Diminuiscono i casi di salmonella in Europa: nel 2010 sono stati l’8,8% in meno rispetto al 2009 e il trend in discesa continua ormai da cinque anni. La buona notizia è contenuta nel rapporto sulle zoonosi e le epidemie di origine alimentare appena pubblicato dall’Agenzia per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).
Una precisazione: il documento presenta dati riferiti al 2010. Dunque non include l’epidemia di Escherichia coli O104:H4 scoppiata la scorsa primavera in Germania, a causa di germogli di fieno greco contaminati, e che ha provocato la morte di oltre 50 persone e il ricovero di 4.000, di cui 800 costrette alla dialisi.
Nel 2010 sono stati registrati nei 27 Paesi Ue 5.262 focolai di tossinfezione alimentare. Le persone coinvolte sono state 43.473, con 4.695 ricoveri in ospedale e 25 decessi. Nel complesso la situazione appare in miglioramento: nel 2009 i focolai sono stati 5.550 e hanno coinvolto 48.964 persone, provocando 46 morti.
Il responsabile principale di queste epidemie è stato il batterio della Salmonella (31% dei casi): seguono vari virus, tra cui i Norovirus (15%), e infine il Campylobacter (9%). Fonti principali di intossicazione sono state uova e prodotti derivati, pasti pronti e vegetali. In particolare, gli esperti di EFSA ed ECDC sottolineano che rispetto agli anni scorsi sono in aumento i casi provocati da verdure contaminate.
Per la Salmonella si conferma il trend di diminuzione evidente ormai da alcuni anni: nel 2010 sono stati segnalati 99.020 casi contro i 108.618 del 2009. Ovviamente parliamo di tutti i casi registrati, che non sono sempre di origine alimentare. La salmonellosi colpisce in prevalenza i bambini e si manifesta con febbre, diarrea e crampi addominali. Secondo il rapporto, la riduzione dei casi sarebbe dovuta al successo di programmi di controllo effettuati a tappeto negli allevamenti avicoli di tutta Europa.
Il segno meno non riguarda solo i casi di Salmonella: bene per esempio anche per le infezioni – comunque più rare – da Yersinia enterocolitica (6776 casi, meno 10% rispetto al 2009) e Trichinella (223 casi, meno 70%), rispettivamente un batterio e un nematode che possono contaminare le carni di maiale, provocando sintomi gastrointestinali analoghi a quelli della salmonellosi. Stabile, invece, la listeriosi (1601 casi, il 3,2% in meno). I paesi più colpiti dall’infezione, che interessa soprattutto gli anziani, sono stati Finlandia, Danimarca e Spagna. Pesci e formaggi molli e semimolli i principali “veicoli” alimentari.
Non tutti i dati del 2010, però, sono positivi. Intanto va registrato un aumento del 12% delle infezioni da Escherichia coli produttori di verotossina, provocate in particolare da latte crudo (e derivati), carne di pecora, maiale e pollo, vegetali e pesci. Ma soprattutto è il caso di sottolineare la crescita dei casi di tossinfezione da Campylobacter. Parliamo di 212.000 casi nel 2010, il 7% in più dell’anno precedente, con una tendenza alla crescita che prosegue ormai da vari anni. La contaminazione riguarda in particolare carne di pollo e derivati: lo stesso genere di controlli che ha portato al buon risultato sulla salmonella andrebbe dunque esteso anche al Campylobacter.
Valentina Murelli
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Queste informazioni dovrebbero essere estese a coloro che danno per scontata la sicurezza degli alimenti cosiddetti a Km 0.