Il 17 marzo la Commissione europea e il governo canadese hanno siglato un accordo preliminare (“Memorandum of understanding”) che prevede l’esportazione in Europa di carni bovine di alta qualità, provenienti da animali non trattati con ormoni della crescita. “L’accordo odierno è un passo importante per la risoluzione di una disputa in corso da molto tempo” – ha affermato John Clancy, un portavoce della “EU trade” – “e permetterà di sgravare gli esportatori europei dai costi delle sanzioni sul mercato canadese.”Si mette così fine a llungo contenzioso in sede WTO (“World Trade Organization”, Organizzazione Mondiale del Commercio), collegato al divieto di commercializzare in Europa carni di bovini trattati con gli ormoni della crescita (“hormonal growth promoters”, HGPs) che invece sono tollerati in Canada e anche negli Usa.
L’utilizzo degli ormoni della crescita nell’allevamento di bovini per finalità alimentari da anni è autorizzato in USA e Canada, ma è invece tassativamente vietato in Europa dal 1996. Sulla base del divieto e in virtù del principio di precauzione nell’UE vengono bloccate le importazioni di carne.Nel 1996 gli Stati Uniti e il Canada come risposta alla posizione europea, avviano un contenzioso presso il WTO, sostenendo che il divieto di uso degli ormoni è privo di fondamento scientifico e costituisce una barriera al libero scambio.
Nel 1997 il “Dispute Settlement Body” del WTO si è pronunciato contro l’Unione Europea, ritenendo che i suddetti divieti non erano sostenuti da prove scientifiche idonee a dimostrare la pericolosità degli ormoni nelle carni per il consumo umano.
L’UE allora presenta un ricorso contro il verdetto, che però viene confermato dal “WTO Appellate Body” nel 1988. Nel 1999 il WTO autorizza Canada e Stati Uniti ad adottare misure ritorsive di natura economica nei confronti degli operatori europei, mediante imposizione di dazi supplementari alle importazioni dai Paesi europei per oltre 125 million US$/anno.
Nel 2005 la Commissione europea presenta al WTO nuove evidenze scientifiche per dimostrare la permanenza degli ormoni nelle carni, come pure la loro diffusione nell’ambiente circostante agli allevamenti che ne fanno uso (nei corsi d’acqua in particolare).
Non riuscendo tad associare l’uso di ormoni a un rischio quantificabile per la salute, il WTO riconferma le precedenti decisioni.Nel 2008 la Commissione europea presentato un ulteriore ricorso in appello, ma ancora una volta il WTO accoglie le deduzioni di Canada e USA. Il finale di pochi giorni fa con iil Canada che rinuncia agli ormoni ( solo per la carne destinata all’esportazione) è un inaspettato successo per l’Europa ( l’accordo siglato è simile a quello firmato dagli USA il 13 maggio 2009 per la stessa controversia con l’UE (
Tutto è bene ciò che finisce bene (senza bisogno di ormoni per la crescita)!
Dario Dongo
Per maggiori informazioni:
http://en.wikipedia.org/wiki/Beef_hormone_controversy
http://trade.ec.europa.eu/doclib/press/index.cfm?id=685
http://www.eubusiness.com/news-eu/canada-trade-food.956
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