Gli italiani hanno sprecato, nel 2018, quasi 20 kg di cibo per famiglia all’anno. La lotta allo spreco alimentare è diventata una necessità sempre più urgente, tanto che a partire dal 2017 il MiPAAF ha istituito con il Crea un “Osservatorio sulle eccedenze, sui recuperi e sugli sprechi alimentari”, collocato presso il Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione del Crea.
L’Osservatorio ha come obiettivo assicurare un supporto tecnico-scientifico al MiPAAF, per quantificazione univoca e scientificamente fondata a livello nazionale del fenomeno. Questo avviene attraverso la raccolta, l’elaborazione e l’aggiornamento dei dati relativi agli sprechi e alle eccedenze alimentari in tutte le fasi della filiera: produzione agricola e industriale, commercio, ristorazione e consumi. Sono inoltre previsti progetti innovativi e studi mirati alla limitazione degli sprechi alimentari.
I rifiuti alimentari domestici rappresentano una percentuale significativa, rispetto a quanto accade nell’intera catena di approvvigionamento. Secondo i dati, presentati daLaura Rossi, nutrizionista e coordinatrice dell’Osservatorio e membro del comitato scientifico della Sinu, la Società italiana di nutrizione umana, nel 2021 si è registrato un aumento dello spreco domestico, che è arrivato a 420 g/settimana/famiglia. Emerge la consapevolezza delle famiglie dell’impatto negativo dello spreco su diversi ambiti è piuttosto elevata. Il più sentito è l’impatto economico (70%), di gran lunga superiore a quello sociale (conseguenze su disponibilità di cibo nel mondo, (59%) e a quello ambientale (55%).
La Sinu fornisce alcuni semplici consigli, buone pratiche da mettere in atto nella vita familiare e quotidiana, per evitare lo spreco:
1. Pianificare il menù settimanale
Fondamentale è l’attenzione alla pianificazione in anticipo dei menù settimanali, che, come risulta dall’Osservatorio, coinvolge solo il 42% degli intervistati. Disporre in casa di alimenti in quantità sufficiente risulta essere una priorità nelle scelte alimentari per la maggior parte delle famiglie, e, di contro, avere un eccesso di scorte non costituisce una priorità prevalente.
2. Definire le quantità da acquistare e cucinare
Solo un quinto degli intervistati dice di avere difficoltà a cucinare nuovi piatti e ancora meno sono coloro che non sanno riutilizzare gli avanzi o che non sanno pianificare le giuste quantità di alimenti da acquistare, un comportamento virtuoso che fa si che il consumatore italiano sia molto attento allo spreco.
3. No agli acquisti d’impulso
La difficoltà nel pianificare la spesa porta ad effettuare acquisti d’impulso ed in eccesso. Diventa, quindi, essenziale educare i consumatori, consentendo loro di fare scelte alimentari più consapevoli e sane, sia per promuovere la salute, che per proteggere l’ambiente.
4. Fare sempre la spesa dopo mangiato e mai a stomaco vuoto
Se non si è mangiato, trasportati dallo stimolo della fame, si rischia di acquistare cibi poco sani, ricchi di calorie e, comunque, in grande quantità.
5. Imparare a riconoscere se un alimento è ancora buono
Molto spesso il cibo viene buttato perché non è chiara la differenza tra data di scadenza e termine minimo di conservazione (TMC). Più di un terzo dei consumatori italiani non sa che un alimento oltre il TMC è ancora consumabile, può perdere un po’ di fragranza, ma non ci sono problemi di salute. Comprendendo meglio i termini di scadenza, è possibile capire la durata della bontà degli alimenti conservati in dispensa o nel frigorifero.
6. Riutilizzo degli avanzi
Contro lo spreco, il riutilizzo degli avanzi è una buona pratica comunemente riportata. In Italia, lo spreco è principalmente in forma completamente inutilizzata o parzialmente utilizzata e, in generale, tutto il cibo cotto viene consumato, portando a una percentuale generalmente piccola di avanzi. Dobbiamo quindi imparare a fare la spesa meglio.
7. Seguire la Dieta Mediterranea e le porzioni consigliate
In Italia, il 50,4% della popolazione non segue le Linee Guida per una sana alimentazione. Ancora in molti sottovalutano quali siano le porzioni consigliate di alcuni alimenti protettivi per la salute (come frutta, verdura, pesce e legumi). Solo una piccola parte del campione mangia le 5 porzioni giornaliere di frutta e verdura, consuma pane/pasta/riso più volte al giorno (20%) e compensa con porzioni più elevate di alimenti a più alta densità calorica (come carne rossa e/o conservata, prodotti dolciari e bevande zuccherate).
8. Educare le nuove generazioni
Dare buoni esempi e una buona educazione a casa sullo spreco alimentare incrementa l’aderenza alle raccomandazioni nutrizionali. Quindi è buona pratica insegnare ai più piccoli a non sprecare.
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Pianificare il menù settimanale e definire le quantità da acquistare e cucinare
Problema: in una famiglia composta solo da due coniugi ultraottantenni ormai obbligati ad acquistare nei supermercati i “pacchetti” contenenti cibi sono sempre di peso esagerato (ed. Fegato bovino si trova solo in confezione di 4 fette per quasi 400 grammi di peso di cui solo uno dei coniugi si ciba e gli basterebbe una fetta da 100 gr. Del rimanente si può recuperare come paté usando però altri ingredienti e comunque non è possibile mangiarlo per giorni e giorni) la stessa cosa dicasi per moltissimi cibi, quindi come si può programmare?!
No agli acquisti d’impulso (?)
Spesso nei supermercati non è possibile acquistare ciò che si è programmato per mancanza di offerta sui banchi.
Fare sempre la spesa dopo mangiato e mai a stomaco vuoto
Se non si fa la spesa non si può mangiare e di solito la spesa si fa al mattino.
Imparare a riconoscere se un alimento è ancora buono e riutilizzo degli avanzi e seguire la Dieta Mediterranea e le porzioni consigliate
Vero è ancora consumabile, ma avendo dovuto acquistarne in quantità esagerata o si butta o diventa comunque indigesto.
Educare le nuove generazioni
Noi educhiamo ma poi pubblicità e mode diseducano
Questi della SINU giudicano le famiglie in base alle abitudini degli stessi SINU? Io da pensionato di scarto alimentare faccio appena le bucce della frutta e verdura e dire che vado a fare la spesa a stomaco vuoto.
Non solo per una questione ecologica, ma soprattutto perchè scarseggia il denaro.
Quelli del SINU dovrebbero farsi un giro nelle vari mense, negli alberghi e ristoranti, questi ultimi per guadagnare abbondano con le porzioni, oltre allo spreco alimentare dobbiamo aggiungere anche il danno alla salute e al portafoglio.