origine Pubblichiamo la domanda di un nostro lettore sull’indicazione di origine in etichetta. Di seguito la risposta dell’avvocato Dario Dongo, esperto di diritto alimentare.

Oggi, martedì 26 gennaio 2021, nel pomeriggio mi sono recato nel supermercato Carrefour di via Germania a Roma (ex Villaggio Olimpico) per fare la spesa. Fra i vari acquisti da me effettuati ci sono 2 confezioni di “Prugne morbide e intere” da 500 gr. l’una della Noberasco. Acquistandole avevo letto sulla parte alta del fronte della confezione la scritta “Prodotto in Italia”. Arrivato a casa, mentre riponevo le confezioni, girando il pacchetto ho visto che nella parte bassa a sinistra, in un riquadro bianco, vi è scritto, sotto la data di scadenza ed il numero di lotto “Origine: Francia”. Le mie perplessità non sono state poche in quanto non ritengo corretto scrivere “Prodotto in Italia” quando si tratta di un’attività di confezionamento che non ha nulla a che vedere con la produzione delle prugne che infatti non sono italiane ma francesi. Vi prego cortesemente di volermi chiarire queste denominazioni non corrette e che traggono solo in inganno l’acquirente. In allegato vi invio le del foto del fronte e del retro della confezione. Paolo

Di seguito il parere dell’avvocato Dario Dongo

Il Food Information Regulation – nel definire il “Paese di origine” di un alimento, all’articolo 2.3 – fa esplicito richiamo alla definizione di “origine non preferenziale” prevista nel cosiddetto Codice Doganale Europeo: “Le merci alla cui produzione contribuiscono due o più paesi o territori sono considerate originarie del paese o territorio in cui hanno subito l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale ed economicamente giustificata, effettuata presso un’impresa attrezzata a tale scopo, che si sia conclusa con la fabbricazione di un prodotto nuovo o abbia rappresentato una fase importante del processo di fabbricazione” (reg. UE n. 952/2013, articolo 60.2).

L’origine del prodotto in esame, ai sensi della citata normativa, si identifica come Italiana poiché proprio in Italia ha avuto luogo l’ultima trasformazione sostanziale. Le materie prime di provenienza francese, prugne essiccate con nocciolo, vengo infatti reidratate in acqua calda con aggiunta di conservante (sorbato di potassio), prima di venire confezionate. Il prodotto finale si distingue rispetto a quello originario per la variazione del tasso di umidità e la morbidezza, grazie alla quale esso (a differenza del prodotto di base) può venire consumato da persone con ridotta capacità masticatoria. E la trasformazione sostanziale accresce il valore economico, altresì determinante ai fini dell’attribuzione del Paese di origine del prodotto.

Il regolamento (UE) 2018/775 ha tuttavia introdotto l’obbligo di indicare in etichetta la diversa origine o provenienza dell’ingrediente primario, in tutti i casi in cui sia fatto richiamo all’origine del prodotto alimentare (vedi approfondimento). La sua applicazione è stata di fatto posticipata all’1.1.21 – con circolare 23.4.20 del ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali – in ragione dei ritardi nella catena di fornitura degli imballaggi causata da Covid-19.

Vedremo presto perciò le etichette con la dicitura sul luogo di provenienza della materia prima nello stesso campo visivo e con pari visibilità rispetto a quella “Prodotto in Italia” o “Made in Italy”.

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giunela
giunela
23 Febbraio 2021 11:03

Leggere bene le etichette prima di ogni acquisto.

Dnidny
Dnidny
23 Febbraio 2021 11:42

Sicuramente, ottimo consiglio. Io ormai vado sempre al supermercato con la lente di ingrandimento in tasca… ☺

giunela
giunela
Reply to  Dnidny
24 Febbraio 2021 08:26

grande, lo faceva già mia mamma in anni non sospetti !

Giovanni Caruso
Giovanni Caruso
23 Febbraio 2021 21:58

Comunque, anche queste norme europee, a mio parere ridicole (come tantissime altre). Altro che tutela del consumatore… quando mai !
Saluti

Dnidny
Dnidny
Reply to  Giovanni Caruso
24 Febbraio 2021 09:58

Esatto! A me resta sempre sul gozzo che la Bonduelle, anche per i prodotti venduti in Italia, non metta lo stabilimento di produzione: solo “Francia”…