Greenpeace ha pubblicato una guida tascabile per l’acquisto responsabile del pesce. Lo scopo è di aiutare i consumatori a leggere le etichette, valorizzare la pesca artigianale e sostenibile, conoscere le specie e le diverse modalità. La guida è scaricabile dal sito FishFinder ed è stata pubblicata dopo che un sondaggio condotto dall’Istituto Ixè ha indicato che il 91% degli italiani è disposto a cambiare abitudini alimentari per evitare lo sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche.
Greenpeace ricorda che nel Mediterraneo circa il 90% degli stock ittici è pescato in modo eccessivo e i mercati sono invasi da pesci catturati con metodi distruttivi e non sostenibili. La pesca artigianale non è valorizzata e le alternative per i consumatori sono limitate anche se esistono. FishFinder vuole aiutare il consumatore a scegliere specie che non sono in declino contrastando “il potere della pesca industriale, che domina il mercato del pesce e svuota i mari pescando in modo eccessivo e spesso distruttivo”.
L’associazione ambientalista dà sei consigli per scegliere in modo responsabile:
Sostenibilità – Preferire il pesce fresco locale e le specie che non sono in declino, provando anche le specie meno conosciute;
Pesca artigianale – Preferire il pesce catturato con attrezzi artigianali, che, se correttamente utilizzati, hanno un minor impatto su fondali e habitat marini, e sono più selettivi;
Pescato localmente – Il pescato nei mari italiani è fresco e contribuisce a sostenere l’economia locale;
Misura giusta – Per molti pesci c’è una taglia minima, per garantire che non vengano catturati e venduti esemplari troppo piccoli, che non hanno avuto il tempo di riprodursi;
Stagionalità – Come frutta e verdura, anche il pesce ha la sua stagionalità e quindi vanno rispettati i tempi della natura;
Etichetta – Leggere le etichette che devono riportare molte informazioni importanti per una scelta responsabile.
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Probabilmente quando lo capiranno sarà troppo tardi…
Alcune campagne ambientaliste, tra cui questa in particolare, sono veramente molto discutibili. La pesca intensiva, come l’allevamento, ha depredato i mari ed ogni risorsa…basta osservare alcune specie a rischio d’estinzione. Questo è accaduto solo ed esclusivamente per valorizzare ed incentivare i profitti derivanti da questo sfruttamento scellerato, anche in consididerazione del fatto che il consumo del pesce come alimento non è assolutamente indispensabile per la salute Umana. Le stesse proprietà nutritive possono ricercarsi tranquillamente in altro cibo che non sia per forza di cose prelevato abusivamente, devastando quindi l’ecosistema marino. Questa guida è secondo me inutile perchè a lungo andare non produce nessun tipo di effetto costruttivo, oltre che etico. La soluzione migliore è non mangiare il pesce.