Polli broiler in un allevamento intensivo; concept: influenza aviaria

Negli Stai Uniti la produzione totale di pollame e uova è aumentata di oltre il 650% nel periodo compreso dal 1948 al 2015. Quasi contemporaneamente (1960-2010) diversi fattori hanno portato a una riduzione del prezzo reale del pollo del 60%. Oggi negli la carne di pollo è la proteina animale più consumata (USDA, 2018).

I polli da carne, detti broiler, venduti nei supermercati sono quasi tutti di razze a crescita veloce, questo comporta dei benefici economici per i consumatori che acquistano il pollame a prezzi stracciati, anche se da qualche anno sono emerse alcune criticità collegate a questa scelta produttiva. I consumatori e le associazioni animaliste, preoccupati che gli alti tassi di crescita possano portare a conseguenze negative sul benessere di animali che in 40 giorni raggiungono quasi tre kg di peso, hanno iniziato a fare pressione su produttori e rivenditori, per tornare a utilizzare razze a crescita più lenta.

Polli da carne
I polli da carne venduti nei supermercati sono quasi tutti di razze a crescita veloce

Ma quali sono i costi di produzione aggiuntivi per un’azienda che decide di allevare broiler a crescita lenta? La risposta la troviamo in uno studio appena pubblicato firmato da ricercatori ed esperti di scienze avicole delle università di Purdue e del Maryland*.

Gli studiosi statunitensi hanno confrontato i dati riferiti a circa 18 anni di attività negli allevamenti, forniti dalle aziende su due razze di polli a crescita lenta (Ranger Classic e Ranger Gold) e due a crescita rapida (Ross 208 e Cobb 500). I primi impiegano rispettivamente 54 giorni e 59 giorni per raggiungere il peso di 2,7 kg, mentre le razze a crescita più rapida arrivano al peso target in circa 41 giorni. Questi dati sulla crescita sono quindi stati combinati con quelli relativi ai costi di mangime e di gestione degli spazi negli allevamenti, considerando anche la densità degli animali per metro quadrato. Secondo lo studio le razze a crescita rapida sono molto più redditizie e generano circa il doppio del guadagno rispetto a quelli a crescita più lenta. Per ottenere lo stesso volume di carne da broiler a crescita lenta, sarebbe necessario avere una maggiore metratura all’interno dei capannoni e i costi di produzione sono quindi più elevati.

Lo studio ha calcolato le spese da sostenere ipotizzando tre diversi scenari: nel primo caso i polli sono alimentati per numero fisso di giorni (sei o sette settimane) (A), nel secondo l’alimentazione dura fino a quando viene raggiunto il peso target (6 libbre, 2,7 kg) (B), mentre nella terza ipotesi si alimentano fino a massimizzare i ritorni parziali netti (C).
I risultati indicano che una conversione degli allevamenti con razze a crescita lenta aumenterebbe i costi di circa il 12% quando i produttori puntano a un peso fisso (B), del 14% ottimizzano i ritorni parziali (C) e del 25% nel caso dell’alimentazione per un numero fisso di giorni (A).

Ma cosa succederebbe se l’intera industria si convertisse all’allevamento di broiler a crescita lenta? Nei vari scenari, i prezzi al dettaglio del pollo aumenterebbero dall’1,17% al 2,9%, mentre si ridurrebbero le vendite dallo 0,91% all’1,63%.

* Jayson L. Lusk, Nathanael M. Thompson, and Shawna L. Weimer*

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ezio
ezio
14 Febbraio 2019 12:36

Ma alla fine della fiera del pollo e per il consumatore, che sia a crescita lenta oppure veloce, purché non sia accelerata artificiosamente con antibiotici e/o ormoni della crescita nei mangimi, poco importa.
Mentre l’etica nel trattamento rispettoso degli animali allevati, non è una richiesta aggiuntiva oppure un plus qualitativo, ma un obbligo sacrosanto di chi l’allevatore vuol fare, altrimenti allevatore non è, e non gli deve essere consentito esercitarlo.
Infine se le due differenti razze allevate, producono carni differenti per consistenza e sapore, sarà anche il prezzo finale adeguato a compensare i minori o maggiori costi sostenuti dagli allevatori, come in tutte le altre produzioni.

Alfredo Saba
Alfredo Saba
Reply to  ezio
16 Febbraio 2019 12:52

Concordo in pieno con Ezio.

roberto
roberto
19 Febbraio 2019 10:14

Calcoliamo anche quanta acqua in cottura paghiamo come carne, nel caso dei broiler…

ricivet
ricivet
19 Febbraio 2019 16:48

mah!? le razze Ranger non credo siano utilizzate in Italia, della Ross e Coob si usano rispettivamente il 308 – 708 e 500 – 700, le razze Ranger mi sembrano più rustiche che a lento accrescimento (da d.m. per dichiarare a lento accrescimento devono far parte di genetiche riconosciute tali e l’età alla macellazione è di 81gg minimo).
In fine non capisco come l’aumento del costo di produzione dal 12 al 25%, scende poi al 1,17 – 2,9% alla vendita.