Casco di frutti della palma da olio ancora sulla pianta; concept: olio di palma

palm oil treeIl Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla gestione trasparente e responsabile delle foreste nei paesi in via di sviluppo, in cui denuncia il forte impatto delle coltivazioni di olio di palma e registra il fallimento degli attuali sistemi di certificazione di sostenibilità. Gli europarlamentari chiedono quindi all’Unione europea di intervenire per monitorarne in modo indipendente il funzionamento e di sostituire l’attuale regime di volontarietà con norme vincolanti.

La risoluzione ricorda che la Malesia e l’Indonesia sono i principali produttori di olio di palma, con una quota stimata compresa tra l’85 % e il 90 % della produzione mondiale, e che “la crescente domanda di tale bene provoca deforestazione, esercita pressione sull’uso del suolo e ha ricadute significative sulle comunità locali, la salute e i cambiamenti climatici”, ma “osserva con rammarico” che né la Tavola rotonda per l’olio di palma sostenibile (RSPO), né l’olio di palma sostenibile indonesiano (ISPO), né quello malese (MSPO), né tutti gli altri principali sistemi di certificazione riconosciuti “proibiscono effettivamente ai loro aderenti di convertire foreste pluviali o torbiere in piantagioni di palma; ritiene pertanto che tali principali sistemi di certificazione non siano in grado di limitare effettivamente le emissioni di gas serra derivanti dalla creazione e dalla coltivazione delle piantagioni e non riescano di conseguenza a evitare i grandi incendi in foreste e torbiere”.

Di fronte a questa situazione, il Parlamento europeo chiede alla Commissione Ue di “assicurare un audit e un monitoraggio indipendenti di tali sistemi di certificazione, garantendo che l’olio di palma immesso sul mercato dell’Ue sia conforme a tutte le norme necessarie e sia sostenibile”.

Inoltre, la risoluzione sostiene che “la questione della sostenibilità nel settore dell’olio di palma non può essere affrontata unicamente con misure e politiche volontarie, ma che sono necessarie norme vincolanti e sistemi di certificazione obbligatori, anche per le aziende produttrici di olio di palma”.

Infine, il Parlamento europeo ritiene che vada comunque posto un freno all’espansione delle piantagioni di palma da olio, che hanno “portato a una distruzione delle foreste su vasta scala e a conflitti sociali che contrappongono le aziende di piantagioni ai gruppi indigeni e alle comunità locali”. Per questo, sostiene la risoluzione, è necessario “informare maggiormente i consumatori sulle conseguenze nefaste della produzione dell’olio di palma non sostenibile sull’ambiente, dato che l’obiettivo ultimo è ottenere un calo significativo del consumo di olio di palma”.

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ezio
ezio
24 Settembre 2018 18:57

Una risoluzione, un monito, un invito.
Uno sforzo sovrumano, precoce, quanto un alito di vento contro i tornado delle lobby internazionali.
Sortirà qualche effetto presso la Commissione Europea, delegata ad agire in qualche modo, oppure sarà una doverosa carezza alla coscienza, senza fare male a nessuno come spesso accade?
Un timido divieto d’importazione per quelle merci non seriamente certificate ed un limite decisamente basso alle quantità totali immesse nel nostro mercato interno, sarebbe osare troppo ed un affronto improponibile al libero mercato internazionale?

Elisa
Elisa
26 Settembre 2018 16:27

Il coltello dalla parte del manico l’hanno le multinazionali, è vero…ma una piccola parte dell’impugnatura del coltello è nelle nostre mani: RIFIUTIAMOCI DI ACQUISTARE (E MANGIARE) PRODOTTI CONTENENTI OLIO DI PALMA!
L’ecosistema e la nostra salute ci ringrazieranno!

MariaGrazia
MariaGrazia
2 Ottobre 2018 11:32

noi “consumatori” possiamo dare una mano ad interrompere tutto questo disastro ecologico … non se ne può più di questi prodotti che oltretutto sono indigesti e sgradevoli al palato … i prodotti con questo grasso hanno un retrogusto nauseante …. BLOCCHIAMO L’ACQUISTO DI TUTTI I PRODOTTI CON QUESTO GRASSO!!!!! noi abbiamo la forza di farlo … facciamolo!!!!