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sugar taxIl 6 aprile nel Regno Unito entrerà in vigore la tassa sulle bevande zuccherate (la sugar tax) decisa due anni fa e il suo successo, ancora prima della sua applicazione, sta suscitando interesse a livello internazionale. La tassa britannica è differente da quelle applicate sinora nel resto del mondo, sia nella sua struttura sia nella sua finalità, che non è quella di far diminuire il consumo di bevande zuccherate ma di spingere i produttori, attraverso la leva fiscale, a ridurne il contenuto di zucchero. La tassa ha due fasce: una di 18 pence al litro per le bibite contenenti più di 5 grammi di zucchero per ogni 100 millilitri e l’altra di 24 pence al litro per le bibite con più di 8 grammi di zucchero per ogni 100 millilitri. I succhi di frutta naturali, le bibite a base di latte e i piccoli produttori sono esenti dalla tassa.

Al momento dell’annuncio, l’associazione dei produttori di bibite, la British Soft Drinks Association, aveva definito la tassa “semplicemente assurda”, dichiarandosi molto delusa dalla decisione del governo di colpire l’unica categoria del settore alimentare e delle bevande che negli ultimi anni aveva costantemente ridotto l’apporto di zucchero.

Due anni dopo, però, il successo dell’iniziativa, ancora prima della sua entrata in vigore, è dimostrato dal dimezzamento delle entrate previste, che saranno destinate ad attività sportive nelle scuole. Infatti, due anni fa il governo britannico aveva stimato che nel primo anno di applicazione dell’imposta le entrate sarebbero state pari a circa 520 milioni di sterline, equivalenti a 587 milioni di euro. Oggi, invece, questa stima è più che dimezzata, essendo di 240 milioni di sterline, pari a 271 milioni di euro, grazie al fatto che in questi due anni molte aziende produttrici hanno riformulato le loro bevande, riducendo il contenuto di zucchero per evitare di dover pagare la nuova tassa.

Ad esempio, come riferiscono Beverage Daily e il Washington Post, in Gran Bretagna Lucozade ha riformulato le sue bevande, che ora contengono tutte meno di 5 grammi di zucchero per ogni 100 millilitri, Coca-Cola stima che circa il 60% dei suoi prodotti eviteranno la nuova tassa, mentre San Pellegrino ha ridotto del 40% il contenuto di zucchero delle sue bevande.

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CARUSO Giovanni
CARUSO Giovanni
17 Aprile 2018 21:04

Bene, ottimo risultato. Se l’obiettivo era quello che si voleva, mi pare sia stato centrato. Dovrebbe essere un esempio per tutti. In Italia, invece si pensa solo al malloppo,