Tutti hanno visto in televisione le immagini dei camion della nettezza urbana alle prese con il lavaggio delle strade mentre va in onda l’ultimo servizio sull’epidemia da coronavirus. Molti pensano a un’operazione di pulizia straordinaria in grado di eliminare virus, batteri e quant’altro. Ma è proprio così?
A Milano per esempio il lavaggio delle strade viene fatto periodicamente con acqua, ma in queste settimane si è deciso di usare un liquido igienizzante. “Per il lavaggio delle vie normalmente viene utilizzata l’acqua – precisa l’Amsa – ma in questo periodo impieghiamo una soluzione contenente ipoclorito di sodio (candeggina). Si tratta di un’iniziativa specifica partita il 13 marzo che andrà avanti almeno fino al 3 aprile. Il trattamento verrà fatto in tutte le strade per un totale di oltre 3.000 km“.
“Il lavaggio è un’operazione che facciamo regolarmente – spiegano all’Iren, la società che gestisce la raccolta de rifiuti e la pulizia di diverse città in Emilia. In questo periodo si presta maggiore attenzione perché in una situazione come quella attuale, l’ambiente deve essere più pulito. Come quando in casa c’è una persona malata si tende a mantenere un maggiore livello di pulizia, così in una situazione epidemica bisogna avere più cura delle strade. Lavare le vie con una soluzione di acqua e sapone non è però un modo per eliminare il virus. Serve a ridurre ulteriormente le sacche di sporcizia, a mantenere e dare meno possibilità ai microrganismi di riprodursi.
D’altro canto nessuna circolare del ministero della Salute o dell’Istituto superiore di sanità indica il lavaggio delle strade come misura di prevenzione contro l’epidemia. Si tratta di una buona norma di igiene urbana. Per essere precisi va detto che le notizie allarmistiche che circolavano qualche giorno fa sulla diffusione del virus attraverso le scarpe sono state ridimensionate dalle autorità sanitarie.”
A Torino – dove opera sempre Iren – è stato potenziato il servizio ordinario di lavaggio strade con un numero maggiore di passaggi e l’operazione è stata estesa alle aree porticate e parte degli arredi urbani. Il lavaggio nel rispetto di quanto comunicato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) viene svolto esclusivamente con getti d’acqua ad alta pressione.
Sul tema interviene anche Arpa* Piemonte che in una nota del 15 marzo dice: “Non vi è evidenza che spruzzare ipoclorito di sodio all’aperto, massivamente, sui manti stradali, possa avere efficacia per il contrasto alla diffusione del coronavirus dal momento che le pavimentazioni esterne non consentono interazione con le vie di trasmissione umana. Si ritiene invece che iniziative mirate, rivolte a superfici in ambiente interno o esterno destinate a venire a contatto con le mani, possano conseguire risultati migliori in ottica di prevenzione di diffusione del contagio. È comunque da sottolineare che l’ipoclorito di sodio, componente principale della candeggina, è sostanza inquinante che potrà nel tempo contaminare le acque di falda, direttamente o attraverso i suoi prodotti di degradazione. Si invitano pertanto i Sindaci a tenere conto di queste indicazioni, concentrando gli sforzi nella direzione di maggior efficacia degli interventi di lotta al COVID-19”
* Agenzia regionale per la protezione ambientale
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Il lavaggio delle strade (senza inutili disinfettanti) è una buona pratica di igiene pubblica che andrebbe fatta regolarmente, e in questo periodo di falsi allarmi e incertezze causate da fonti inaffidabili ma molto seguite, che a volte assumono i toni della caccia all’untore, ha anche un valore psicologico, di far vedere che “ci si sta dando da fare”.
A Torino grazie al covid19 hanno finalmente ricominciato a lavare le strade, mentre sarebbe stato utilissimo farlo regolarmente come si faceva anni addietro in tutta la città (e tutti abbiamo preso almeno una multa per aver dimenticato l’auto parcheggiata nella zona oggetto di lavaggio notturno).
Si eliminano infatto non solo la sporcizia ricettacolo di batteri, ma soprattutto buona parte delle polveri (più o meno sottili) che in mesi senza forti piogge al minimo soffio di vento provocano tosse e irritazione alle vie respiratorie.
C’è solo da sperare che passata la pandemia non si ritorni al precedente menefreghismo, con siepi non potate, erbacce non tagliate, foglie secche non spazzate, tombini otturati, rifiuti non raccolti, strade non lavate e un generale degrado cittadino.
Mauro
Grazie Mauro per il tuo intervento.
Da animalista quale sono (non fanatico però) spero anche che si possa fare qualcosa per la piaga dei piccioni/storni, ecc. davvero ricettacolo di batteri, ecc. e da trattarsi nella stessa maniera dei ratti.
Lavare le strade è un’ottima cosa per l’igiene in generale. Tuttavia non so se inondare le strade con grandi quantità soluzioni battericide che, in una situazione di scarsa piovosità e di ridotto afflusso di acque bianche da parte delle attività produttive sospese, vengono in breve convogliate nella rete fognaria e quindi poco diluite ai depuratori, a fronte della dubbia significatività di queste operazioni relativamente al contenimento del contagio, valga la pena rischiare di mandare in tilt il sistema biologico di depurazione su cui si basa il funzionamento di molti impianti di cui sono dotati i comuni.