
Il 22 marzo si è celebrata la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), un’occasione per ricordare a noi tutti che un sesto della popolazione del pianeta ancora non ha accesso all’acqua potabile, mentre due esseri umani su cinque sono privi di servizi igienici. Per rendersi conto della situazione vi proponiamo un documento di Amref.
Nelle aree rurali dell’Africa sub-sahariana più del 40% della popolazione non ha accesso a fonti idriche sicure. Ogni famiglia spende il 26% del proprio tempo per andare a prendere acqua. Questo compito tocca quasi sempre alle donne, che camminano in media 5 chilometri al giorno per raggiungere una fonte d’acqua pulita e trasportarne una ventina di litri. Un buon allenamento per tenersi in forma, commenterebbero gli studiosi della ‘EU Platform for Action om Diet, Physical Activity & Health’, tra un caffè e un paio di biscotti. Ma se ne potrebbe pur fare a meno, se la cooperazione internazionale funzionasse come dovrebbe.
L’accesso all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie adeguate è la premessa indispensabile per superare la povertà estrema e prevenire le epidemie a sud del Mediterraneo. Ogni anno più di 1,8 milioni di bambini muoiono a causa di tifo, colera, dissenteria, e gastroenterite. La diarrea è la principale causa di malattia e di morte in Africa, e l’88% dei decessi per diarrea sono legati alla mancanza di servizi igienici e di acqua pulita. L’accesso a fonti sicure potrebbe invece ridurre i tassi di mortalità infantile di oltre il 20%.
Amref è una delle poche realtà che porta avanti diversi progetti idrici rivolti soprattutto alle donne africane, considerate il perno in grado di garantire oltre al benessere delle famiglie, la protezione dell’ambiente, lo sviluppo rurale e la difesa della bio-diversità.
Nel 2012 Amref ha raggiunto 14 milioni di persone in Africa, nei suoi programmi per l’accesso alla salute e all’acqua sicura. Negli “slum” di metropoli come Nairobi e Kampala, come pure nei villaggi rurali, i progetti idrici permettono la costruzione di pozzi, cisterne e acquedotti e la protezione di sorgenti, ma anche la formazione di tecnici e di comitati di gestione, la creazione di microattività produttive, la promozione dell’educazione igienico-sanitaria. Grazie, Amref.
Dario Dongo
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Dario Dongo - 25 Marzo 2013