Il conto alla rovescia per il prezzo del panettone e del pandoro è iniziato. Nelle prime settimane di novembre i dolci natalizi firmati da: Bauli, Motta, Maina, Paluani, Vergani, Melegatti… sono venduti a circa 7,0 € mentre quelli con il marchio dei supermercati (Coop, Auchan, Carrefour, Esselunga…) si possono acquistare spendendo 2,0 euro in meno. Non bisogna essere profeti per sapere che da qui a Natale le riduzioni di prezzo saranno e drastiche.

È lecito ipotizzare diminuzioni progressive di un euro alla settimana fino ai giorni precedenti la vigilia, quando i panettoni e i pandori di marca costeranno 2,0 euro, e quelli dei supermercati la metà. Ma come è possibile pagare un dolce natalizio quanto un litro di latte?

 

Si tratta di un regalo che i supermercati fanno ai clienti. Sì avete capito bene, un vero regalo perchè i dolci firmati da Bauli, Motta, Maina, Paluani, Vergani, Melegatti… sono venduti dai produttori a un prezzo variabile  intorno ai 4 euro, per cui considerando le regole commerciali della filiera dovrebbero essere venduti a 8,0 euro, come si legge su alcune confezioni.

 

Ma si tratta di un dolce di ricorrenza e le normali procedure di ricarico dovute ai costi di distribuzione e ai margini non valgono. Per i dolci di Natale si applica  la regola del sottocosto, per cui i migliori prodotti della pasticceria industriale italiana vengono svenduti a prezzi ridicoli.

L’esito è che l’immagine del panettone e del pandoro risulta svilita e i consumatori li percepiscono come un prodotto banale, equiparabile alle merendine. 

 

In realtà sono forse gli unici prodotti da forno preparati  con una lievitazione naturale e con ingredienti che per legge devono essere di pregio. Nella lista del panettone troviamo infatti: farina, burro, uvetta, uova fresche e canditi, e anche il pandoro è ottenuto solo con burro.

Si tratta di materie prime nobili e costose che difficilmente si trovano in altri prodotti da forno e poi bisogna considerare la lievitazione naturale che dura quasi due giorni. Eppure nonostante ciò il prezzo di vendita risulta equiparabile a quello del pane o dei cereali per la pr ima colazione preparati con farina di frumento e di mais!

 

Per rendersi conto della situazione paradossale basta ricordare che esiste addirittura un  decreto del 22.7.2005 che definisce: la ricetta, il metodo di produzione, le caratteristiche e persino le diciture in etichetta per cui anche le  variazioni rispetto alla ricetta classica devono essere indicate (es.“Panettone senza canditi”, “Panettone ricoperto di cioccolato con farcitura alla crema di nocciola”…).

Non è esagerato allineare questi dolci ai migliori prodotti made in Italy, alla stregua del prosciutto di Parma, del Parmigiano Reggiano o del Grana Padano.

 La verità è che i supermercati usano i dolci di Natale come prodotto civetta per attirare i clienti, visto che le vendite  sottocosto sono legali,  non si viola nessun regolamento, e che queste iniziative fanno piacere  ai consumatori.

L’altro piccolo segreto di questa guerra dei prezzi  è che spesso e volentieri i dolci firmati con il marchio dei supermercati sono prodotti e confezionati da aziende come Bauli, Maina, Paluani, Vergani, Borsari e Vecchio Forno (vedi tabella).

 

È lecito pensare a linee di produzione con ricette e ingredienti diversi, ma molto probabilmente non è così. Ogni catena di supermercati stabilisce nel capitolato il tipo di ingredienti e altri dettagli, ma è difficile pensare che dalle linee di produzione delle aziende escano dolci molto diversi, soprattutto quando la ricetta è fissata per legge (quantità di burro minima 16%, uova fresche, canditi e uvetta 20% e zucchero).

Il vantaggio di scegliere questi prodotti è soprattutto economico perchè  quando si trova un panettone o un pandoro  a 1-1,5 euro siamo di fronte proprio a un regalo di Babbo Natale! Il problema è che regalare un panettone firmato da una catena di supermercati, anche se di ottima qualità, non è proprio il massimo.

 

Accantonato questo discorso, va  detto che le differenze tra una marca e l’altra esistono e riguardano la qualità e la quantità di uvetta e canditi, le modalità di lievitazione e di raffreddamento che possono incidere in modo sensibile sul risultato finale. La scelta alla fine va fatta scegliendo quella marca che ha un sapore, un aroma, un’alveolatura e una “sofficità” che piace di più.

Roberto La Pira.

Foto articolo: Photos.com

Nella tabella sono indicate le aziende che producono i panettoni e i pandori per le catene di supermercati

 Catena di supermercati

 Azienda produttrice

 Marchio sulla confezione

 Auchan

 Paluani

 Auchan


 Conad

 

 Bauli (FBF), Paluani

 Conad


 Vergani, Paluani

 Sapori & Dintorni


 Coop

 Maina

 Coop


 Carrefour

 Maina

 Carrefour


 Esselunga

 Borsari

 Le Grazie


 Despar

 Bauli (FBF)

 Ca’Dolce


 Selex (A&O, Famila…)

 Il Vecchio Forno Artigiano

 Le Bontà pasticciere


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xspray
xspray
23 Novembre 2011 18:42

L’anno scorso (se non mi sbaglio) altroconsumo fece un test sulla qualità dei panettoni.Primo in classifica arrivò il panettone della bindi con l’85% su un massimo di 100%,mentre al secondo posto si posizionò il panettone tre marie(quindi sammontana)con un punteggio del 75%.La migliore delle più "commerciali"era bauli,mentre fecero una figura abbastanza deludente gli altri marchi,tra cui spiccò melegatti:erano presenti delle micromuffe all’interno.Bisogna tenere conto che questi panettoni industriali sono prodotti molto prima del periodo di natale e rimangono per molto tempo nei supermercati:quando non si sa più cosa farne fanno offerte ridicole:3 panettoni 3 euro con la scatola in metallo!!!Comunque nella mia zona è presente una concessionaria bindi:il panettone costa qualcosa in più,ma i soldi sono ben spesi e la qualità si sente tutta;ha un sapore decisamente migliore ed è il panettone più buono che abbia mai assaggiato.

Simone
Simone
23 Novembre 2011 18:43

Beh..come tutti i prodotti che gli ipermercati vendono sottocosto, si tratta semplicemente di guadagni che gli stessi ipermercati otterranno con la valuta. Coop, Auchan e Iper sono maestri in quasto, del resto nessuno lavora in perdita.

Paoblog
Paoblog
24 Novembre 2011 11:00

Dal mio punto di vista di consumatore che lavora in un’azienda di produzione (non alimentare) devo precisare che questa politica di prezzi oltre che "a svilire l’immagine dal panettone", crea nel consumatore medio l’idea che il prezzo di riferimento sia quello del prodotto a 4 come a 6 â

Luca
Luca
25 Novembre 2011 22:24

Vergani finalmente sta ritornando come marchio, io è da tantissimi anni che a natale mangio solo il panettone e la veneziana Vergani. Non trovando spesso il panettone Vergani prendo anche il panettone sapori e dintorni ovviamente prodotto da loro.
Lo consiglio vivamente a tutti

cristian
cristian
25 Novembre 2011 22:31

Suvvia… se si vuol mangiare un panrttone veramente buono, altro che industrie…
l’unica è la produzione artigianale e pure li non tutti lo sanno fare a regola d’arte…
Se poi non si vuole (o non si può) puntare al top qualitativo tantovale puntare al prezzo.

Fedindia
Fedindia
26 Novembre 2011 10:38

Evviva il Pandoro Paluani e panettone Tre Marie! Buonissimi

Luca
Luca
1 Dicembre 2011 15:45

Che la legge specifichi in modo inequivocabile sia gli ingredienti che le modalità di produzione del panettone è certo importante. Ma (e non voglio con questo apparire "disfattista") di quale burro si parla, di quali uova, canditi, ecc ecc. Come tutti noi sappiamo non è sufficiente una buona conoscenza dei metodi di cottura per fare un buon piatto. Ci vogliono bensì i migliori ingredienti. Dunque il panettone (uno solo) lo compro in una pasticceria dove utilizzano ottimi prodotti per la confezione del panettone. Poi non ne compero più e mangio pane burro e marmellata (fatta da me)a colazione.

Vincenzo
Vincenzo
14 Dicembre 2011 15:30

In tutta la pagina e ad ogni commento non ho letto niente sui conservanti ( quali sono i buoni, i cattivi, quali troveremo nei nostri panettoni). E alla fine quale panettone conviene comprare.