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Greenpeace ha lanciato una campagna per chiedere al Governo italiano e alla Commissione Europea di prendere efficaci e rapidi provvedimenti per tutelare la salute delle api. Il ruolo di questi insetti è fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi ma anche per la produzione alimentare e quindi per l’economia. L’84% delle specie coltivate nell’Unione Europea dipendono dall’impollinazione degli insetti, come ad esempio mele, fragole, pomodori e mandorle.

Dagli anni ’90 si è notato un preoccupante declino delle api, che purtroppo non si è ancora arrestato. I fattori indicati dagli esperti sono molteplici, e agiscono singolarmente o in combinazione fra loro. Fra i più importanti l’uso di pesticidi, la perdita di habitat naturali, malattie e parassiti e i cambiamenti climatici.

api 475467613Tra i pericoli diretti ci sono alcuni pesticidi chimici, in particolare i neonicotinoidi. L’Unione Europea nel 2018 ha messo al bando tre insetticidi di questa categoria, l’imidacloprid e il clothianidin della Bayer e il tiamethoxam della Syngenta. Ma è ancora consentito l’uso di altri neonicotinoidi come acetamiprid e altre sostanze quali sulfoxaflor, flupyradifurone, cipermetrina, deltametrina e clorpirifos.
L’eliminazione di queste sostanze sarebbe il primo e più efficace passo da adottare per difendere gli impollinatori.

La richiesta di Greenpeace alle istituzioni si articola in tre punti chiave:
– bandire l’uso di tutti i pesticidi dannosi per le api e gli altri insetti impollinatori
– applicare rigidi standard per la valutazione dei rischi da pesticidi
– aumentare i finanziamenti per la ricerca, lo sviluppo e l’applicazione di pratiche agricole ecologiche

Per sostenere la campagna si può firmare la petizione qui.

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Giovanni
Giovanni
21 Luglio 2020 11:56

Le api non sono in declino né in Italia né nel resto del mondo, basti guardare i dati FAO. Che soffrano di molte malattie aggressive e parassiti è vero, ma c’è un ricambio che ogni anno supera le perdite. Attribuire i problemi delle api agli agrofarmaci è sport molto diffuso ma i fatti sono che oggi si usano molecole molto meno tossiche, più selettive ed in quantità minori rispetto ad alcuni decenni fa. L’articolo riporta quanto scritto nella petizione che contiene errori e non è aggiornata. Ridicolo chiedere il bando di molecole già revocate, come thiacloprid e clorpirifos. Sciocco definire neonicotinoidi molecole che tali non sono, ad esempio flupyradifurone (ma sì, fa più scena, il termine neonicotinoide è diventato uno spauracchio anche se in questa famiglia ci sono molecole tossiche per le api – già bandite – e altre che lo sono molto meno). Mi sorprende come Il fatto alimentare dia voce a fake o cattiva informazione di Greenpeace mentre al contrario si distingue dal pensiero corrente per fare emergere le falsità ad esempio sui grani di importazione.

gianni
gianni
21 Luglio 2020 20:31

Ciò che è bene o male da un pò di tempo non stà più racchiuso preziosamente nel bugiardino di nessuna sostanza pesticida ,secondo i produttori le cose sono sempre paradisiache basta rispettare le istruzioni e tutto dovrebbe essere a posto nel rispetto dei criteri che sono naturalmente sempre in ritardo rispetto alle ultime novità commercializzate.
E’ uno schema sempre valido ma quando gli studi sono indipendenti dal produttore qualche problema salta fuori.
Possiamo vederla anche così , sono le api ad essere colpevoli di posarsi su vegetali trattati con prodotti diversi , che si potenziano fra di loro con l’effetto che vediamo , allora dovremo dire agli insetti di stare attenti……..

https://magazine.unibo.it/archivio/2019/12/10/declino-delle-api-e-uso-dei-pesticidi-per-una-migliore-valutazione-del-rischio-ambientale

Se non piace la parola di greenpeace ci sono altre testimonianze neutrali che più diplomaticamente evidenziano lacune nei regolamenti e pericoli nelle combinazioni inevitabili tra prodotti diversi.

Tony
Tony
14 Agosto 2020 22:16

I arricchimento di pochi al costo della salute di tutti.