salmoni salmone pesce mare

salmoni scappati

Salmoni trattati con antibiotici: ne sono scappati 700 mila da un mega-allevamento di una multinazionale norvegese in Cile. La notizia riportata da Valori, sito di finanza, etica ed economia sostenibile. Autorità e ong sono preoccupate per le possibili conseguenze sull’ambiente e sulla salute umana della maxi-fuga di salmoni trattati con il florfenicol. Recuperata solo una minima parte.

Alla metà di luglio, il Cile ha chiesto la chiusura di un gigantesco allevamento di salmoni situato nel sud della nazione latinoamericana. Pochi giorni prima, una tempesta di forte intensità ha provocato danni alla struttura e la conseguente “fuga” di 690mila esemplari di salmoni. Tutti trattati con medicinali a base di florfenicol, un antibiotico ad uso veterinario, il cui consumo per gli esseri umani è controindicato. Un evento epocale per le sue dimensioni, che potrebbe anche comportare pesanti conseguenze in termini ambientali.

I fatti risalgono al 5 luglio, quando una violenta perturbazione ha colpito la costa della regione di Los Lagos, mille chilometri a sud di Santiago. Le gabbie che contenevano i numerosissimi esemplari di salmoni, presso l’allevamento di Punta Redonda, si sono così aperte. Senza che la multinazionale norvegese che gestisce il sito – la Marine Harvest, il principale colosso mondiale del settore – potesse intervenire.

«È stato qualcosa di assurdo – ha raccontato al quotidiano francese Libération Gerardo Soto, un pescatore locale -. Tutti si sono messi a pescare. La quantità di salmoni presente nel mare era impressionante. Alcuni arrivavano perfino sulle spiagge». Il tutto è durato una settimana. Poi i salmoni si sono spostati altrove. Ma se la “febbre” dei pescatori è scesa, i rischi per l’ecosistema locale rimangono altissimi.

I salmoni trattati con l’antibiotico florfenicol possono creare conseguenze sull’ambiente e sulla salute umana

Per questo la SMA (La Superintendencia del Medio Ambiente, organismo di vigilanza del Cile) aveva chiesto al tribunale di Valvida di introdurre come «misura urgente» la chiusura dell’allevamento, a titolo preventivo. Ma la giustizia della nazione sudamericana potrebbe, in teoria, spingersi ben oltre. Imponendo una multa fino a 7 milioni di dollari e disponendo uno stop definitivo al sito.

I responsabili di quest’ultimo devono infatti rispondere alle accuse di «possibili mancanze nella manutenzione e nei sistemi di sicurezza», come indica una denuncia depositata dal Servizio nazionale per la pesca e l’allevamento ittico. Ma quali sono le possibili conseguenze per l’ambiente? Secondo il governo cileno, un fatto simile rappresenta un evento grave e senza precedenti.

Il rischio è di trovare salmone contaminato da antibiotico sulle nostre tavole

I salmoni potrebbero infatti contenere residui di antibiotici, che se ingeriti dall’uomo, possono provocare reazioni anche importanti. Soprattutto nei soggetti allergici. A luglio, dopo parecchi giorni di lavoro, infatti, la Marine Harvest era riuscita a recuperare solo il 5,7% dei salmoni fuggiti. Nonostante l’aiuto, nel difficile compito, della Marina e della polizia cilene, nonché dei pescatori locali. Ai quali sono stati offerti 7mila pesos (circa 9 euro) per ciascun pesce recuperato.

Mentre per l’ecosistema e le specie marine indigene, il rischio è che i pesci possano trasmettere batteri patogeni e malattie. Preoccupazioni accentuate ulteriormente dal fatto che i salmoni in questione appartengono ad una specie invasiva e predatrice. Secondo le ong ambientaliste, ciò potrebbe modificare anche in modo permanente l’equilibrio della biodiversità locale.

«I possibili scenari – ha osservato Estefania Gonzales, coordinatrice oceani per Greenpeace Cile – sono due ed entrambi negativi. O i salmoni moriranno e allora i loro cadaveri rischiano di contaminare l’acqua. Oppure sopravviveranno. E allora vorrà dire che mangeranno le specie locali. Il nostro grande timore, è che il salmone dell’Atlantico possa risalire il corso dei fiumi. Quindi riuscire a riprodursi e adattarsi alla nuova vita selvatica in modo permanente». Rendendo così definitivo il danno.

di Andrea Barolini

© Riproduzione riservata

[sostieni]

0 0 voti
Vota
4 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
ezio
ezio
1 Ottobre 2018 13:03

Naturalmente come al solito si è trattato di un incidente e la Marine Harvest continuerà ad allevare salmoni.
Incredibile se non fosse vero. Scopriamo la vera gravità dei fatti solo in occasione di incidenti occasionali e nessuno dei responsabili di questi mega allevamenti ha la minima competenza per le responsabilità che si è assunto.
Probabilmente essendo animali protetti da medicinali antibiotici, cessando di colpo la terapia e senza copertura ne alimentazione forzata, si ammaleranno prestissimo con poche probabilità di riprodursi diventando cibo per altri pesci, ma se fossero stati i famosi salmoni OGM monstre della AquaBounty americana, il problema sarebbe monstre come gli animali geneticamente modificati da quest’altra società di diversamente responsabili fino al primo incidente.

anonimo
anonimo
2 Ottobre 2018 08:21

Trovo vergognoso che esistano degli allevamenti simili in cui i pesci vivono in condizioni alienanti e pessime: non mangerò più il salmone.

kat
kat
4 Ottobre 2018 13:30

Il rischio è gravissimo, gli antibiotici usati sono pericolosi per la salute umana, però questi pesci sono destinati al consumo umano!! Qualcosa non mi torna…

Igor Ravagnani
Igor Ravagnani
9 Ottobre 2018 12:32

Vero che residui di antibiotici, se ingeriti dall’uomo, provocano reazioni anche importanti nei soggetti allergici.
Ma dopo poco tempo vengono espulsi dai pesci, tenete presente che in situazione ottimale con 1,5 kg di mangime crescono di 1 kg, quindi, tra indice di conversione e il tempo di digestione, non causerebbero danni alla salute. Inoltre gli antibiotici che si danno anche ai salmoni, (cosa comunque da evitare), fa parte di una prassi comune, e dopo il giusto periodo di stabulazione scompaiono dalle carni. Altro discorso sul danno alle altre specie ittiche che potrebbero risentire dell’improvviso aumento di predatori, ma il quantitativo anche se sembra grande può essere assorbito dall’ecosistema in brevissimo tempo, in pratica è poca roba, pertanto nessun allarmismo spropositato.