Il 20 luglio con l’entrata in vigore del regolamento europeo 1333/2008 che impone sull’etichetta dei prodotti contenenti i coloranti E102, E104, E110, E122, E124 ed E129 la frase “può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini “ è praticamente finito l’uso di questi composti ( i prodotti etichettati prima di questa data potranno essere commercializzati fino alla scadenza) Quale mamma darebbe al proprio bambino una bibita, una caramella o uno snack con un simile avvertimento sull’etichetta? La questione è delicata perché stiamo parlando di coloranti molto utilizzati dalle imprese per un’ampia gamma di prodotti alimentari destinati a grandi e piccini come bevande analcoliche, caramelle, snack, prodotti da forno e dessert.
Lo studio sui coloranti
Tutto è iniziato con uno studio realizzato qualche anno fa dall’università di Southampton che correlava la presenza di questi coloranti all’iperattività dei bambini. La questione è stata discussa a lungo e ha creato molte polemiche, perché lo studio riguardava un cocktail di coloranti, e le accuse erano considerate dal mondo industriale troppo generiche. «Anche il panel dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) di Parma che si occupa di additivi – spiega Catherine Leclercq ricercatrice dell’Inran e membro a suo tempo del gruppo di esperti Efsa che si occupa di additivi alimentari – quando ha esaminato il problema ha espresso un parere generico, trovandosi di fronte ad uno studio realizzato su miscele di coloranti e non a singoli composti.
La vicenda però è andata avanti, e un anno fa il panel ha preso in considerazione gli studi tossicologici più recenti su questi singoli coloranti, decidendo di ridurre la dose giornaliera accettabile (Dga) per giallo chinolina (E104), giallo arancio S (E110) e rosso cocciniglia A (E124) e riconoscendo che parte della popolazione può manifestare intolleranza alla tartrazina (E 102) anche al di sotto della Dga». Nel frattempo la questione era già arrivata al Parlamento europeo che nel dicembre 2008 in piena autonomia, ha optato per una forma di cautela inserendo sull’etichetta la scritta”può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini “. In questi anni alcune industrie hanno cercato alternative ricorrendo a coloranti ottenuti da vegetali (erbe, ortaggi, frutta, petali di fiori) in grado di dare la stessa tonalità e stabilità.
Le possibili alternative
Gianna Ferretti dell’università Politecnica delle Marche nel suo blog Trashfood riferisce di nuovi ingredienti come l’estratto di cartamo (un fiore dai petali aranciati conosciuto anche con il nome di zafferanone) che viene usato per le bibite analcoliche colorate di giallo, al posto della tartrazina. Per il colore rosso si pensa al licopene ottenuto dai pomodori, all’estratto di rape rosse o alle antocianine ricavate da frutti di bosco. Estratti di curcuma o paprika potranno essere impiegati per conferire diverse sfumature dal giallo all’arancione.
Articolo pubblicato anche su www.corriere.it
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24