Il tono delle recensioni è inconfondibile: «Come si fa non volere almeno un po’ di bene a questa trattoria?». Oppure: «L’unica incognita è l’umore dei camerieri, che può essere gioviale, brusco o funere a seconda di chi vi capita». O, ancora, «I ristoranti di Milano sono crepuscolari o alluvionati di luce, senza vie di mezzo». È l’edizione 2011 di PappaMilano, …
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