

Nella settimana n°21 del 2013 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi sono state 52 (10 quelle inviate dal Ministero della salute italiano).
L’elenco comprende un’allerta riguardo la presenza non dichiarata in etichetta di uova in pasta di grano duro italiana (distribuita in Svezia, Norvegia, Danimarca e Italia).
Nella lista dei lotti respinti alle frontiere e/o delle informative sui prodotti diffusi che non implicano un intervento urgente troviamo: livello di migrazione totale troppo alto da strumenti di plastica cinesi per tritare le cipolle, solfiti non dichiarati in gamberetti surgelati (Parapenaeus longirostris) dalla Tunisia, migrazione di cromo e manganese da posate e sbattitori per uova dalla Cina, migrazione di manganese da cucchiai cinesi, solfiti non autorizzati in succo di cocco thailandese, livello di migrazione totale troppo alto da stampi per torta cinesi, presenza di pesticida (clorpirifos) in ceci dall’Argentina, Salmonella spp. in semi di cotone provenienti dal Ghana, migrazione di cromo e manganese da strumenti di barbecue in acciaio inox cinesi.

Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi e ritirate dal mercato, l’Austria segnala la presenza di Salmonella Derby in farina di soia destinata a mangimi, proveniente da India, via Italia.
Ulteriori informazioni sul rapporto settimanale, possono trovarsi sul sito del Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna nella sezione notizie.
Valeria Nardi
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Valeria Nardi - 3 Giugno 2013
Essendo mamma di una bambina allergica alle uova leggere queste notizie senza sapere chi è il colpevole vi assicuro che non è molto piacevole! Ci sono dei rischi seri per persone allergiche, non potete limitarvi a dire “L’elenco comprende un’allerta riguardo la presenza non dichiarata in etichetta di uova in pasta di grano duro italiana (distribuita in Svezia, Norvegia, Danimarca e Italia).” caspita abbiamo il diritto di sapere di che pasta si tratta! Non possiamo sempre essere abbandonati da tutti, con etichette illeggibili e aziende che si riparano dietro diciture del tipo 2può contenere tracce” oppure “prodotto in uno stablimento che utilizza anche”. Notizie di questo tipo dovrebbero essere date dai telegiornali perché ci sono bambini e adulti che rischiano veramente tanto per una cosa del genere! è nostro diritto sapere CHI non dichiara uovo nella pasta! Non si possono tutelare sempre gli interessi di aziende che, consapevolmente o meno, non ci dicono tutto.
Giorgia
D’accordissimo con Giorgia. Va detto il nome dell’azienda che ha messo uova nella pasta senza menzionarlo sulla confezione. Il fenomeno delle allergie e delle intolleranze è in aumento. Il consumatore deve essere informato sugli ingredienti dei prodotti alimentari perchè così potrebbe evitare spiacevoli conseguenze.
Osvaldo
Senza nomi, anche i fatti contano poco.
Gradirei sapere per quale motivo Ilfattoalimentare si rifiuta di indicare i nomi.
Parla di Rigoni, Nutella e poi non ci indica il nome del pastificio che, per chi è allergico, è essenziale.
I nomi dei produttori e dei prodotti citati nel Rasff non sono di dominio pubblico. Il ministero non li divulga e noi non li conosciamo, per questo non compaiono nell’articolo. In altri paesi le autorità sanitarie mettono in rete le allerte e fornisocno i nomi dei prodotti. Forse però qualche cosa sta cambiando in Europa.
Più correttamente si potrebbe dire che il Ministero non li divulga a meno che non ci siano scandali mediatici in corso…vedasi il caso carne di cavallo dove il rischio per la salute era nullo eppure i nomi dei produttori sono stati fatti e i prodotti ritirati. Qui invece dove il rischio per la salute c’è ed è anche rilevante, visto che si parla della presenza di un potenziale allergene non si fanno i nomi…
I nomi, i nomi!
Vedete si appellano alla normativa sulla privacy.
Per noi popolino non vale. Per quelli che siedono al trono invece è il contrario guai a “toccarli”
La risposta ai suoi interogativi è gia stata data nei vari post
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