le bacche di goji possono scatenare reazioni allergiche, anche di grave entità. L’appello degli allergologi francesi
Agnese Codignola 3 Novembre 2017Nella medicina cinese sono impiegate per il trattamento dell’infertilità maschile, come tonici, per le malattie respiratorie e per proteggere reni e fegato, nonché per stimolare il sistema immunitario e prevenire l’invecchiamento. In effetti contengono ben 18 aminoacidi, otto dei quali essenziali (cioè non prodotti dall’organismo), vitamine come la B1, la B2, la B6, la C e la E, oltre a sali minerali, acidi grassi e oligoelementi tra i quali calcio, fosforo, zinco e germanio e antiossidanti. Ma le bacche di goji, arrivate in occidente da qualche anno e subito considerate elisir dotati di mille virtù, possono indurre reazioni allergiche talvolta gravi, di cui bisognerebbe tenere conto. Questo l’appello lanciato dagli allergologi francesi dell’Institute de Recherche Genclis di Vandoevre-lès-Nancy, che sulla Revue Française d’Allergologie, oltre a fare il punto su ciò che si sa oggi, hanno pubblicato il caso di una donna di 44 anni.
La donna aveva avuto sintomi gastroenterici quali nausea, vomito e crampi, seguiti da prurito e formicolio in diverse parti del corpo dopo aver mangiato una quindicina di bacche di goji mischiate a un formaggio. Era la prima volta che lo faceva, e pochi giorni dopo le ha mangiate di nuovo, reagendo in modo ancora più violento, e in un tempo più breve. La paziente era atopica (predisposta a manifestare reazioni anafilattiche), aveva un’allergia accertata al polline di olivo, di cipresso e ad alcune muffe, nonché una, curata, alle graminacee. Tuttavai non aveva mai mostrato un’allergia alimentare, neppure al pomodoro o alla melanzana, che appartengono alla stessa famiglia delle bacche di goji, quella delle Solanacee. Sottoposta a esami specifici con due tipi di bacche, una senza e una con solfiti, usati molto spesso per mantenere il colore rosso vivo (fatto che pochi conoscono e che offusca l’idea di alimenti del tutto naturali), la donna è risultata allergica proprio a due proteine delle bacche di goji, senza alcuna influenza dei conservanti.
Ma la signora non è stata la prima: al momento, secondo quanto riferito dagli allergologi d’oltralpe i casi segnalati sono 12, il primo dei quali nel 2011. Uno studio spagnolo pubblicato nel 2013 e condotto su 566 soggetti allergici aveva invece messo in luce la presenza di reazioni specifiche contro le proteine delle bacche nel 5,8% del campione. Di solito, nei casi segnalati sono state necessarie circa 15-20 bacche per scatenare la reazione, ma in una occasione ne è bastata una sola. Inoltre, dei 12 pazienti di cui riferiscono gli allergologi francesi, 11 avevano altre allergie, soprattutto ai pollini, ma anche alle pesche, a cui sono risultati allergici il 92% dei soggetti che avevano reagito alle bacche. Nei diversi studi sono emerse poi associazioni significative con le allergie ai pollini dell’ambrosia e, in generale, con le reazioni crociate, come quelle tra pollini e frutta e quelle tra frutta e lattice.
Infine, esistono due tipologie principali di bacche di goji, il lycium barbarum e il lycium chinense. La produzione mondiale prevalente è di gran lunga quella cinese e, in particolare, quella della regione di Ninxia, nel nord ovest del paese, ma le lavorazioni sono spesso europee (e l’Italia è tra i principali paesi per la lavorazione e la distribuzione). Le bacche vengono consumate secche, intere (di solito unite ad alimenti quali lo yogurt o il formaggio), in polvere o in succo, e rientrano anche nella composizione di diversi cosmetici: per questo, concludono gli autori, le persone allergiche andrebbero avvisate della loro presenza, in qualunque forma, perché il loro potere allergizzante è piuttosto forte.
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Giornalista scientifica
Io le consumo con gli anacardi al naturale, e non ho avuto mai problemi di allergia, sebbene io abbia una leggera allergia ai pollini di Ambrosia.
Dei solfiti (o anidride solforosa) invece non sapevo, e sinceramente, nonostante di solito io legga ciò che contiene un prodotto, questa volta non me ne sono preoccupato (goji secche…).
Suppongo che non sia molto salutare come ingrediente…
Forse è meglio che smetta di consumarle, nonostante con gli anacardi mi piacciano molto.
Nel tempo ho scoperto che esistono anche aziende che vendono le bacche di Goji certificate bio, senza sulfiti e senza altri tipi di conservanti. Semplicemente disidratate, al naturale. Inoltre quelle che compro io vengono sottoposte a vari tipi di analisi tra cui metalli pesanti, aflatossine e pesticidi, mi sembra. Ne consumo da anni e mi sono sempre trovato bene. Anche il gusto è decisamente migliore rispetto alle altre che ho assaggiato. Non ho mai avuto reazioni allergiche, ma magari non sono soggetto. Buona giornata a tutti!
GLI ALLARMISMI SONO DI MODA. L’ALIMENTAZIONE E’ UNA COSA SERIA
Mi spiace che i giornalisti, soprattutto scientifici o gastronomici, ed alcune testate di rilievo italiane, spesso generaliste, non facciano le dovute differenze. E che soprattutto, facciano clamore sulla base di notizie che “fanno notizia”.
Intanto bisogna non creare allarmismi e fare le dovute differenze visto che il GOJI è l’alimento nutraceutico per eccellenza.
Le bacche di goji essiccate, conosciutissime in Europa, provengono dalla Cina e sono realmente piene di solfiti, sali e conservanti e “finte bio” (il bio non esiste in Cina: è solo una convenzione tra enti di certificazione europei e ministero specifico cinese in seguito a compatibilità di check list). Le preziose bacche non vengono lavorate o essiccate in Italia ma solo riconfezionate e distribuite da decine di aziende che le importano TUTTE dalla Cina (e da qualche altro paese asiatico o sudamericano): possono costare 20 euro/Kg al supermercato e sulla bancarella o 100/euro Kg in farmacia, ma sono sempre quelle.
Si parla nell’articolo di allergie alle “proteine” del Goji. Troppo generico. Quali proteine ? Quali aminoacidi ? E rispetto a quali allergie e intolleranze ? Numeri infimi rispetto alle intolleranze al glutine e ad altre proteine o altri alimenti molto più diffuse; basti pensare ormai alle linee di prodotti “gluten free” che crescono incessantemente. Probabilmente, in relazione all’ articolo, essendo il GOJI una solanacea, l’allergia (meglio dire l’intolleranza) che si è manifestata è quella tipica dei soggetti “allergici” al pomodoro. Sarà mia cura approfondire la ricerca indicata dalla giornalista Codignola.
Cosa diversa sono LE BACCHE FRESCHE E BIO DI GOJI ITALIANO, coltivate in Italia e biologiche, senza solfiti, senza conservanti e a grandissima valenza salutistica. Le recenti ricerche dell’Università di Urbino e dell’Università di Napoli (i risultati sono ad esempio sulla rivista PHYTOCHEMISTRY), unitamente ad altri studi dell’Università di Salerno, dell’Università di Reggio Calabria e di altri atenei ed enti di ricerca, dimostrano come la quantità di antiossidanti e componenti nutrizionali sia elevatissima NEL PRODOTTO BACCA FRESCA, NELLE FOGLIE, FIORI E RAMI e nei derivati diretti del GOJI ITALIANO: confetture e composte, puree ed altro. Ciò a conferma ed integrazione di altri meno recenti studi canadesi oltre che di università tedesche, svizzere ed europee, ma anche orientali in genere che da decenni studiano questo ed altri “functional food”. La bibliografia tecnica e scientifica internazionale in merito inizia nel 1936 ! Sono disponibile a fornire o a indicare i links delle pubblicazioni scientifiche citate.
Volenti o nolenti, per effetto della globalizzazione e dei mutamenti climatici, dopo il KIWI (Actindia deliciosa) anche il GOJI (Lycium barbarum) diventa europeo ed italiano, e nel nostro caso, paradossalmente, baluardo contro il MADE IN CHINA selvaggio. E succederà presto anche per altre colture (mango, avogado, annona, feijoa, ecc.). Il Lycium barbarum viene coltivato in Italia, ormai in tutte le regioni, da piccoli agricoltori singoli oppure riuniti in Rete di Imprese, in Consorzi o associazioni. Una coltura che ri-conferisce dignità all’agricoltura, sostiene l’ambiente di aree marginali e regala benessere e salute 100% italiano ai consumatori, sempre più attenti e consapevoli delle proprie scelte alimentari, anche grazie a veri e propri divulgatori, spesso pionieristici, come IL FATTO ALIMENTARE.
Dott. Agr. ROSARIO PREVITERA
Gent.mo Dr. Previtera, nessuno mette in discussione la qualità delle bacche made in italy: l’articolo (ecco il link: http://www.em-consulte.com/article/1138690/allergie-a-la-baie-de-goji%C2%A0-etat-des-lieux) è uno stato dell’arte non associato a un paese specifico.
Che le bacche contengano almeno due proteine allergizzanti non dipende dal paese di provenienza: è semplicemente un fatto poco conosciuto, sul quale gli allergologi francesi hanno voluto richiamare l’attenzione. Indicare il nome delle due proteine non aggiunge granché all’informazione, il cui messaggio vuole semplicemete ssere: può succedere, attenzione, soprattutto se si è allergici alle solanacee o se si hanno allergie.
Il glutine non c’entra nulla (e tutti gli studi seri dimostrano che si tratta più che altro di una moda perché le diagnosi vere sono stabili da anni).
Mi perdoni, infine, ma non capisco che cosa vuole dire quando chiede quali allergie e intolleranze: l’allergia (e l’intolleranza) è un fenomeno unico, e non ne esistono vari tipi ma solo vari allergeni (proteine, e non aminoacidi) cui si può o meno reagire. Anche nella bacche coltivate nel migliore dei modi possono essere presenti le due proteine che danno allergia, quindi non ne farei un problema di provenienza
agnese codignola