La fonte dell’epidemia di Escherichia coli é “molto probabilmente” nei germogli di legumi: lo ha detto oggi il direttore dell’Istituto Robert Koch, Reinhardt Burger.
I consumatori che “hanno mangiato germogli hanno una probabilità nove volte più alta di soffrire di diarrea emorragica rispetto a coloro che non li hanno mangiati”.

Questa notizia sembra delinerare una svolta nella vicenda che si attendeva da giorni. Attenzione però, perchè  si tratta ancora di dichiarazioni  basate su evidenze epidemiologiche e non su risultati di analisi microbiologiche (vedi articolo pubblicato ieri da ilfattoalimentare.it) . 

La differenza è importante perchè la sicurezza assoluta si avrà solo tra due-tre giorni, quando saranno diffusi i risultati che il laboratorio tedesco  (considerato il referente ufficiale per l’Unione europea con sede a Berlino) comunicherà l’esito delle analisi microbiologiche.
Secondo notizie Ansa, Andreas Hensel – direttore dell’Istituto nazionale per la valutazione del rischio (Bfr), il laboratorio di riferimento per il batterio E. Coli nel cibo – ha dichiarato il cessato allarme sul consumo di cetrioli, insalate e pomodori crudi e questo annuncio è molto importante perchè vuol dire che i tedeschi del nord potranno ricominciare a mangiare la verdura come prima. Rimane invece l’allerta sui  germogli in generale e non solo su quelli di soia.

A livello sanitario le vittime aumentano , si è arrivati a 30 e probabilmente cresceranno ancora perchè  i malati di sindrome emolitica uremica (Seu) sono  772 , 2.808 i contagiati.

L’aspetto importante è che siano diminuiti i nuovi casi, perchè vuol dire che la causa dell’epidemia è stata individuata. Dopo il primo allerta sui germogli  la gente ha probabilmente smesso di mangiarli e quindi la fonte del contagio dovrebbe essere stata interrotta. Vedremo nei prossimi giorni. 

La tesi dei germogli era già stata riportata pochi giorni fa all’Istituto superiore di sanità che essendo il Laboratorio di riferimento europeo aveva seguito e indirizzato le ricerche anche in Germania.

Roberto La Pira

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