richiamo vongole

richiamo vongoleCoop ha diffuso il richiamo di un lotto di vongole o lupini New Copromo per la presenza di Escherichia coli oltre i limiti di legge. Il prodotto interessato è venduto in retine da 500 grammi ed è stato confezionato in data 04/02/2020 con il numero di lotto 0035C.

Il richiamo interessa esclusivamente i seguenti punti vendita Coop Alleanza: Titan-Coop di San Marino (SM), Cervia Mazzotti di Cervia (RA), Andrea Costa a Bologna (BO), Ravenna – Gallery a Ravenna (RA), IperCoop Centro Borgo a Bologna (BO), IperCoop Centro d’Abruzzo a San Giovanni Teatino (CH), IperCoop Città delle Stelle ad Ascoli Piceno (AP), IperCoop Lungo Savio a Cesena (FC), IperCoop Globo a Lugo (RA) e IperCoop Miralfiore a Pesaro (PU).

A scopo precauzionale, si raccomanda di non consumare le vongole con il numero di lotto segnalato e restituirle al punto vendita Coop d’acquisto.

Dal 1° gennaio 2020, Il Fatto Alimentare ha segnalato 19 richiami, per un totale di 20 prodotti. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda  almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf  “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

© Riproduzione riservata

[sostieni]

0 0 voti
Vota
2 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
alberto
alberto
10 Febbraio 2020 13:53

Buongiorno,
wikipedia spiega bene come , ANCHE per ridurre gli scarti di macelleria e risparmiare sullo smaltimento, le carcasse avicole possono essere schiacciate con molta forza tra piastre con piccoli fori da 2mm dai quali esce un “purè animale commestibile” noto con il nome di C.S.M. ( NON Consiglio Superiore della Magistratura ma CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE ) . la sigla CSM non la trovo in nessun prodotto italiano trasformato fatto con carne come cita la risposta ALDI sulla mancanza di provenienza .
La domanda: in Italia si produce un gran quantità di spremuta di carcasse CSM ma ….è obbligatorio indicarne la presenza nei cibi che la contengono? Perchè non ci fate vedere un bel filmino cosi impariamo da voi a scegliere? non ci credo….

Valeria Nardi
Reply to  alberto
10 Febbraio 2020 15:38

Se presente, la CSM, deve essere indicata in etichetta e anche in che percentuale. https://ilfattoalimentare.it/wurstel-pollo-tacchino-confronto.html