Via la plastica dalle confezioni multiple di lattine di Coca-Cola in Europa. La multinazionale di Atlanta sta per lanciare sul mercato europeo un nuovo packaging ‘minimalista’ in cartone, chiamato KeelClip™: si tratta di un sistema costituito da una copertura superiore che si aggancia alle lattine (‘clip’) e una parte centrale che stabilizza tutta la confezione, come la chiglia di un’imbarcazione (in inglese ‘keel’, appunto).

La novità sarà introdotta nei primi mesi del 2020 a partire da Irlanda, Paesi Bassi e Polonia, seguiti da Austria, Italia, Svizzera e Romania nel corso dello stesso anno. Entro la fine del 2021 sul territorio europeo si troveranno solo multipack da quattro e otto lattine imballati con il nuovo sistema KeelClip™, mentre quelli più grandi utilizzeranno un altro tipo di packaging, ma sempre in cartone.

“Il nuovo imballaggio – si legge nell’annuncio di Coca-Cola – non solo sostituisce la plastica, ma minimizza anche la quantità di cartone necessario”, e permetterà di evitare l’immissione sul mercato di 2 mila tonnellate di plastica l’anno, pari a 3 mila tonnellate di CO2.

Cambiamenti di questo genere si registrano ogni giorno tra le grandi e piccole aziende. La stessa Coca-Cola, che produce lo stratosferico numero di 100 miliardi di bottiglie l’anno, nel 2017 si era impegnata a utilizzare il 50% di plastica riciclata, il cosiddetto rPET, per le bottiglie entro il 2020, mentre nel 2018 aveva annunciato l’intenzione di vendere solo confezioni riciclabili al 100% entro il 2025. Chissà a che punto siamo…

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Alberto
Alberto
2 Dicembre 2019 15:07

Sono contento che Coca Cola abbia deciso di modificare gli imballi delle sue lattine, introducendo l’uso della cartoncino.

Spiace invece non riscontrare la stessa tendenza in Ferrero che, oltre ad impiegare l’olio di palma in tutti suoi prodotti, utilizza quasi esclusivamente imballi di plastica per le confezioni.

L’esempio più eclatante è quello degli ovetti con sorpresa e dei famigerati Kinder Merendero. Persino i recentissimi Nutella Bisquits sono contenuti in buste di plastica spessa. Certamente per preservarne le meravigliose qualità organolettiche!

Ma io dico: è mai possibile che qualsiasi cosa Ferrero metta sul mercato, deve sempre agire in modo contrario ai principi ambientalisti?

Grazie

Massimo
Massimo
Reply to  Alberto
12 Dicembre 2019 09:23

Buongiorno,

mi permetto di risponderle in quanto titolare di una ditta produttrice di imballaggi in plastica.
Il raffronto che lei fà tra le due realtà (coca-cola e prodotti Ferrero) non é pertinente:
Innanzitutto il cartoncino utilizzato da Cocacola è un imballaggio secondario e cioè non è l’imballaggio a diretto contatto con l’alimento (lattina in alluminio) ma un mezzo che consente di tenere unite le 4 lattine.
Per imballaggio primario (e qui entra in gioco il suo raffronto con i prodotti di Ferrero) ha lo scopo di garantire L’igienicità e la conservazione dell’alimento, nonché preservarne le caratteristiche organolettiche.
Ora queste caratteristiche, che variano dal tipo di alimento da confezionare , attualmente sono garantite solo da prodotti multistrato in polimeri plastici. Si stanno studiando materiali alternativi “ecologici” ma al momento hanno dato scarsi risultati o sono impiegabili per un campo limitato di alimenti e/o garantiscono un limitatissimo periodo di self life.
Mi creda che il problema é molto sentito nel ridurre l’impatto della plastica nel confezionamento dei prodotti alimentari, ma non è facilmente risolvibile dall’oggi al domani.

Alberto
Alberto
2 Dicembre 2019 15:16

Tra l’altro mi chiedo, specie in periodi come questo, in cui Ferrero impiega tutti i suoi sforzi per inondare gli scaffali dei supermercati con confezioni natalizie di Nutella, di ovetti Kinder e di altri suoi cioccolatini di tutte le fogge, per essere appesi all’albero o per altri scopi (e la cosa si ripete per la Befana, per Pasqua, per la festa della mamma, quella del papà ecc. ecc.): ma che fine faranno le confezioni scadute di questi ovetti, dei Kinder Merendero ecc. ecc. ?

Saranno correttamente smaltiti nella pattumiera, separando la plastica dal cioccolato o comunque dai materiali biodegradabili, o finirà tutto in un unico calderone?

Grazie.

Giorgio
Giorgio
5 Dicembre 2019 12:29

E figurati se non c’era subito un benaltrista pronto a gettare fango su una delle poche realtà etiche e attive italiane, da sempre all’avanguardia sul piano ambientalista, attaccandosi alle confezioni di prodotti fragili e deperibilii e alla vecchia e scontata bufala dell’olio di palma. Ovviamente che le confezioni di prodotti dolciari debbamo essere differenti dagli imballi da trasporto delle bibite è un concetto troppo astruso.

Alberto
Alberto
Reply to  Giorgio
6 Dicembre 2019 01:02

Sarò benaltrista, ma non capisco perchè, per dei biscotti come i Nutella Biscuits, non si possa utilizzare un incarto biodegradabile di materiale cartaceo.
Se Ferrero, come sostiene il Sig. Giorgio, è davvero all’avanguardia sul piano ambientalista, perchè, invece di inondare gli scaffali di plastica, non opta per confezioni più ecologiche?
I Baiocchi di Barilla sono confezionati in buste di carta, ad esempio.