le iene pesce mercurio
Analizzare le singole unità di prodotti ittici potenzialmente a rischio come suggerito dalle “Iene”, è incompatibile con la commercializzazione di tonni e pesci spada freschi e farebbe lievitare in modo insostenibile i costi

Ciò significa che medici veterinari nell’ambito delle attività ispettive e di campionamento, ed altri professionisti del settore che si occupano di gestire i piani di autocontrollo aziendale, al fine di offrire ai consumatori un livello di tutela della salute il più elevato possibile, devono tenere conto dei cosiddetti fattori di rischio legati al tipo di processo o prodotto. Nel caso qui analizzato, ad esempio, le verifiche ispettive devono prevedere un adeguato controllo a campione dei prodotti ittici puntando sulle specie più a rischio ma anche su altri parametri come il peso dei prodotti, la loro quantità di grasso, la loro origine, ecc. Analizzare tutte le singole unità di prodotti ittici potenzialmente a rischio per metalli pesanti, come suggerito dalle “Iene”, significherebbe affontare tempi di analisi incompatibili con la commercializzare di tonni e pesci spada freschi e fare lievitare in modo insostenibile i costi relativi. Gli organi di controllo ufficiale possono e devono svolgere delle indagini a campione (o monitoraggio) per valutare la situazione sanitaria di partite importate o oggetto di scambio comunitario ed eventualmente adottare i provvedimenti previsti nel caso di risultati sfavorevoli. Inoltre anche l’esito più o meno positivo deve essere poi analizzato ed elaborato al fine di comprenderne il rischio reale. Anche l’allarmismo delle “Iene” relativamente agli esiti positivi dei pochi campioni esaminati, ha evidenziato sì valori superiori a quelli previsti dalla norma, ma non oggettivamente sinonimo di pericolo reale, poiché bisogna ricordare che anche i limiti hanno un significato conservativo e cioè sono calcolati con numeri altamente prudenziali proprio per consentire una valutazione e prevenzione del rischio adeguati.

 

TEPEDINO
Valentina Tepedino veterinaria e direttore di Eurofishmarket cirtica l’allarmismo di programmi come Le iene.

Sicuramente quello che oggi manca in Italia è una informazione corretta ed efficace rivolta al consumatore sui rischi alimentari sia sanitari che nutrizionali. A riguardo l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, si è pronunciata più volte in merito alla corretta gestione dei rischi in campo alimentare, attraverso la pubblicazione di informative e pareri scientifici. Ora è il turno della stampa ma soprattutto delle istituzioni, attraverso la diffusione corretta e non allarmistica delle informazioni anche attraverso campagne educative sul consumo consapevole, da inserire eventualmente nei programmi formativi scolastici. L’ultima nota che indebolisce la posizione dell’oncologo francese David Khayat  intervistato nel programma è la riposta finale quando dice che le sue dichiarazioni hanno riguardato esclusivamente il tonno rosso. In Italia il tonno rosso viene commercializzato e  consumato in misura trascurabile in pochi ristoranti tanto che rappresenta non più del 5%. Infatti a causa degli allarmismi degli ultimi anni sulla diminuzione della risorsa e dell’aumentare della burocrazia utile alla commercializzazione in Italia tutti i supermercati e la maggioranza delle pescherie e dei ristoranti non acquista tonno rosso, ma solo tonno a pinne gialle che non viene pescato nel mare antistante la nostra Penisola.

Valentina Tepedino, direttore Eurofishmarket ( info@eurofishmarket.it –www.eurofishmarket.it)

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Giovanni
Giovanni
18 Marzo 2014 12:45

Questo articolo a me personalmente non è piaciuto molto, mi ha lasciato un po interdetto. All’inizio si fa riferimento a quanto siano efficaci e impostati i campionamenti e le azioni previste dai piani di autocontrollo, però in molti vostri articoli si fa riferimento esattamente al contrario, a come sono labili i controlli e a quanto spesso vengono aggirati.
Concordo con voi che sarebbe stato necessario intervistare persone più vicine a noi invece che andare in Francia.
Non sono per niente d’accordo sulla questione dei limiti, non è che se sono “abbondanti” allora siamo a posto anche se sforiamo un pochino, se sono calcolati vanno rispettati e se si superano c’è un rischio. Se non accettiamo questo vuol dire che il sistema non funziona e che ognuno è libero di sforare basta che sia di poco.
In ultimo non importa se il tonno rosso lo consumano in pochi, se il consumo è basso non vuol dire che allora è trascurabile il fatto che ci sia il piombo.
Non sono pro-allarmismo, ma non vuol dire che se uno fa un servizio automaticamente sbaglia, sbaglia chi dovrebbe comunicare queste cose, e che non comunica niente.

maurizio
maurizio
Reply to  Roberto La Pira
19 Marzo 2014 14:15

Quando c’è chi discute da tifoso invece di usare la logica e la ragione c’è poco da fare. Continui comunque così La Pira, prima o poi l’informazione migliorerà (anche perchè è difficile che peggiori ulteriormente)

Carlo
Carlo
18 Marzo 2014 15:52

Buongiorno.
Leggo con curiosità questa polemica sui problemi dei prodotti ittici da amo e ritengo doveroso fare una opportuna precisazione: da operatore del settore, tonno e spada sono soggetti a un rischio sanitario molto più alto e di diversa natura. L’uso di additivi è palese ad un occhio attento, ed anche se parzialmente dichiarati (vedi gli antiossidanti) escludono quelli illegali e che ad esempio fanno diventare rosso un tonno marrone (vedi nitriti, nitrati e CO) E’ una sorta di ipocrisia tacitamente accettata da qualunque buyer della GDO che compri tonno e spada a prezzi che gli permettano di offrirlo poi al pubblico a 14/15 €/Kg.

Un saluto
C.

Giovanni
Giovanni
20 Marzo 2014 05:40

Maurizio mi perdoni, a me pare di essere stato pacato ed educato, se lei definisce il mio commento “da tifoso” farei, fossi in lei, qualche riflessione perché forse il “tifoso” in questo caso è lei. Mi sono permesso di esprimere un mio parere e un mio pensiero e forse lei avra la logica, ma le manca la ragione. Gli spazi per i commenti sono fatti appositamente per scambiarsi idee e riflessioni.
I limiti inseriti però dovrebbero però essere già stati calcolati in base ai livelli di rischio, quindi il dato dovrebbe già essere definitivo e discriminatorio per l’immissione sul mercato.

Ilaria
Ilaria
25 Marzo 2014 10:35

Io invece apprezzo il servizio delle Iene per quanto purtroppo riguardi solo il tonno mentre il problema riguarda tutti i pesci. Il dott. Khayat lo conoscevo già per aver letto il suo interessantissimo libro “la vera dieta anticancro” e se voi giornalisti che trattate i problemi di quello che mangiamo vi occupaste di informare le persone nel modo corretto come l’oncologo francese non ci sarebbero più inutili allarmismi ma vera informazione su ció che ingeriamo quotidianamente perché tutti gli alimenti (carne, pesce, verdure nessuno escluso) oggi sono inquinati. Se voi informaste la gente sui reali pericoli che ogni categoria di alimenti porta con se smetterebbe anche questo continuo alternarsi di inutili scandali che a rotazione colpiscono un tipo di carne, un tipo di pesce, un tipo di verdura ecc. la gente deve capire che l’unico modo per ridurre i rischi é avere un alimentazione varia per alternare i veleni che ingeriamo. Quello detto dalle iene é solo un piccolo pezzo di quello che, se foste giornalisti veri, dovreste raccontare, approfondire e diffondere e urlare a gran voce.

Stefano
Stefano
26 Marzo 2014 11:29

Ilaria, verità sacrosanta.

marco
marco
26 Marzo 2014 14:47

x maurizio.
Se vogliamo analizzare il “panorama completo delle discussioni” io al “chi discute da tifoso” aggiungerei anche che c’è chi invece “discute per difendere grandi interessi” che potrebbero essere intaccati preferendo di proposito che certe questioni (anche se si tratta solo del 5%) non vengano messe in evidenza