Pane, farina rovesciata e spighe di grano

Aggiornamento del 20/03/2019

Il ministero della Salute ha revocato il richiamo della farina a marchio Selex perché “la dicitura può contenere tracce di soia è conforme”. Resta ancora valido il richiamo del prodotto a marchio Cuore Mediterraneo di Todis, che reca invece la dicitura “prodotto in uno stabilimento in cui si utilizza soia”.

Il richiamo della farina

Il ministero della Salute ha pubblicato il richiamo di due lotti di farina di grano tenero tipo 00 con i marchi Selex e Cuore Mediterraneo di Todis per la presenza dell’allergene soia non dichiarato in etichetta, sebbene sulle confezioni siano riportate le diciture “prodotto in uno stabilimento in cui si utilizza soia” e “può contenere tracce di soia”.farina grano tenero 00 cuore mediterraneo selex allergeni soia

Il prodotto interessato è distribuito in sacchetti di carta da 1 kg con il numero di lotto L 19 008 e la data di scadenza 08/02/2020 per quanto riguarda la farina a marchio Cuore Mediterraneo (EAN 8025916107072) e L 19 009 con la data di scadenza 09/02/2020 per quella a marchio Selex (EAN 8003100250018).

La farina richiamata è stata prodotta per Selex e Todis dall’azienda Molino Rossetto nello stabilimento di via San Fausto 98, a Pontelongo, in provincia di Padova.

A scopo precauzionale, si raccomanda alle persone allergiche alla soia di non consumare la farina interessata dal richiamo e riportarla al punto vendita d’acquisto dove sarà rimborsata o sostituita. Il prodotto è sicuro per i consumatori non allergici.

Dal 1° gennaio 2019, Il Fatto Alimentare ha segnalato 22 richiami, per un totale di 50 prodotti, e 2 revoche. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda  almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf  “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

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Milena
Milena
6 Marzo 2019 09:00

Scusate non ho ben camito, in etichetta è riportato la dicitura “può contenere tracce di soia”” e allora cosa c’è che non va? anche se è stata trovata la soia era dichiarata in etichetta. Cosa dovevano fare le aziende?
Grazie

Elisabetta Puccetti
Elisabetta Puccetti
12 Marzo 2019 15:54

a questo punto cosa si dovrebbe scrivere quando non si rileva soia ma non si può evitare la possibile presenza pper contaminazione del grano? Siamo alla follia!