Millet soup with salmon cabbage
Sono solo tre i gruppi alimentari che contengono buone quantità di questo elemento e si tratta di pesci di mare e crostacei, latte e uova

In effetti, ottenere una giusta quantità di iodio dalla sola alimentazione non è facile. «Sono solo tre i gruppi alimentari che ne contengono buone quantità, si tratta di pesci e crostacei marini, latte e uova» spiega Olivieri. Secondo alcune stime riportate nel rapporto OSNAMI, con la dieta i bambini coprono solo il 63% del loro fabbisogno giornaliero, arrivando fino all’85% nel caso in cui alcuni vegetali siano sostituiti da quelli arricchiti in iodio attualmente presenti sul mercato (patate e carote).

 

Non cambia molto per adolescenti e adulti: per tutti, la dieta non basta a garantire la quantità necessaria. Una soluzione c’è e si chiama “sale iodato”. Premesso che per evitare di accentuare  il rischio di malattie cardiovascolari, dovremmo consumare poco sale (secondo le indicazioni dell’OMS, gli adulti dovrebbero limitarsi a 5 grammi al giorno e i bambini a 2/3 ), basterebbe utilizzare sale iodato per garantire il necessario apporto iodico quotidiano ( 30 mg di iodio per kg di sale).

 

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Pessimo anche il quadro dell’apporto di iodio in gravidanza che è insufficiente

La situazione italiana – dove per altro i consumi di sale sono molto superiori rispetto a quanto consigliato dall’OMS  – evidenzia una scarsa diffusione del sale iodato. I dati di vendita lo confermano: solo il 55% del sale venduto presso la grande distribuzione è iodato. Ancora inferiori le percentuali riferite al canale della ristorazione collettiva (23%) e dell’industria alimentare (7%). In atre parole vuol dire che  i pasti pronti e gli alimenti confezionati consumati dagli italiani sono nella grande maggioranza dei casi preparati con sale senza iodio.

Anche a casa molte persone utilizzanoil sale comune. «Questo accade per varie ragioni, a partire dal permanere di una certa diffidenza nei confronti dello iodio» spiega l’esperta. Molti pensano che “faccia male” che sia “radioattivo”, che non vada consumato.

 

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Per legge il sale comune non dovrebbe neppure essere esposto, ma dovrebbe essere venduto solo dietro esplicita richiesta

Ma ci sono anche ragioni legate al costo. In genere quello iodato costa di più: per esempio, in un punto vendita Coop nel Nord Italia abbiamo trovato un kg di sale fino iodato di Italkali (Sale di Sicilia) a 71 centesimi di euro, contro i 52 centesimi per un kg di sale comune della stessa marca. Inoltre, per legge (*) il sale comune non dovrebbe neppure essere esposto, ma dovrebbe essere venduto solo dietro esplicita richiesta. Si tratta di una norma disattesa praticamente ovunque. «Del resto, dal punto di vista del consumatore è normale preferire il prodotto meno caro, se non sa bene perché quello più caro dovrebbe essere migliore».

 

Proprio per promuovere una maggior conoscenza sull’argomento, nelle scuole ma anche nella classe medica, la Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica ha appena lanciato un progetto contro la carenza di iodio in pediatria. L’iniziativa prevede dieci incontri educativi in alcune scuole primarie e dell’infanzia di varie città, oltre a una serie di appuntamenti formativi per i medici. «L’informazione fondamentale da recepire, comunque, è molto semplice» conclude Olivieri. «Poco sale, ma iodato. E in condizioni particolari, per esempio in gravidanza o se si segue una dieta vegetariana o vegana, meglio valutare con il proprio medico l’opportunità di introdurre un integratore specifico di iodio».

 

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Il sale iodato costa il doppio del sale non iodato che però secondo la legge non dovrebbe essere esposto sugli scaffali dei supermercati

(*) 1.I punti vendita di sale destinato al consumo diretto assicurano la contemporanea disponibilita’ di sale arricchito con iodio e di sale alimentare comune; quest’ultimo è fornito solo su specifica richiesta del consumatore.

2. Nell’ambito della ristorazione pubblica, quali bar e ristoranti e di quella collettiva, quali mense e comunità, è messo adisposizione dei consumatori anche il sale arricchito con iodio.

3. Negli espositori dei punti vendita di sale alimentare è apposta una locandina diretta ad informare la popolazione sui principi e sugli effetti della iodioprofilassi, individuata con decreto del Ministro della salute.

 

Valentina Murelli

© Riproduzione riservata

Foto: iStockphoto.com

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stever
stever
14 Ottobre 2014 16:29

Articolo ben fatto, lo iodio previene molte malattie della tiroide.
Aggiungo solo che c’è una piccola percentuale di casi dove l’uso sistematico del sale iodato è sconsigliato: gli ipertiroidei e coloro i quali hanno avuto, come me, un carcinoma tiroideo.

Luisella
Luisella
15 Ottobre 2014 18:43

I soggetti con tiroidite cronica autoimmune sono molti, soprattutto fra le donne, corretto è informare sulla iodoprofilassi, ma rendere disponibile il sale comune solo su richiesta è una sciocchezza. Anche perché prima di informarmi perbene io credevo che anche con i miei problemi potessi consumare sale iodato, invece il medico mi ha persino sconsigliato di tingere i capelli di rosso (a quanto pare le tinture rosse contengono iodio).
La postilla sulle malattie tiroidee non va sottovalutata.

Stever
Stever
Reply to  Luisella
16 Ottobre 2014 13:41

più che un rosso qualsiasi basta evitare tinte e cibi/bevande con il rosso E127 (eritrosina) ultimamente sempre meno usato perché pare provochi ipersensibilità nei bambini, l’unico colorante che contiene iodio, lo stesso vale per creme come somatoline (contenenti ormoni tiroidei) o prodotti tipo iodosan. Comunque si sconsiglia l’uso “sistematico” perché occasionalmente non fa nulla visto che quando si va fuori a mangiare o in alcuni paesi come in Francia (se si è in vacanza) sarà difficile trovare pietanze non condite con sale iodato.

Alessandro
Alessandro
16 Ottobre 2014 09:09

Probabilmente l’autrice dell’articolo è in grado di rispondere a questo mio quesito: come mai invece in paesi come la Germania e (credo) Gran Bretagna (ma su questo potrei sbagliarmi) il sale iodato è considerato penalizzante anzichè un plus?

Roberto La Pira
Reply to  Alessandro
20 Ottobre 2014 09:32

Gentile lettore,
bisognerebbe capire meglio da parte di chi sarebbe considerato penalizzante il sale iodato. A noi non risulta che le cose stiano esattamente così.

Secondo l’Agenzia tedesca per la sicurezza alimentare, Bfr, che abbiamo interpellato in proposito, «la Germania è un’area caratterizzata da carenza di iodio a livello del suolo. Questo significa che, da sola, la concentrazione di iodio che si può trovare negli alimenti naturali non è sufficiente a garantire un adeguato apporto nella popolazione. Per questa ragione, la profilassi con sale iodato continua a essere necessaria».
In Germania è consentita per legge l’aggiunta di 15-25 milligrammi di iodio per kg di sale. «Una quantità – precisa il Bfr – scelta in modo da non rappresentare rischi né per gli individui sani né per coloro che soffrono di disturbi della tiroide».

Per quanto riguarda il Regno Unito, John Lazarus, professore di endocrinologia clinica dell’Università di Cardiff e coordinatore regionale per l’Europa occidentale dello Iodin Global Network, ci fa sapere che effettivamente non c’è mai stata alcuna legge o raccomandazione governativa sull’utilizzo del sale iodato. «Questo – precisa l’endocrinologo – non perché si ritenga che faccia male, ma semplicemente perché non le istituzioni non si sono mai preoccupate dell’argomento, dando per scontato che l’assunzione di iodio nel paese sia soddisfacente. In realtà non è così, soprattutto per le donne incinte. Per il momento, comunque, il governo ha stanziato dei fondi per la ricerca».
Valentina Murelli

Giovanna
Giovanna
20 Ottobre 2014 14:44

Gentilissimi tutti,
approfitto delle Vostre competenze per esporvi il mio dubbio sul tema “sale iodato”: mi è sempre stato detto che per lo iodio aggiunto al sale, essendo di natura “chimica”, non sia così “scontato” il suo effetto, come dire, “benefico” (insomma è ancora tutto da dimostrare…), piuttosto è meglio un buon “sale integrale”. Ben consapevole che “mi hanno detto” non abbia alcun fondamento scientifico, sono fiduciosa in una vostra cortese osservazione. Grazie.

Stever
Stever
Reply to  Giovanna
20 Ottobre 2014 19:00

il sale “integrale” che sia marino o estratto da cave contiene solo tracce di iodio comppletamente trascurabili ai fini dell’integrazione quotidiana; niente a che vedere con quello artificialmente iodio-aggiunto che è perfettamente assimilabile (ben 30 microgrammi di iodio per ogni grammo di sale iodato!)

Mauro
Mauro
20 Ottobre 2014 21:53

Sono un ricercatore chimico ed ho una domanda da porre agli esperti, ammesso e non concesso che un sale inorganico possa essere utilizzato dal nostro organismo, non riesco a spiegarmi perche´ l´eventuale integtazione di iodio venga fatto con iodati (IO3) e non per esempio con ioduri(I-), ora mentre si fa tanto parlare della necessita´ di componenti alimentari ricchi di antiossidanti, si da il caso che iodato sia un potente ossidante. Resto in attesa della cortese risposta.

barbara
barbara
Reply to  Mauro
21 Ottobre 2014 10:22

Gentile Mauro, non sono una persona preparata come lei ma mi trovo assolutamente d’accordo sulle sue considerazioni. Inoltre mi chiedo per quale motivo, scarsità di iodio nel terreno a parte, si dia per scontato che l’integrazione negli alimenti sia la via migliore di procedere per il “bene comune”

Faccio anche un altro appunto: per chi come me è sottoposta a terapia ormonale tiroidea, il sale iodato è vietato, in quanto potrebbe alterare senza che io lo sappia la dose di farmaco che prendo. Fosse anche il problema di una sola persona, io eviterei davvero di vendere cibi integrati

Stever
Stever
Reply to  Mauro
21 Ottobre 2014 10:38

..anche se non ne conosco i motivi il sale viene addizionato sia con gli iodati che con gli ioduri sia in Italia che nel resto del mondo. In una circolare del ministero della sanità italiana (del 10.08.05 n.562) si legge solo che la differenza tra i primi ed i secondi sta nelle confezioni (iodati non più di 1 Kg a confezione, ioduri non più di 0,55 kg)

ezio
ezio
21 Ottobre 2014 10:41

Mi associo alla richiesta di Mauro ed aggiungo la ricerca di un parere medico-scientifico sull’utilizzo del sale marino integrale, completamente ignorato nell’articolo.

stever
stever
Reply to  ezio
21 Ottobre 2014 13:34

come ho scritto sopra il sale marino integrale contiene solo “tracce” di iodio e di altri minerali assolutamente trascurabili ai fini della salute umana e quindi a livello di organismo completamente equivalente a quello non integrale; qualche minerale in più (visibili dal colore diverso dal bianco ma comunque sempre poco utili nonostante vengano pubblicizzati come se avessero chissà quali proprietà) ce l’hanno i sali esotici come quello rosa dell’Himalaya, quello rosso Indiano, quello arancione Australiano, quello nero o rosso Hawaiano, il blu Iraniano (Persiano), ecc. ma sempre comunque con tracce di iodio assolutamente trascurabili.

Stever
Stever
21 Ottobre 2014 10:43

non sono un chimico ma ho trovato questa trattazione, non so se può essere utile a qualche esperto: (copio/incollo)

Come si può arricchire il sale di iodio (I)
Nel mondo sono quattro i sali di iodio con cui può essere arricchito il sale da cucina
per consumo umano:
Potassio Iodato KIO3 Potassio Ioduro KI Sodio iodato NaIO3 Sodio ioduro NaI
(più ampio è il ventaglio di additivi contenenti iodio nel caso dei mangimi per animali)
In Italia sono permessi solo
KI (“sale iodurato”), KIO3 (“sale iodato”) e KI + KIO3 (sale iodurato e iodato)
KI è il più naturale, essendo spontaneamente presente nell’acqua di mare e quindi,
sebbene in piccola quantità, nel sale marino integrale.
Tuttavia a contatto con O2 tende nel tempo a ossidarsi:
4H+ + 4I− + O2→ 2I2 + 2H2O
producendo I2 che causa un ingiallimento del prodotto. Per questo motivo negli
ultimi anni è stato soppiantato quasi ovunque in Italia da KIO3 (0.005%).
Il sale di iodio viene spruzzato sul sale da cucina mentre va su nastro trasportatore al confezionamento;
in impianti piccoli l’operazione può essere anche effettuata manualmente.
Invece negli USA KIO3 non è accettato dal ministero della sanità e quindi viene
usato solo nei mangimi per gli animali. Però al sale addizionato di KI vengono
aggiunti additivi per consumare lo iodio che si può produrre, per esempio
il destrosio (C6H12O6 + I2 + H2O → C6H12O7 + 2HI)
o il tiosolfato S2O3
= + I2→ 2I- + S4O6

Sofia
Sofia
21 Ottobre 2014 16:24

In carenza di iodio (e solo in quel caso) perchè non utilizzare anche le alghe, sempre di provenienza certificata e biologica, che lo contengono naturalmente?

stever
stever
Reply to  Sofia
21 Ottobre 2014 17:44

il problema degli integratori ad esempio a base di alghe è che non sono sempre graditi ai bambini (che sono quelli che maggiormente avrebbero bisogno insieme alle donne gravide del supplemento di iodio) mentre il sale si usa per condire normalmente gli alimenti. Poi c’è anche la faccenda dei costi diversi tra un integratore e un pacco di sale iodato.

Virginia Carpi
Virginia Carpi
22 Ottobre 2014 15:26

Io che sono ipertiroidea il sale iodato lo devo vedere col binocolo…. quindi forse sarebbe corretto precisare meglio le categorie di persone per le quali è consigliato il consumo e altre no.

Costante
Costante
22 Ottobre 2014 17:47

Ha ragione Virginia, il sale iodato deve essere consumato in modo mirato ove ce ne sia effettivo bisogno. Promoviamo invece gli alimenti, latte, uova… che ne contengono quantità idonee, e sicuramente in forma assimilabile. Ci sono bambini cui è fatto bere pochissimo latte e genitori che non portano mai uova sulla tavola: in gran parte è questione di pura ignoranza e carenza di educazione alimentare, che sta alla base di una corretta alimentazione , necessaria più che mai oggi per prevenire enormi problematiche che si evidenziano sempre più fra bambini e ragazzi, con ricadute salutistiche ed economiche importantissime nell’età adulta.

Renata
Renata
24 Ottobre 2014 13:05

Ero convinta che in Italia fosse normalmente messo in vendita sale iodato e pensavo che questo nn fosse mai cambiato. Moltissimi anni fa, intendo dire alla fine degli anni ’70 un medico che conoscevo e che aveva deciso di fare per un certo periodo il medico condotto a Lampedusa, mi aveva detto che lo Stato italiano aveva deciso di aggiungere iodio a tutto il sale in commercio per combattere l’insorgenza del gozzo così comune nelle campagne e soprattutto tra la popolazione più povera e contadina. Io stessa, che sono lombarda, ricordavo molte persone del mio paese con il gozzo.

stever
stever
Reply to  Renata
24 Ottobre 2014 13:18

Diciamo che bisognerebbe lasciare tutto come è adesso, cioè nei supermercati è venduto “a vista” sia il sale senza addizione che quello addizionato allo iodio ben evidente nelle diciture della confezione. Trovo invece sbagliato che il sale senza iodio debba essere venduto “a richiesta” proprio perché non tutti abbiamo le stesse evidenze.

Francesco
Francesco
7 Novembre 2014 10:01

LEGGE 21 marzo 2005, n. 55
(si può trovare tra gli altri su:
http://www.albanesi.it/wp-content/uploads/2014/01/legge_55_iodoprofilassi1.pdf?75a956 )