Barack Obama sembra essere l’unico tra i “grandi” a proccuparsi della malnutrizione nel mondo. Si è concluso a Camp David (USA) l’ultimo vertice del G8[1]. Incidentalmente – oltre a trattare dei guai dell’euro-zona, della recessione e della crescita che non arriva – pare sia stato pure sfiorato il tema della fame nel mondo. Con le solite parole in vano, fatto salvo il concreto impegno del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.

 

«Investire nella piccola agricoltura dei paesi in via di sviluppo contro la fame nel mondo.» È stato l’appello del Presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) Kanayo F. Nwanze, con l’eco del nostro Ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione dell’Italia Andrea Riccardi. «La crescita generata dall’agricoltura riduce la povertà almeno il doppio rispetto alla crescita di altri settori. Ogni dollaro speso nella ricerca agricola ne produce nove in termini di produzione aggiuntiva di cibo nei paesi in via di sviluppo.» Investire negli aiuti rende di più delle speculazioni finanziarie, insomma. E soprattutto – come direbbero quelli dello Occupy D.C. movement – il beneficio è rivolto non al famigerato 1%, ma al restante 99% della popolazione.

 

2 miliardi di persone hanno meno di 2 dollari al giorno, nei Paesi in via di sviluppo, e provano a sostentarsi grazie a 500 milioni di piccole aziende agricole (meno di 10 ettari). «Sono i maggiori produttori di beni alimentari nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, ancora oggi, la maggior parte di loro – bambini, donne e uomini – sono poveri e affamati», concludeva perciò l’appello congiunto di Nwanze e di Riccardi.

 

L’unico leader ad assumere un impegno concreto – 3 miliardi di US $ per affrontare la crisi degli approvvigionamenti alimentari e aumentare la produttività africana in agricoltura – è stato Barack Obama: «è cruciale e urgente focalizzarsi sull’ingiustizia della malnutrizione cronica[2], con la quale si confrontano circa un miliardo di uomini, donne e bambini nel mondo». L’iniziativa mira a sottrarre alla fame almeno 50 milioni di persone in Burkina Faso, Costa d’Avorio, Ghana, Etiopia, Monzambico e Tanzania.

 

L’altra faccia della medaglia – è costituita dal coinvolgimento di “the New Alliance for Food Security and Nutrition”, una cordata di 45 gruppi privati tra i quali Swiss Re, Monsanto e Syngenta. I cui obiettivi potrebbero non coincidere del tutto con quelli del Presidente USA e trasformarsi in grandi opere di agricoltura intensiva, magari in competizione con gli investitori indiani e quelli sauditi tanto abili nella rapina di terre[3].

 

Le Ong avranno il loro daffare nell’esame dei progetti, del loro impatto sulla biodiversità e sui diritti umani, delle prospettive di lungo termine. Affinché gli aiuti possano davvero venire considerati tali, gli interventi siano sostenibili e i benefici restino a disposizione del 99%.

 

Per buona memoria, al G8 dell’Aquila nel 2009 venne assunto l’impegno di destinare agli aiuti internazionali 20 miliardi di dollari nei 3 anni a seguire. D’altra parte in quella stessa sede altri promisero la ricostruzione della città colpita dal terremoto… ma così non avvenne, purtroppo. In occasione di Camp David, Oxfam ha organizzato un’azione dimostrativa davanti alla Casa Bianca[4]. E in vista del prossimo summit che si terrà in Regno Unito, l’organizzazione ONE ha già avviato un “tweet” di massa, all’attenzione di Mr. David Cameron.

 

Dario Dongo

Foto: Photos.com

 

[1] Il G8 è un forum annuale dei governi delle otto principali potenze più industrializzate del mondo: Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada, Russia (dal 1998).

 

[2] La malnutrizione cronica affligge 60 milioni di bambini oggi nella sola Africa, ed è tuttora la prima causa di mortalità infantile (1 su 3). Per saperne di più si si rimanda a questo articolo.

 

[3]“A pensar male si commette peccato ma spesso d’indovina”, recitava un grande vecchio della politica italiana. Sulla rapina delle terre, o land-grabbing, si veda questo articolo.

 

[4] http://www.oxfamitalia.org/eventi/i-leader-del-g8-hanno-smarrito-la-strada

25 Maggio 2012