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Stout young woman sitting on the chairL’obesità è una malattia e come tale deve essere riconosciuta dallo stato. È quanto chiedono da tempo l’Associazione italiana di dietetica e nutrizione (Adi), l’Obesity Policy Engagement Network (Open) e l’Italian Obesity Network (IO-Net), per combattere lo stigma sociale e gli atti di bullismo che molte persone obese subiscono a causa della loro condizione. Ma finalmente qualcosa si sta muovendo: il 13 novembre la Camera dei Deputati ha approvato una mozione per riconoscere ufficialmente l’obesità come malattia.

“Gli interventi di prevenzione portati avanti fino ad ora si sono dimostrati inefficaci perché basati sul paradigma della responsabilità personale quindi sul fatto che il soggetto ingrassa perché non rispetta le regole –spiegano gli esperti di Adi – La disapprovazione sociale, è una delle cause che, attraverso stereotipi, linguaggi e immagini inadatte, ha finito per ritrarre l’obesità in modo impreciso e negativo con conseguenti fenomeni di esclusione sociale e isolamento”.

È necessario, quindi, riconoscere l’obesità per quello che è, una patologia complessa, e dare vita a un piano nazionale multidisciplinare per la prevenzione e la cura di questa malattia, investendo sulla formazione del personale e sul coordinamento del sistema sanitario, affinché le persone affette da obesità possano ricevere trattamenti omogenei in tutto il territorio. “Non tutte le strutture sanitarie sono ancora dotate di centri di dietetica e nutrizione clinica, mentre tra quelle esistenti sono rari i casi di reale interdisciplinarità degli ambiti medici” spiegano gli esperti.

Ma affinché si arrivi davvero a riconoscere l’obesità come malattia, c’è ancora tanta strada da fare…

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Luca
Luca
26 Novembre 2019 15:27

L’obesità è il risultato dello stile di vita che in questo sito cercate di contrastare in ogni modo. Considerare “malate” persone che semplicemente si abbuffano di continuo ( con tutti gli effetti sulla resistenza all’insulina, la fame, la psiche) per me è sbagliato. O le si considerano malate e allora li avviamo a un percorso di rieducazione alimentare obbligatorio, oppure sarà solo un nuovo alibi per chi non ha uno straccio di disciplina. Vorrei ricordare che gli scompensi ormonali, la fame incontrollata e gli altri sintomi che portano a mangiare, sono conseguenza dell’obesità, non la causa. Coloro che diventano obesi come conseguenza di una patologia sono un’esigua minoranza rispetto ai “mangiatori incontrollati”.

laura neviani
laura neviani
Reply to  Luca
27 Novembre 2019 02:42

Può essere ma perchè si abbuffano anche vedendosi ridotti così?Ci sarà una spiegazione logica a questo comportanento o no?

Luca
Luca
Reply to  Luca
27 Novembre 2019 11:19

Le reazioni chimiche del corpo portano a questo risultato. è un dato di fatto che più si mangia male, più si ha fame. Il discorso è complesso e include la resistenza all’insulina, i picchi glicemici, l’efficienza del corpo nel trasformare gli zuccheri in grasso e viceversa, il bilancio metabolico e via dicendo.

Quando oltrepassa i limiti, il cibo diventa di fatto una sorta di dipendenza e come tutte le dipendenze sono “curabili” con la disciplina e la motivazione. Passandola come malattia nel giro di un decennio saremmo alla prescrizione di pillole e operazioni chirurgiche senza badare allo stile di vita.
Salvo rarissimi casi, l’obesità è una colpa. Capisco che psicologicamente non si possa dire una cosa del genere a un obeso ma è un fatto. Un po come non si può dire a un fumatore con il cancro che se l’è cercato. Forse serve un po meno buonismo e tolleranza verso comportamenti totalmente incontrollati e sconsiderati, non di più.
Anche perchè ricordo che la sanità e le cure ai mille problemi che gli obesi si portano dietro li paghiamo tutti, anche chi, come il targhet di questo sito, sta in forma, spende di più per il cibo, fa attività fisica, si informa.

Ajeje
Ajeje
Reply to  Luca
28 Novembre 2019 07:28

Luca, la questione non credo sia così semplice. Corretto il non voler minimizzare il ruolo attivo dei singoli ma sono convinto che dietro all’obesità si nascondano un lunga serie di altri problemi, spesso gravi , spesso in ambito di salute mentale o quantomeno di estrema immaturità/menefreghismo riguardo a certi temi. E la probabilità che la maggior parte della gente, che non si informa e non ne avrebbe nemmeno la capacità, ne esca senza supporto è vicina allo zero.

Quindi attaccare l’etichetta di malattia ci può stare se permette di ridurre il peso che l’obesità ha e avrà sul sistema sanitario. Poi si, per qualcuno questa sarà una scusa per un po’ di sano vittimismo e per normalizzare il problema come si è già visto nel mondo anglofono ma mi auguro che possa servire a qualcuno come ulteriore incentivo a risolvere il suo problema una volta per tutte.

Io comunque, non sono per nulla ottimista riguardo a come si evolverà la questione in futuro.

Lorenzo
Lorenzo
27 Novembre 2019 09:07

Molto bene. Anche se è solo un primo passo, è comunque nella direzione giusta.

PARADOSSO ASIATICO
PARADOSSO ASIATICO
27 Novembre 2019 19:19

Sono d’accordo con Luca in entrambi i commenti. Voglio in più puntualizzare che la buona condotta alimentare spesso scaturisce dopo la comparsa di patologie che comportano interventi invasivi, quali bypass e angioplastica. Ma non sempre è così. Occorre escogitare un sistema per infondere un po’ di paura in chi trasgredisce. Spesso vedo che non sono immuni da trasgressioni alimentari neanche persone istruite (alfabetizzate) in materia, quali medici, nutrizionisti, cuochi, chef, ed aggiungo personaggi dello spettacolo e prelati. Sarebbe opportuno che, oltre alle iniziative che si intraprendono a favore della raccolta di fondi per la ricerca su gravi patologie, e che vedono coinvolti anche personaggi dello spettacolo, vi siano iniziative che coinvolgano gli stessi personaggi per sensibilizzare una corretta alimentazione all’insegna del “Divieto di Eccesso”.

PARADOSSO ASIATICO
PARADOSSO ASIATICO
30 Novembre 2019 20:29

Continuo a riflettere sull’argomento. Vi sono tanti modi di essere malati o dichiarati tali: vi è pertanto anche la situazione del malato che oltre ad esserlo, sente di esserlo, con ciò avvertendo un disagio o una sofferenza psicologica o fisica. Voler dichiarare l’obesità una malattia, per di più cronica, non sortirà alcun effetto su chi, in sovrappeso o obeso, continuerà ad avvertire il senso di benessere fisico e psichico. Nè queste persone ammetteranno mai di sottoporsi a iniziative o trattamenti de quo. Il tutto se addirittura accompagnato da valori ematici ed altri di laboratorio, nelle norma. Da un bel po’ vedo un continuo sfilare di chiara irriducibilità. Ritengo che i casi patologici di obesità siano ben inferiori ai sei milioni stimati di obesi, e quei casi sono già trattati dal SSN e dall’INPS. L’obesità la si vuole inserire nel PNP 2020-2025. Qualcuno ha notizie di come sono andate le cose programmate nel PNP 2014-2018 e nei relativi PRP?

PARADOSSO ASIATICO
PARADOSSO ASIATICO
1 Dicembre 2019 20:13

Vorrei puntualizzare alcuni concetti:
1) L’obesità si manifesta con accumulo di grasso
2) L’accumulo di grasso è conseguenza dell’alimentazione
3) Il perché ci si alimenta sino all’obesità lo lascio agli psicologi
4) Si vuole dichiarare l’obesità come “grave malattia cronica invalidante” (Roberto Pella in discussione alla camera mozione n. 1-00082) – Da questo tipo di malattia quindi non si guarisce e la stessa è causa di invalidità.
4) L’obesità rientra tra le malattie “non trasmissibili” (idem n.3)) – E invece no: si può “contrarre” anche per imitazione alimentare, all’interno e all’esterno della famiglia.
E poi, leggendo la mozione, tra risorse economiche, umane e strutturali da reperire, miglioramento della formazione di operatori sanitari, maggiore cultura operatori scolastici e neo genitori, ulteriori studi sulle cause dell’obesità, ecc., si rimanda alle calende greche il regolamento di attuazione di una legge che di per sé sarà molto articolata, visti gli argomenti e le motivazioni della mozione.
Nel frattempo, se veramente nei primi “1.000 giorni” del bambino, per quanto alle proteine, volete nutrirli con “aminoacidi essenziali anche con sole proteine vegetali”, chiedete prima informazione al pediatra.

Chiara
Chiara
5 Dicembre 2019 16:11

Concordo appieno anche io con Luca. Il sovrappeso e l’obesità sono, nella maggior parte dei casi, sintomi di sovralimentazione indisciplinata, di assenza di educazione all’alimentazione sana e moderata e di false percezioni (o credenze) su quale sia un peso corporeo “normale” o una porzione di cibo “normale”.
Considerarla come malattia incrementerebbe ulteriormente le spese sanitarie già, passatemi il termine, pesantemente a carico del SSN (cioè a carico di tutti), e validerebbe l’idea che “non posso farci niente, sono malato” in persone che sono già tipicamente carenti di forza di volontà.
Sarebbe invece più utile prevedere fin dalle scuole elementari una materia dedicata alla corretta alimentazione.
E magari, ma questa forse è un’utopia, proibire l’immissione nel mercato di alimenti che superano una determinata soglia massima di zuccheri.