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yogurt vipiteno sterzing sapori origine latteBuongiorno,
acquisto abitualmente presso i supermercati Esselunga di Milano lo yogurt al caffè “Sapori di Vipiteno” a marchio Sterzing Vipiteno, scelto sulla base delle sue caratteristiche, in primis per l’origine del latte “Italia”, come riportato anche sulla confezione esterna di cartone. Presso il suddetto distributore, la confezione di due vasetti è venduta al prezzo di 1,09 €.

Alcuni giorni fa, casualmente, mi trovo presso un supermercato IperCoop di Milano e acquisto (al prezzo di 0,99 €) quello che credo essere a tutti gli effetti il medesimo vasetto: stesso produttore (Sterzing Vipiteno), stessa etichetta (Sapori di Vipiteno), stesso prodotto (yogurt al caffè).

Aprendo la confezione e leggendo l’etichetta mi accorgo che:

  1. La dicitura sull’origine del latte dice :“Paesi UE (Italia&Austria)”;
  2. Le altre scritte sulle confezioni (vasetto e stagnola) sono riportate in diverse lingue e non solo in italiano, come nel prodotto da me abitualmente acquistato.
  3. Osservando più attentamente mi accorgo, che sulla stagnola posta a copertura del vasetto, tra la lista di ingredienti è indicata la presenza di “fermenti lattici vivi” al contrario di quanto riportato sul cartone esterno dove il riferimento è a “fermenti lattici”.

Come è possibile tutto questo? Sono stata superficiale all’atto dell’acquisto?
Alessia

yogurt sapori vipiteno etichetta origine latteAlle domande della nostra lettrice risponde Vipiteno.

Da alcuni anni anche i contadini del Tirolo del Nord, cioè subito dopo il confine del Brennero, sono nostri soci e ci consegnano il latte fresco. La qualità del latte è la stessa di quello del latte delle nostre parti e si usano gli stessi criteri e le stesse norme per garantire un prodotto di alta qualità anche per i soci dell’Austria.

Dobbiamo però considerare e rispettare il regolamento europeo 1169/2011, il quale richiede l’indicazione dell’origine del latte e quindi dichiariamo precisamente la provenienza della materia prima. Abbiamo quindi alcune linee di prodotto per le quali utilizziamo solo latte dell’Alto Adige, ed altre dove viene usato anche il latte dei nostri soci del Tirolo del Nord (Austria).

Invece, per quanto concerne le diciture sulle confezioni, cerchiamo sempre di riportare tutte le indicazioni principali in entrambe le lingue (italiano e tedesco). In qualche caso però, per motivi di spazio, viene riportato il testo o la linea di prodotto, solo in italiano.

Per quanto riguarda la dicitura “fermenti lattici/fermenti lattici vivi”, ci teniamo a sottolineare che per la produzione dello yogurt usiamo sempre i fermenti lattici vivi, a prescindere dal fatto che venga riportata la scritta “fermenti lattici” oppure “fermenti lattici vivi”.

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Nunzio
Nunzio
29 Aprile 2019 18:38

Tranquilla signora, il latte austriaco è buono almeno quanto quello italiano.

Mattia Cozzani
Mattia Cozzani
29 Aprile 2019 20:31

Secndo me basterebbe verificare la produzione di yogurt , burro e di latte fresco che viene confezionato ogni giorno dalla latteria . Fatto questo vedere quanti capi hanno gli assocciati tra italiani e tirolesi e mpltiplicare per i litri che questi capi producono ogni giorno nelle due mungiture. . A questo punto sapendo quanto latte occorre per ogni vasetto di yogurt , burro e sapendo i litri venduti senza altre lavorazioni si capisce se la latteria attinge solo dai suoi associati o si rifornisce di latte proveniente da altri paesi .

Roberto La Pira
Reply to  Mattia Cozzani
30 Aprile 2019 10:11

Scusi ma l’azienda differenzia le due linee una di latte 100% italiano e l’altra di latte italiano e austriaco. Qual è il problema?
Il latte importato in genere è di ottima qualità.

Davide Uccello
Davide Uccello
30 Aprile 2019 14:52

Credo che il problema serio è la dicitura 100% latte italiano che con strategia di marketing raccoglie la fetta attenta alla provenienza del prodotto che acquista e in realtà nelle note a margine del contratto e di etichetta non si tratta di latte italiano. Non credo sia corretta l’etichetta sulla tracciabilità del prodotto che deve essere univoca

Roberto La Pira
Reply to  Davide Uccello
30 Aprile 2019 15:18

Ma le etichette sono entrambe corrette. Anche diverse acque minerali utilizzano lo stesso nome ma provengono da fonti diverse. Ci sono aziende che producono prodotti bio e non bio con lo stesso brand.

Cinzia Scaffidi
Cinzia Scaffidi
1 Maggio 2019 16:00

Vipiteno dista circa 20 km dal confine austriaco. E’ sicuramente più “locale” il latte austriaco di quello lombardo, per esempio. Se ci sono le garanzie sulla qualità e il disciplinare della produzione e se comunque in etichetta è dichiarata la provenienza dell’ingrediente, dove starebbe il problema? Chi ha piacere di ingerire solo latte italiano (ma per quale motivo poi? Un conto è se l’alternativa è quello cinese, ma quello austriaco che problema rappresenta?) può scegliere la linea fatta solo con latte italiano.

Mirko
Mirko
Reply to  Cinzia Scaffidi
5 Maggio 2019 16:17

Nessun problema ma, se posso scegliere, scelgo latte di aziende italiane che pagano le tasse in Italia. E non e’ poca La differenza. 100% made in Italy!!!!!!!

LUDOVICO
LUDOVICO
1 Maggio 2019 16:01

Cercando un burro di latte italiano nel Carrefour express vicino casa ,scopro che nessun burro é di latte italiano ma di UE e non UE ..quali sono i paesi non UE che forniscono latte???
Ormai compro solo burro di latte di bufala in un negozio specializzato in prodotti caseari di latte di bufala..

Sandro kensan
1 Maggio 2019 21:48

Io cerco di comprare sempre latte tirolese in forma di yogurt, penso che siano le mucche migliori quelle alpine. Poi mi fa piacere che non ci siano confini per il latte tra i due tiroli e mi dispiace che si debba scrivere “Provenienza EU (Italia&Austria)”, dovrebbero potere scrivere “Tirolo”.

Se poi potessero metterci meno zucchero e senza aromi artificiali (quello alle bacche di vaniglia ha aromi naturali e artificiali) sarebbe il Top!

Tiziana
Tiziana
Reply to  Sandro kensan
9 Maggio 2019 11:25

ci mancherebbe solo questo! poi qui diventerebbe a tutti gli effetti uno Stato nello Stato! si vede che non ci abitate, con tutti i pro e contra…con tutto il rispetto x le mucche tirolesi. E comunque, anche qui ci sono le zone grigie nella qualità del latte.

Marina
Marina
2 Maggio 2019 19:43

Questo è un classico esempio di come il sovranismo alimentare di Coldiretti possa produrre gravi distorsioni di giudizio nel consumatore: è appena evidente che tutto il latte tirolese è ottimo, ma ad Alessia basta leggere che il latte non è solo italiano per sentirsi frodata. Ha ragione Sandro, bisognerebbe poter scrivere 100% latte tirolese. chissà se Alessia si sentirebbe meno frodata se leggesse 100 latte italiano e poi scoprisse (ipotesi assurda, sia ben chiaro) che è stato utilizzato anche latte di Rovigo oltre a quello del Sud Tirolo? Meditate gente, meditate e imparate a ragionare con la vostra testa.

Helmut Lansbergen
Helmut Lansbergen
9 Maggio 2019 08:24

Sulla lingua tedesca : Potrei aggiungere per favore che il vero nome di “Vipiteno” (un’invenzione del nazionalista Signore Ettore Tolomei, chi voleva eradicare la lingua tedesca) è “Sterzing” ?
La popolazione della nostra provincia (BZ) è per 77% di lingua tedesca.
Lo statuto di autonomia indica bilinguismo sui prodotti.
Non è colpa della latteria che il nostro Tirol è diviso….(in tre parte- Nord- Sud- e Est)
Il prodotto è 100% Tirolese.

Tiziana
Tiziana
Reply to  Helmut Lansbergen
9 Maggio 2019 11:32

sono nata a Bolzano e quindi so tutto delle nostre latterie (compresa la benemerita Senni di un tempo, ora purtroppo inglobata dalla più potente -e con meno qualità, ma più quantità- MILA); e so anche che non sempre e scontatamente sono sinonimo di qualità… in quanto alla lingua italiana, il fatto che Tolomei volesse eradicare quella tedesca, non è un buon motivo x eradicare questa (anche noi non siamo colpevoli di essere nati qui)

Paolo Aiello
Paolo Aiello
9 Maggio 2019 08:44

I fermenti lattici DEVONO essere vivi. Non esistono fermenti lattici morti. Sarebbe Il massimo della trasparenza e dell’informazione al consumatore specificare quali sono i ceppi dei fermenti e la loro quantità in UFC (Unità Formanti Colonie) per ml. di prodotto.
In quanto veterinario in pensione ex dirigente di Istituto Zooprofilattico, parlo da esperto.

massimo
massimo
9 Maggio 2019 10:16

è ormai una ossessione il made in italy! ci sono prodotti molto probabilmente migliori dei nostri, di costo inferiore e minor impronta ecologica, e il latte è uno di questi, perché austria, francia, olanda e l’europa centro-orientale in genere hanno in abbondanza i pascoli che in italia non abbiamo. in italia tutto il latte prodotto, compreso quello destinato all’ottimo parmigiano, viene da mucche non sono mai uscite dalla stalla.

Maria Pia
Maria Pia
Reply to  massimo
9 Maggio 2019 11:43

Ognuno sarà libero di fare le proprie scelte in base alla propria testa e al proprio sentire?Io compro sempre Il Vipiteno bio e so bene che il latte non è solo italiano ma anche austriaco come dichiarato ma i dubbi della signora sono più che legittimi,l’azienda ha chiarito e non si capisce il vostro fare polemica! io invece noto che altre aziende per esempio non mettono proprio la provenienza del latte e le escludo dai miei acquisti e ho cominciato a escludere anche la Yomo che mi piace perché non voglio più vasetti in plastica ma in vetro e quindi Granarolo gusto di una volta e Vipiteno bio!Una famiglia di quattro persone che prende uno yogurt a testa ogni giorno in una settimana accumula 28 bicchieretti di plastica,Ma siamo pazzi veramente…

Valerio
Valerio
9 Maggio 2019 12:04

Buongiorno, mi occupo di agroalimentare e alcuni anni fa sono stato presso lo stabilimenti di produzione della cooperativa Sterzing-Vipiteno per motivi di lavoro. Confermo che all’epoca, in base alle informazioni da me raccolte e verificate, l’approvvigionamento del latte avveniva da un gruppo di produttori locali, in parte sul territorio italiano e in parte su quello austriaco. Come in molte altre aziende, si producono linee di prodotto anche con differenti origini geografiche a seconda dei capitolati dei clienti e della disponibilità della materia prima (il latte prodotto in Italia non soddisfa minimamente la richiesta, con buona pace di chi pensa di poter bere solo latte italiano). Le etichette mostrate sono trasparenti, bastava leggere ed eventualmente se si pensa che il latte austriaco sia velenoso, non acquistare lo yogurt con presenza di latte austriaco. Per Ludovico: il burro ottenuto da latte italiano esiste sicuramente, per molti formaggi italiani avviene una parziale scrematura dei grassi del latte che poi dà origine alla produzione di burro, ad esempio per Parmigiano Reggiano e Grana Padano. Fermo restando quanto scritto finora sui quantitativi di latte italiano che sono comunque insufficienti per il consumo nazionale, probabilmente nel suo caso si tratta di una strategia commerciale di approvvigionamento della catena. Quindi dovrebbe cercare in altro negozio. Per mia esperienza si importa latte talvolta da paesi extra UE come l’Ucraina, ma anche la Svizzera è extra UE. Stranamente sull’origine delle materie prime non sento mai completare il ragionamento dei nazionalisti: se vogliamo mangiare solo prodotti italiani, perché ci vantiamo di esportarli, non sarebbe meglio che ognuno si mangiasse i propri prodotti alimentari, e venissero scoraggiate le esportazioni? Credete forse che il Parmigiano o il Franciacorta esportati in USA e Canada non abbiano un’impronta ecologica paragonabile al tanto vituperato concentrato di pomodoro che facciamo arrivare dalla Cina, e che le nostre aziende poi prevalentemente riesportano, anche in Africa, a scapito dei produttori locali?

bruno
bruno
18 Maggio 2019 10:29

il latte Austriaco fa 4.5 di grasso e 4.2 di proteine, sembra di bere della panna fresca, io non avrei dubbi su che prodotto usare per fare dello yogurt o delle mozzarelle TOP. la storia del made in italy ha stufato, va bene per le dop non si discute, Grana Padano; Parmigiano Reggiano, Gorgonzola ecc ecc. ma non crediamo alle favole che qualcuno racconta che il latte Italiano e migliore perchè più controllato, non è vero è controllato come quello comunitario in quanto i regolamenti sono comunitari. Pensiamo invece alle certificazioni di prodotto volontaria, anche queste esistono in tutto il mondo…chiediamoci perchè sono pochi i caseifici certificati BRC e IFS che producono DOP. E’ facile nascondersi dietro i disciplinari per fregiarsi di un marchio di qualità e poi non essere in grado di superare una certificazione di prodotto volontaria dove si mettono in pratica procedure per la salvaguardia della salute del consumatore ad un livello anche superiore a quanto richiesto dalle norme vigenti. I prodotti della Sterzing Vipiteno sono certificati IFS io non ho dubbi su che prodotto comprare.
Ps: non lavoro alla Sterzing Vipiteno