Castagne d'IndiaOgni autunno ospedali e centri antiveleni accolgono persone con intossicazioni da castagne d’India, frutti dell’ippocastano o Aesculus hippocastanum, non commestibili e responsabili di sintomi gastrointestinali e infiammazioni del cavo orale. Queste castagne, chiamate anche “matte”, vengono talvolta scambiate per castagne commestibili, cioè per i frutti del castagno europeo o Castanea sativa. Per informare e prevenire le intossicazioni, l’Agenzia per la sicurezza alimentare francese (Anses) ha pubblicato una piccola guida, che parte da uno studio condotto dalla stessa  agenzia. Il report sostiene che le castagne matte rappresentano il 12% di tutti i casi di intossicazioni segnalate tra il 2012 e il 2018 , seconde solo alle piante con bulbo (12%).

La prima indicazione da tenere a mente riguarda l’aspetto, perché i due tipi sono piuttosto diversi. Le castagne d’India sono più voluminose, sferiche, lucide, e ogni guscio ne contiene una sola. Quest’ultimo è di colore verde acceso, e ha poche spine grandi.

Castagne d'India Castagne dIndia matte
Le castagne d’India sono più voluminose, sferiche, lucide, e ogni guscio ne contiene una sola. Quest’ultimo è verde acceso, e ha poche spine grandi

Al contrario, le castagne da mangiare sono più piccole, appiattite e triangolari, non di rado percorse da righe verticali e quasi sempre presenti in più di una in un solo guscio (di solito 2-3). Il quale, a sua volta, che è protetto da molte spine sottili e, quando cade, è di colore biondo-marrone.

Castagne d'India
Le castagne da mangiare sono più piccole, il guscio è molto spinoso è di colore marrone chiaro e ne contiene 2 o 3

Un altro elemento che aiuta a distinguere è l’albero: gli ippocastani sono tipicamente presenti nei viali delle città e nei parchi urbani, mentre i castagni europei si trovano per lo più nei boschi e nelle aree non urbanizzate. Anche le foglie sono molto diverse: composite a formare una sorta di foglia palmata quelle dell’ippocastano, singole, più piccole e seghettate quelle del castagno.

Per essere pronti in casi di intossicazione, l’Agenzia consiglia poi di fotografare i frutti mangiati e gli alberi dai quali sono caduti, in modo da poter eventualmente riconoscere subito che cosa è stato ingerito, e di rivolgersi subito a un ospedale o a un centri antiveleni in caso di necessità.

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Bernardo
Bernardo
19 Ottobre 2019 09:50

Sembra quasi uno scherzo, mi chiedo se non dipenda dal fatto che gli adulti di ora andassero a passeggio da bimbi con giovani bambinaie cittadine invece che con anziani nonni accorti.