Findus minestrone 3

findus minestroni richiamo listeriaFindus ha avviato una campagna di richiamo in tutta Italia, per ritirare dagli scaffali dei supermercati e dei punti vendita 4 tipologie di minestrone surgelato per il sospetto che possano contenere verdure contaminate da Listeria monocytogenes. Si tratta di cinque  lotti del Minestrone Tradizione nella confezione da 1 kg, poi ci sono quattro lotti del Minestrone Tradizione nella confezione da 400gr, quattro lotti del Minestrone Leggeramente Sapori Orientali  da 600 g e di un lotto di Minestrone Leggeramente Bontà di semi. Il numero di lotto si trova  nel riquadro bianco sul retro della confezione o sul lato a fianco del termine minimo di conservazione (vedi tabella sopra). Il richiamo è stato diffuso anche dal Ministero della salute e dai supermercati Basko, Carrefour, Gros Cidac, Il Gigante, Sogegross, Cadoro, Coop, Unes, Bennet, Iper, Decò, Penny Market, Sigma, Esselunga.

Si tratta di una decisione volontaria, presa dopo la segnalazione del fornitore Greenyard sulla contaminazione da Listeria di una partita di fagiolini, utilizzati in minima parte all’interno dei minestroni Findus richiamati. La Greenyard ha invitato le aziende a ritirare i prodotti in seguito a un focolaio di listeriosi iniziato nel 2015. Dal 2015 a oggi – riferisce l’Agenzia per la sicurezza alimentare europea ( Efsa ) – sono stati segnalati 47 casi in cinque paesi europei (Austria, Danimarca, Svezia, Regno Unito e Finlandia), nove dei quali fatali. La causa del focolaio è stata ricondotta in un primo tempo al mais surgelato. Poi le autorità sanitarie hanno deciso di estenderlo ad altri prodotti preparati nello stabilimento della Greenyard. Tutte le confezioni di frutta e verdura surgelata prodotte nell’impianto di trasformazione tra il 2016 e il 2018 sono state quindi ritirate dai supermercati e richiamate.
findus minestrone 1

Il lungo periodo di incubazione della Listeria monocytogenes (fino a 70 giorni) e la durata di conservazione dei surgelati (1-2 anni), abbinati al possibile consumo di mais e altre verdure scongelate senza cottura, sono fattori che possono contribuire all’insorgenza delle infezioni.

Findus  precisa che le confezioni di minestrone richiamate  prevedono il consumo previa cottura, e che la cottura  annulla ogni potenziale rischio per la salute e che il richiamo precauzionale si riferisce esclusivamente ai lotti dei prodotti menzionati. Per ulteriori informazioni contattare il numero verde 800 906030 o l’indirizzo mail urgente@findus.it.

mais mix verdure surgelati freshona listeria
Le confezioni di verdure Freshona ritirate ieri dai supermercati della catena Lidl  situati in Sicilia per possibile contaminazione da Listeria

Per gli stessi motivi Lidl Italia ha richiamato tutti i lotti di mais surgelato e mix di verdure surgelate a marchio Freshona, preparati con materia prima fornita dall’azienda Greenyard e venduti in Sicilia, perché non può escludere una contaminazione da Listeria monocytogenes. Analoghe operazioni di ritiro sono in corso in Belgio come informa l’agenzia Afsca.

Il ministro della salute Giulia Grillo annuncia di avere attivato subito tutti i controlli, senza avere registrato al momento nessun focolaio di infezione in Italia, trattandosi di un ritiro precauzionale.

Dal 1° gennaio 2018, Il Fatto Alimentare ha segnalato 70 richiami, per un totale di 132 prodotti. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.

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matteo
matteo
9 Luglio 2018 11:12

Premesso che la mia vuole essere una critica costruttiva ed uno spunto per capire se la mia visione non è sufficientemente ampia (da consulente del settore).
Il titolo dice “focolaio” e “già nove morti”.
“Focolaio” effettivamente non ha una ampiezza definita anche se 47 casi in tre anni non mi sembrano tanti.
“Già nove morti” per un problema iniziato nel 2015 mi sembra un pochino allarmistico, in una popolazione di 750 milioni di persone (escluso turisti e migranti).
Capisco se si vuole essere drammatici per evitare una maggiore diffusione, ma si passa quasi dalla parte di chi vuole scatenare il panico inutilmente o per guadagnare click.
Fare informazione e fare notizia a volte non vanno di pari passo..
Ripeto che la mia è umilmente una posizione di confronto poiché sono immerso nella problematica da tempo e a volte si tende a perdere di vista alcuni aspetti.
Il problema Listeria c’è e non è da sottovalutare MAI. Però si sa anche che al pericolo va connessa la probabilità e la gravità del danno.
Chiaramente essendo potenzialmente mortale la gravità del danno da Listeria è massima ma a questo punto dobbiamo anche chiederci, ad esempio nel solo 2016:
– intossicati e morti per Salmonella (9000 / 10)
– intossicati e morti per Escherichia coli (735 / 3)
– intossicati e morti per botulino (49 / 0)
– intossicati da Epatite A (155 / 0)
– intossicati e morti per Campylobacter (4600 / 0)

E ricordare a tutti più spesso che i problemi più diffusi sono altri, di quanto sia importante l’igiene soprattutto delle mani e che la cottura adeguata risolve la maggior parte delle questioni.

Max
Max
11 Luglio 2018 08:16

Boh, di solito la listeria vine ricercata e monitorata nei cibi ready to use o in quelli dove puo proliferare bene.
la sola presenza non è sufficiente, se non erro per taluni prodotti ( es. carneri ) sono ammesse fino a 100 ufc/g.
A me vengono dubbi & domande :
a) Qualcuno mangia il minestrone senza cuocerlo ?
b) è un alimento che costituisce terreno favorevole alla crescita della Listeria ?
c) in quale piano HACCP è previsto il monitoraggio della listeria per un prodotto del genere ?
d ) quel livello di contamoinazione c’è ? per il reg 2073/2005 per ” altri alimenti ” il limite è 100 ufc/g mi pare strano sia superato.
e) per stabilizzare le verdure vengono sbianchite per bollitura, che dovrebbe abbattere la carica microbica superficiale.
f) quale rischio per la salute ? nessuno perchè il minestrone va bollito.

Mi chiedo se ci siano logiche mercantili dietro , non so perchè mi viene in mente la questione dei cetrioli spagnoli contaminati da E. Coli del 2011 che poi non centravano nulla.

Giulia Crepaldi
Reply to  Max
11 Luglio 2018 10:42

Gentile Max,
anche se il batterio viene distrutto dal calore seguendo le indicazioni di cottura riportate in etichetta e la presenza di Listeria monocytogenes nei fagiolini surgelati forniti da Greenyard è solo possibile e non accertata, Findus ha deciso di procedere con il richiamo in maniera del tutto precauzionale da Findus per tutelare il più possibile i consumatori.
Non è ancora chiaro in che modo le 47 persone colpite fino ad ora siano state contagiate, ad esempio se abbiano consumato il prodotto scongelato, senza cuocerlo o cucinandolo in maniera inadeguata.
Le autorità sanitarie ungheresi, dove si trova l’impianto contaminato, hanno infatti ordinato il ritiro e richiamo di tutti i lotti di prodotti ortofrutticoli surgelati prodotti nello stabilimento fonte della contaminazione dal 2016 a oggi, perché non è possibile escludere la presenza del batterio, che finora è stato identificato in campioni di mais, fagiolini e spinaci. Nel rapporto fornito dall’ECDC sul focolaio e le indagini epidemiologiche hanno rilevato livelli di Listeria monocytogenes in diversi campioni in quantità variabile da 10 a 60 ufc/g. Nel documento si afferma anche che i campioni positivi prelevati nell’impianto derivino tutti da fasi successive al blanching: sembrerebbe quindi possibile – anche se ancora ipotetica – una presenza persistente del batterio nello stabilimento, tale da poter contaminare gli ortaggi dopo il trattamento termico iniziale.

matteo
matteo
Reply to  Max
11 Luglio 2018 11:21

a) il furbone di turno prima o poi appare: per precauzione ritiro.
b) andrebbe valutato pH perché sicuramente l’attività dell’acqua è elevata. Considerato che sono verdure surgelate sicuramente il pH è >4.4 quindi alimento può essere favorevole secondo reg. CE 2073/05. Sicuramente ci sono studi a supporto che giustificano il non favorevole.
c) in tutti perché la listeria può essere ambientale
d) anche se non è superato per il principio di precauzione si ritira
e) la contaminazione potrebbe essere successiva
f) il rischio è minimo ma c’è