il fatto alimentareA maggio di dieci anni fa vedeva la luce la prima pagina de Ilfattoalimentare.it con l’intento di diventare un quotidiano online caratterizzato da inchieste e servizi focalizzati su tematiche riguardanti la sicurezza alimentare, le etichette, la nutrizione, l’analisi dei prodotti oltre ad approfondimenti su prezzi, consumi, legislazione… Oltre a questi articoli, il sito aveva una sezione sui documenti elaborati dalle agenzie per la sicurezza alimentare europee e straniere (Efsa, Fda, Anses…) e italiane (Istituto superiore di sanità, Crea…). La questione pubblicitaria è trattata rilanciando le sentenze dell’Antitrust, del Giurì di autodisciplina e di altri organismi europei. A distanza di così tanto tempo gli argomenti si sono moltiplicati e si sono aggiunti i temi collegati alle problematiche nutrizionali degli italiani e le allerta alimentari con l’elenco dei prodotti ritirati dagli scaffali dei supermercati.

Se all’inizio le visualizzazioni di pagina erano poche decine di migliaia, l’anno scorso abbiamo sfiorato la soglia dei 16 milioni. Si tratta di un risultato importante per un sito indipendente che non accetta pubblicità di catene di fast-food, marchi di acqua minerale, merendine, snack, bibite zuccherate e prodotti dimagranti. La redazione è composta da giornaliste, giornalisti ed esperti di vari settori (avvocati specializzati in diritto alimentare, nutrizionisti, docenti universitari, ricercatori…), alcuni dei quali collaborano in modo volontario.

Il Fatto Alimentare non ha un editore e non ha mai ricevuto finanziamenti pubblici. Il nome è stato scelto perché per noi il cibo è il prodotto di una filiera alimentare che inizia nei campi, prosegue nell’industria per poi spaziare nel commercio al dettaglio, nella pubblicità, nel packaging. Tutti questi aspetti rappresentano “il fatto alimentare”. Il sito da qualche anno riceve anche donazioni dei lettori che coprono il 10-15% delle spese. In questo modo è possibile mantenere l’accesso gratuito a oltre mille articoli e notizie pubblicate ogni anno. Sin dall’inizio per realizzare il progetto abbiamo proposto alle aziende di inserire banner pubblicitari. In questi anni hanno aderito alla proposta diverse realtà sia industriali sia della distribuzione: Esselunga, Coop, Conad, Granarolo, Bauli, Novi Elah-Dufour, Granoro, Monini, Amadori, Divella, La Molisana, Garofalo, Novamont, Mutti, Findus… e molti altri. Gli inserzionisti che sostengono il sito rispettano la nostra professionalità e non intervengono nella linea editoriale.

In dieci anni Il Fatto Alimentare si è reso protagonista di diverse campagne contro le fake news, come nel caso del concentrato di pomodoro cinese o del grano canadese contaminato. Abbiamo inaugurato una rubrica che segnala quotidianamente i prodotti ritirati dal mercato dalle aziende alimentari. All’inizio individuare questi alimenti era difficile e il lavoro veniva fatto attraverso segnalazioni poi, finalmente, anche in seguito alla nostra petizione, il ministro della Salute nel 2017 con oltre 13 anni di ritardo, decide di pubblicare in rete le informazioni che arrivano dalle realtà  territoriali e di informare i cittadini aggiungendo la pagina dei richiami sul proprio sito. Se all’inizio i prodotti ritirati erano pochi, progressivamente il numero è cresciuto e nel 2018 abbiamo pubblicato oltre 120 allerta riguardanti 200 prodotti.

Il Fatto Alimentare ha portato avanti anche altre iniziative, la più importante riguarda la raccolta firme contro l’impiego dell’olio di palma nei prodotti alimentari avviata nel 2014. La questione si risolve un anno dopo con la decisione di molte aziende di sostituire l’olio di palma utilizzato nella stragrande maggioranza degli alimenti e di sostituirlo con alternative più sane e più sostenibili. Nel novembre 2019 abbiamo lanciato una raccolta firme per chiedere l’adozione di una sugar tax del 20% sulle bevande zuccherate, a cui hanno aderito oltre 300 tra nutrizionisti, medici, ricercatori e biologi. Anche sull’etichetta a semaforo il sito ha portato avanti una raccolta firme insieme a altre realtà europee. L’inchiesta più recente riguarda lo scandalo di Prosciuttopoli, definito dal rapporto sulle frodi alimentari 2018 del Mipaaf come il più grave negli ultimi anni. Si tratta di oltre 3 milioni di falsi prosciutti di Parma e San Daniele  ottenuti con maiali di genetica Danese non riconosciuti dal disciplinare.

Sono passati dieci anni dall’esordio e il sito oggi è considerato da molti lettori e addetti ai lavori un riferimento. In questo periodo abbiamo superato diverse difficoltà, ma vogliamo continuare con impegno convinti di svolgere un ruolo nel mondo dell’informazione alimentare, troppo spesso influenzata da lobby e gruppi di pressione. Un ringraziamento particolare va a tutti i lettori e le lettrici che in questi dieci anni hanno contribuito con lettere, commenti, segnalazioni e donazioni alla nostra rivista.

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Paoblog
18 Maggio 2020 16:12

Già 10 anni? Il tempo vola veramente …

Buon compleanno e continuate così…

lidia
lidia
18 Maggio 2020 19:43

Auguri e ancora 10 e 10 e 10 e …. anni di buon servizio a noi cittadini. Grazie direttore, redazione e collaboratori tutti

Massimo
Massimo
19 Maggio 2020 12:21

Complimenti, è un bel traguardo! Spero continuiate così per molti anni ancora, siete il punto di riferimento per moltissima gente.