galline

In Emilia-Romagna sono presenti numerosi allevamenti avicoli, oltre a centri di imballaggio delle uova, macelli e industrie di trasformazione della carne di pollo. Secondo stime di mercato un quinto della produzione avicola italiana proviene da questa regione. In particolare sul territorio sono presenti 229 allevamenti di galline ovaiole che producono il 21% delle uova italiane, per un totale di 2,7 miliardi unità.

I servizi veterinari delle aziende sanitarie svolgono continui controlli negli allevamenti per verificare  il rispetto delle norme  di legge e del benessere animale.  Normalmente le ispezioni in un’azienda vengono fatte ogni 3-4 anni.

Le galline ovaiole hanno  tratto beneficio dalle normative UE, che hanno vietato le gabbie semplici a favore di gabbie arricchite dotate di posatoi, nidi, lettiere, dispositivi dove grattare le unghie e di spazi per  razzolare.

Il risultato è che il 60% degli allevament  in Emilia Romagna sono in voliera, dove le galline sono libere di muoversi su più livelli e di vivere una vita che permette di esprimere meglio il proprio comportamento, come spiega Giuseppe Diegoli, dirigente veterinario dell’Area sanità veterinaria, igiene alimenti e nutrizione della Ausl di Bologna, in un interessante video di presentazione del dossier dedicato all’argomento sul sito istituzionale della regione Alimenti & Salute.

galline ovaiole
L’Emilia Romagna da sola produce il 21% delle uova nazionali pari a 2,7 miliardi. Nella regione sono presenti anche molti centri di imballaggio.

Secondo i dati ufficiali  solo il 20% delle galline vive in capannoni con l’accesso all’aperto, con una superficie a disposizione di 1,6 metri quadrati a testa. La maggior parte di queste galline (vedi infografica sopra) vive in allevamenti biologici, che offrono il miglior livello di comfort con strutture molto spaziose  sia all’esterno che all’interno, che garantiscono  una qualità di vita migliore. In particolare nell’allevamento biologico non si possono superare i 3000 animali all’interno dello stesso ricovero. Nel 46% dei casi i volatili sono allevati a terra ma all’interno di capannoni senza accesso esterno e  hanno 1,1 metri quadri a disposizione. Nel rimanente 34% dei casi la vita avviene all’interno di gabbie arricchite, con meno di un metro quadrato di spazio (0,75).

Il consumatore può capire da che tipo di allevamento provengono le uova leggendo il codice stampato  sul guscio: 0 = biologico; 1 = all’aperto; 2 = a terra; 3 = in gabbie arricchite. Come si può notare, il numero più alto corrisponde a condizioni peggiori. Zero viene riportato sulle uova degli allevamenti biologici, gli unici dove le galline vengono nutrite con mangimi non convenzionali, vivono alla’aperto.

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Samantha
25 Novembre 2018 12:55

Risulta comunque sempre elevata la percentuale attuale degli allevamenti di galline in gabbia, speriamo si possa cambiare presto

Carolina Bianchi
Carolina Bianchi
1 Dicembre 2018 11:33

Io ‘vorrei’ comprare solo uova da galline allevate all’aperto e biologiche. Se costano di più nn mi importa preferisco mangiare meno ma di maggiore qualità e rispettando la vita degli animali ma purtroppo non capisco una cosa importante…le uova provenienti bio sono sempre all’aperto??? Mi hanno detto di si ma leggendo l’articolo non sembra anzi si capisce il contrario…

Roberto La Pira
Reply to  Carolina Bianchi
1 Dicembre 2018 12:12

Certo le galline bio sono sempre allevate in capannoni con accesso all’aperto

Roberto La Pira
Reply to  Carolina Bianchi
1 Dicembre 2018 12:13

Certo le galline bio sono allevate in capannoni con accesso all’aperto

ezio
ezio
6 Dicembre 2018 12:39

Gira gira, passo dopo passo anche se molto lentamente, la meta è un disciplinare biologico anche per i grandi allevamenti.
Strada lunga per i produttori, ma i consumatori sono già pronti ed in attesa da tempo, disposti anche a pagare la qualità della scelta.

Antonella Turrin
Antonella Turrin
6 Dicembre 2018 16:12

Ma i supermercati che non vendono più uova da allevamenti in gabbia continuano ancora a vendere biscotti. Panettoni maionese e altro che vengono prodotti con uova da allevamento in gabbia

ezio
ezio
Reply to  Antonella Turrin
6 Dicembre 2018 19:38

Dal dilemma se è nato prima l’uovo o la gallina, cominciamo a produrre uova da galline sane e rispettate, poi possibilmente con mangimi bio ed i pulcini con un futuro da polli arrosto nati da galline sane e ben alimentate, potranno diventare ottimi arrosti.
Quando il mercato si arricchisce e valorizza poi si estende a tutti i settori coinvolti, compresi quelli degli ingredienti in altre preparazioni alimentari.
Nel frattempo Antonella può scegliere preparazioni bio, che utilizzano ingredienti biologici rispettosi degli animali e dell’ambiente.
Non me ne vogliano i vegani, che sicuramente non approveranno queste proiezioni, ma in nome della biodiversità tollerino i carnivori minimamente rispettosi degli animali che consumano.
Perché pretendere il tutto subito non si ottiene neanche il poco.

irene
irene
7 Dicembre 2018 08:35

Ho visto il video e ho letto l ‘articolo…Sinceramente si fa un pò di confusione. Si parla di % di allevamenti o di numero di galline ? Direi che sono 2 dati ben diversi. perchè dall’articolo si capisce che ci sono tante galline all’aperto . Sicuramente la situazione è migliorata rispetto ad anni fa , ma i dati sulle “galline felici” sono esagerati a mio avviso. Come x gli allevamenti di altri animali siamo ben lontani .