Cartello "There's no planet B", manifestazione contro il cambiamento climatico

riciclo ambiente economia circolareAnche se l’Europa ha fatto progressi nel campo dell’economia circolare, dell’efficienza energetica e del consumo di risorse, se non si cambia rotta in fretta non saremo in grado di rispettare gli obiettivi di sostenibilità ambientale fissati per i prossimi decenni, e di certo non riusciremo a reagire prontamente agli effetti del cambiamento climatico. Lo rivela il rapporto sullo “Stato dell’Ambiente 2020” pubblicato lo scorso dicembre dall’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), un documento di 500 pagine che fa il punto sul processo di transizione verso un’Europa sostenibile.

Dal 1950 ad oggi, la popolazione mondiale è triplicata, raggiungendo i 7,5 miliardi di persone, oltre metà delle quali vivono nelle aree urbane. Questo ha influenzato profondamente la produzione alimentare, che è diventata sempre più intensiva e più lontana dai punti di consumo. La conseguenza è che negli ultimi 70 anni l’uso di fertilizzanti a base di azoto, potassio e fosforo è aumentato di ben 12 volte per aumentare le rese dei terreni agricoli, che nel frattempo si sono ridotti a causa dell’estensione delle aree urbane e industriali.

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L’agricoltura intensiva, insieme a cementificazione, sfruttamento delle foreste e il cambiamento climatico danneggiano gli ecosistemi

L’agricoltura intensiva, la cementificazione che avanza, lo sfruttamento delle foreste e il cambiamento climatico stanno avendo un impatto non indifferente sulla biodiversità, come testimoniano le popolazioni in declino di uccelli, farfalle e insetti impollinatori, messe in difficoltà dalla frammentazione, degradazione e, in ultima battuta, dalla perdita degli ecosistemi.

Ma lo sfruttamento agricolo eccessivo ha conseguenze anche sulla qualità del suolo e sulla sua biodiversità, cioè di tutti quegli animali e microorganismi responsabili della degradazione del materiale di scarto e della rigenerazione del suolo. I terreni troppo sfruttati si impoveriscono, diventano meno produttivi e, in un circolo vizioso, richiedono ancora più fertilizzanti e agrofarmaci per mantenere alte le rese.

L’agricoltura intensiva ha effetti negativi sulla qualità e sulla biodiversità del suolo

Per quanto riguarda lo stato delle acque in Europa, attualmente solo il 40% di quelle superficiali è in buono stato ecologico. Questo perché, nonostante si siano fatti passi avanti per ridurre i prelievi d’acqua ed eliminare l’inquinamento da fonti puntiformi e da azoto (derivante soprattutto da agricoltura e allevamento), le acque europee sono costantemente minacciate da inquinamento diffuso e prelievi eccessivi, di cui è responsabile anche e soprattutto l’agricoltura intensiva.

Anche gli ecosistemi marini europei restano a rischio, per la presenza di contaminanti ambientali come i metalli pesanti, l’eutrofizzazione causata dallo sversamento nei corsi d’acqua e in mare di fertilizzanti e materie organiche provenienti da agricoltura e allevamento intensivo, l’introduzione di specie aliene invasive e la presenza di rifiuti. Tra questi spiccano i materiali plastici, che con il tempo si degradano in microplastiche facilmente scambiate per cibo e ingerite da molte specie acquatiche. Nonostante questo, le politiche comunitarie stiano cominciando a produrre effetti positivi, come la ripresa di alcune specie di pesci e molluschi.

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L’ambiente marino è ancora minacciato da contaminanti, eutrofizzazione e presenza di rifiuti nelle acque

Le emissioni inquinanti sono diminuite in tutta Europa tra il 2000 e il 2017, ma non in maniera omogenea. Un settore che richiede interventi più decisi è proprio quello dell’agricoltura e dell’allevamento: per fare un esempio, l’ammoniaca prodotte da queste attività non solo non hanno registrato diminuzioni significative, sono addirittura aumentate negli ultimi anni (+3%).

Su tutto questo, poi, grava il cambiamento climatico, che ha già prodotto record di temperatura e livelli del mare negli ultimi anni e aumentato la frequenza degli eventi meteo estremi, come ondate di calore, precipitazioni torrenziali, alluvioni e siccità. Eventi che avranno un impatto sempre più importante non solo sulla produzione alimentare, ma anche sulla nostra vita.

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gianni
gianni
9 Gennaio 2020 17:15

———Un futuro sostenibile è ancora possibile: dove intervenire?
Realizzare la visione dell’Europa di un futuro sostenibile e a basse emissioni di carbonio è ancora possibile. Il rapporto delinea le sette aree chiave in cui è necessaria un’azione coraggiosa per rimettere l’Europa in carreggiata affinché possa raggiungere gli obiettivi e le ambizioni fissate per il 2030 e il 2050———
Queste righe sono tratte dal documento allegato all’articolo……..
Qualcuno abbia il coraggio di dire che queste argomentazioni potrebbe averle suggerite una qualche rivoluzionaria extraterreste disadattata e allora potremo continuare tranquillamente a consumare tutto , a parlare di calcio o di grandifratelli ……. diversamente sarà ora di fare delle scelte biosostenibili in fretta.
Il resto del mondo ci vuole fare causa perchè vietiamo pesticidi su basi non scientifiche (?) , anche in questo campo bisognerà fare scelte impopolari , vedremo presto che piega prenderanno le cose.