cordon bleu

bastoncini pesceDopo sei mesi di lavori e 40 audizioni di esponenti scientifici, istituzionali, industriali e del mondo associativo, la commissione parlamentare d’inchiesta dell’Assemblea nazionale francese sull’alimentazione industriale ha pubblicato il proprio rapporto finale. Nel documento si affrontano i problemi legati agli impatti sulla salute, le questioni di trasparenza e le preoccupazioni dei consumatori, l’utilizzo degli additivi e la presenza di cocktail di residui, concludendo con la formulazione di alcune proposte per fronteggiare questi problemi.

Il rapporto riprende la classificazione degli alimenti, denominata NOVA, formulata alla fine degli anni ‘80 da Carlos Monteiro, professore di nutrizione e salute pubblica presso l’Università di San Paolo, e ormai adottata dai nutrizionisti. Gli alimenti vengono raggruppati in quattro categorie, in base al grado di trasformazione a cui vengono sottoposti.

Alla base ci sono gli alimenti poco o per nulla trasformati, sottoposti essenzialmente a trattamenti fisici, che non ne modificano sostanzialmente le proprietà nutrizionali e le modalità di consumo. Fanno parte di questa categoria i prodotti grezzi, come le parti commestibili dei vegetali (semi, frutta, foglie, steli e radici) e degli animali (muscoli, frattaglie, uova e latte), funghi, alghe e acqua.

Al gradino successivo troviamo gli ingredienti utilizzati per cucinare, come olio e zucchero, cioè sostanze estratte dagli alimenti del primo gruppo attraverso trasformazioni fisiche e chimiche (come raffinazione, macinazione ed essiccazione), o elementi provenienti direttamente dalla natura, come il sale.

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Gli alimenti industriali ultra-trasformati contengono additivi e sostanze che non si usano nella cucina casalinga

Il terzo gruppo è costituito dagli alimenti trasformati, prodotti essenzialmente a partire da un alimento grezzo o poco trasformato del primo gruppo, al quale viene aggiunto sale, zucchero o un altro elemento culinario del secondo gruppo, come olio o aceto. La maggior parte degli alimenti trasformati sono costituiti da uno o due ingredienti.

Infine, ci sono gli alimenti ultra-trasformati, cioè quelli prodotti industrialmente, che comprendono sostanze non utilizzate comunemente nella cucina casalinga. In Francia, che non rappresenta un caso particolare tra i paesi industrializzati, gli alimenti industriali costituiscono la metà del cibo consumato dagli adulti, mentre quelli preparati in casa sono un terzo. Tra i bambini, invece, gli alimenti industriali rappresentano più di due terzi di quelli consumati e quelli casalinghi solo un quinto.

Il rapporto evidenzia come il maggior problema sia rappresentato dal fatto che l’alimentazione industriale è molto squilibrata dal punto di vista nutrizionale – in particolare a causa dell’eccesso di sale, grassi e zuccheri – e, dato il ruolo che ha assunto nei modelli di consumo, è causa dell’emergere di malattie croniche: in particolare, diabete, sovrappeso e obesità, cancro. Una situazione che spiega perché la nutrizione sia diventata una priorità negli ultimi anni in Francia, che però sconta gli ostacoli che la regole dell’Unione europea in difesa della libera circolazione delle merci nel mercato unico pongono alle iniziative nazionali.

All’Ue il rapporto rimprovera una politica che privilegia la sicurezza alimentare a scapito della qualità nutrizionale dei prodotti alimentari. Una politica trasversale, composta da un corpus legislativo e regolamentare di oltre cento atti, a cui si aggiungono più di 1.100 misure di attuazione.

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Secondo l’inchiesta parlamentare francese sugli alimenti industriali sarebbe opportuno rendere obbligatorio il Nutri-Score

Di fronte a questa situazione, il rapporto finale della commissione d’inchiesta parlamentare francese avanza 38 proposte da adottare a livello nazionale, pur sapendo che potrebbero trovare ostacoli a Bruxelles, perché in possibile conflitto con le regole del mercato unico. La prima proposta, considerata un prerequisito per qualsiasi politica nutrizionale che voglia essere un po’ ambiziosa, è di rendere obbligatoria l’etichetta nutrizionale semplificata Nutri-Score, adottata come volontaria dal governo francese un anno fa, così come ha fatto in agosto il Belgio. La commissione propone anche di vietare la pubblicità di prodotti alimentari rivolta ai bambini, così come qualsiasi menzione in etichetta che suggerisca la presenza nel prodotto di un ingrediente, che in realtà è presente solo come additivo.

Sempre in merito agli additivi, il rapporto finale chiede di mettere in atto, entro il 2025, una strategia che cambi le pratiche industriali del loro utilizzo negli alimenti trasformati e ultra-elaborati, al fine di utilizzare solo i 48 additivi autorizzati negli alimenti biologici, di cui solo quattro di origine chimica, al posto dei 338 attualmente autorizzati.

La commissione d’inchiesta propone anche la definizione di un programma prioritario di ricerca pubblica in merito agli effetti sulla salute degli alimenti industriali, in particolare di quelli ultra-elaborati, dove l’aggiunta massiccia di additivi e l’effetto cocktail di ingredienti diversi sono sospettati di provocare effetti duraturi sulla salute. Viene proposto anche un piano pluriennale per migliorare la conoscenza sui residui nocivi e sulla presenza di tracce di nanoparticelle negli alimenti trasformati e ultra-trasformati, al fine di attuare dei programmi tecnici per eliminarne la presenza.

A livello europeo, la commissione d’inchiesta francese propone, in applicazione del principio di precauzione, di vietare immediatamente l’uso di additivi controversi e l’importazione di prodotti che li contengono. Questa proposta si accompagna all’osservazione che, in base all’attuale quadro normativo, l’onere della prova della pericolosità di un prodotto è a carico dell’autorità pubblica. Tuttavia, la situazione è che i produttori stanno elaborando nuovi additivi, svolgono i propri studi sulla sicurezza, presentano dei dossier alle autorità pubbliche che, però, non hanno i mezzi per fare una contro-valutazione di tutti i risultati. 

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ezio
ezio
7 Novembre 2018 11:10

Molto condivisibile lo studio e le richieste formulate di regolamentazione degli ingredienti ed additivi negli alimenti.
Se le istituzioni francesi accetteranno questo approccio e lo renderanno legge, potrebbe essere un buon viatico per estenderlo in tutta la comunità europea ormai matura per queste scelte.