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dieta antinfiammatoria intestino copertina daneseLa dieta antinfiammatoria per l’intestino di Silvio Danese è un libro divulgativo che affronta il problema della dieta nei pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI): rettocolite ulcerosa (RU), malattia di Crohn o quadri misti non ben definiti. Gli autori sono esperti in materia: un professore, una gastroenterologa e una biologa nutrizionista specialisti di MICI presso l’Humanitas Research Hospital di Rozzano (MI), una dietista che lavora presso l’Istituto nazionale per la chirurgia dell’obesità a Milano… e un divulgatore scientifico della Fondazione Umberto Veronesi. La grafica e leggibilità del libro sono ottime anche per un non addetto ai lavori e nella seconda parte del testo ci sono delle ricette molto interessanti corredate da immagini invitanti.

Per chi è indicato questo libro? Anzitutto per chi soffre di MICI, circa 200 mila persone in Italia, ma anche nutrizionisti (dietisti, biologi, dietologi), medici generalisti (internisti o medici di medicina generale) o gastroenterologi (solo per l’aspetto dietetico), che desiderino vedere l’evoluzione della conoscenza di queste malattie, le nuove terapie mediche e dietetiche. L’argomento è infatti trattato con leggerezza, ma nello stesso tempo si descrivono in maniera semplice e completa le complicanze più frequenti e le nuove opzioni terapeutiche medico-chirurgiche.

L’approccio dietetico nel morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa o Mici in generale è molto interessante, ma non è una materia facile da affrontare perché ancora oggi non tutto è chiaro ed è necessario personalizzare l’intervento alimentare per ogni paziente nelle varie fasi di queste malattie, che sono imprevedibili. Ad esempio si fa chiarezza sulla funzione delle diverse fibre alimentari solubili nei fluidi, che rallentano il transito intestinale in caso di diarrea, e di quelle non solubili, che invece sono utili in caso di stipsi. Si parla anche di quali alimenti non usare in caso di ostruzione intestinale non grave, di quando limitare gli alimenti ricchi di Fodmap (oligo/di/monosaccaridi e polioli fermentabili), ma anche del ruolo di lattosio, microbioma, prebiotici (frutto-oligosaccaridi), probiotici (batteri o lieviti buoni) e simbiotici (pre + pro-biotici), e di carenze nutrizionali e supplementi.

Il libro è sicuramente “evidence based, cioè quanto riportato è verosimilmente basato sulla letteratura scientifica, data la competenza degli autori, ma non sono presenti i riferimenti bibliografici… Possiamo fare un atto di fede, tuttavia trattandosi di un libro divulgativo su argomenti di medicina e dietetica sarebbe opportuno corredare le varie indicazioni (soprattutto alimentari) con le relative fonti.

male dolore stomaco pancia
Il libro “La dieta antinfiammatoria per l’intestino” parla dell’alimentazione per le malattie infiammatorie croniche intestinali

Ancora una volta dimostriamo di essere un paese “poco scientifico”. Nel mondo anglosassone è quasi impossibile trovare un libro divulgativo di nutrizione, medicina e dietetica senza referenze bibliografiche mentre in Italia è quasi la regola, anche da parte di professori universitari. Nel campo della medicina l’ipse dixit non funziona poiché nessuno è autoreferenziale. Addirittura libri su mode dietetiche lontane dalle linee guida per una sana alimentazione (Oms), come ad esempio la dieta a Zona o la Paleo, sono corredati da riferimenti bibliografici. Perché non fare lo stesso in un libro che sicuramente è serio e ben fatto?

Per un lettore non affetto da MICI potrebbe essere interessante avere maggiori indicazioni sulla possibilità di prevenire queste malattie con la dieta. Ad esempio, come mai nel mondo c’è stato un rapido incremento di queste patologie intestinali negli ultimi 60 anni e solo negli ultimi 30 anni in Giappone? (1-4) Nel libro di Danese si scrive solo che “una dieta ricca di carne rossa e/o zuccheri raffinati può aumentare il rischio di sviluppare le MICI. Tuttavia, questi dati non sono definitivi, poiché altri studi non li hanno confermati”.

Effettivamente non ci sono ancora evidenze sulla possibilità di prevenire queste malattie, ma in letteratura ci sono studi interessanti che suggeriscono una diminuzione del rischio di Crohn (ma non RU) con un consumo prolungato nel tempo di fibra alimentare, soprattutto da frutta (5,3,6). Un aumento dei grassi totali nella dieta, acidi grassi polinsaturi, proteine del latte (oltre che grassi animali) sono stati correlati con una maggiore incidenza sia di Crohn che di RU (1-3,6,8) nonché ricadute in pazienti con RU (9). Inoltre una maggiore assunzione di acidi grassi omega 3, che riducono l’infiammazione, e un minore introito di omega 6 pro-infiammatori sono stati associati a un più basso rischio di sviluppare le MICI in generale (4) e Crohn in particolare (6).

fibra dieta
Tra le varie indicazioni dietetiche, il libro descrive il ruolo dei diversi tipi di fibra in queste malattie

Ritornando al libro, alcune indicazioni dietetiche lasciano dei dubbi: sono basate sulla letteratura, sulla pratica clinica o il buon senso? Non è dato sapere. È chiaro che scrivere un qualunque libro di nutrizione senza referenze richiede minor tempo, ma agli occhi di un lettore attento, desideroso di approfondire la materia o essere certo di quello che trova scritto, l’opera perde un po’ di autorevolezza. Si tratta comunque di un libro unico nel suo genere, molto interessante ed istruttivo che merita di essere letto.

La dieta antinfiammatoria per l’intestino” di Silvio Danese Coautori: Mariangela Allocca, Marco Bianchi, Ambra Ciliberto e Carmen Correale. Demetra 2018

Referenze bibliografiche:

1) Yao T, et al. N. Dis. Colon Rectum 2000; 43: S85-S93.

2) Kim ES, et al. Gut Liver 2010; 4:1-14.

3) Sakamoto N, et al. Inflamm Bowel Dis 2005; 11:154.

4) Shoda R, et al. Am J Clin Nutr 1996; 63: 741-5.

5) Persson PG, et al. Epidemiology 1992; 3:47.

6) Amre DK, et al. Am J Gastroenterol 2007; 102:2016.

7) Ananthakrishnan AN, et al. Gastroenterology 2013; 145:970.

8) Geerling BJ, et al. Am J Gastroenterol 2000; 95:1008.

9) Jowett SL, et al. Gut 2004; 53:1479.

L’autore dichiara di non avere alcun conflitto di interessi

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ezio
ezio
12 Gennaio 2019 11:55

Anche se mancano i riferimenti bibliografici, forse per l’incertezza che ancora regna nel campo delle intolleranze, le indicazioni di un team di esperti come questo può essere molto utile sia agli addetti ai lavori, sia ai portatori di qualche problematica digestiva e metabolica, ma anche a chi vuole fare prevenzione attenta per lo stretto legame esistente tra dieta e salute in generale.
Grazie al Dott. Pratesi per le preziose e puntuali indicazioni.

Simona
Simona
12 Gennaio 2019 19:09

Grazie Dr pratesi della recensione! Pensavo dal titolo si trattasse del solito testo con le solite diete miracolose per intolleranze+infiammazioni+obesità e invece è una cosa seria, per fortuna

claudio
claudio
14 Gennaio 2019 10:58

Sagge considerazioni del dott. Pratesi.

Trovo certe affermazioni dell’autore del libro prof. Silvio Danese piuttosto dissonanti:
“Nonostante NON CI SIANO STUDI che dimostrino che uno o più alimenti possano causare o peggiorare la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa, è indubbio che ci sia una correlazione tra la dieta e alcuni sintomi comuni, quali il gonfiore e il dolore addominale.”

Quindi non ci sono dubbi nonostante non ci siano conferme scientifiche. Siamo nel campo della correlazione più sfrenata.

Alcune considerazioni sui CIBI CONSIGLIATI nel libro lasciano perplessi:

“I cereali sono cibi naturalmente antinfiammatori e, in particolare, quelli integrali, ricchi di fibre, minerali, ferro, fosforo e vitamine del gruppo B, mantengono stabili i valori della glicemia e possono essere consumati. Ma attenzione: NON nelle fasi acute delle malattie.”

Quindi se stai male sono da evitare con estrema attenzione per il forte potere irritante e infiammatorio, una volta che sei migliorato invece puoi ricominciare a riassumerli per iniziare un nuovo circolo vizioso.

“Così come la frutta secca, con un elevato apporto di acidi grassi essenziali Omega-3, di cui sono particolarmente ricchi le noci, i semi di lino e i semi di chia”

Anche qui ci sarebbe da discutere.

Per concludere, se un Panzironi qualsiasi farcisce il suo libro con decine di pagine di referenze scientifiche (magari citate a sproposito) che senso ha per un professore universitario scrivere un libro di nicchia sulle MICI senza bibliografia e con modesto taglio scientifico?

Osvaldo F.
Osvaldo F.
15 Gennaio 2019 16:14

E’ un libro che purtroppo mi interessa e quindi lo comprerò, pur tenendo conto anche delle cautele indicate da claudio. Certo, osservo che “chi di noi non consuma regolarmente semi di chia?”… (non ne ho nemmeno mai sentito parlare)

Clauido
Clauido
22 Gennaio 2019 14:37

Da molti anni ho avuto modo di confrontarmi con vari addetti ai lavori, quasi sempre specialisiti proprio per quanto riguarda le MICI. Persone che hanno esperienza e conoscenze tra le massime disponibili fino ad oggi ma, in ogni caso, nessuno ha mai fatto correlazioni strette tra la dietà e le MICI. Non metto in dubbio il contenuto del libro (che tra l’altro mi riserverò di leggere appena riuscirò a reperirlo in formato cartaceo) ma non credo che possa rappresentare una speranza per tutte quelle persone che soffrono di questa malattia. Ad ogni modo… qualche informazione in più non è mai da trascurare anche perchè, nella nostra assomiglianza, siamo uno diverso dall’altro e ciò che a me può far male ad un altro può far bene, e viceversa.
Saluti