Mozzarella MukkiA Firenze una ragazza ha denunciato alla stazione dei carabinieri di Campo di Marte, il ritrovamento di due aghi da cucito in una mozzarella acquistata in un supermercato della zona. La mozzarella segnalata riporta sulla confezione il marchio Mukki (di proprietà della  Centrale del latte della Toscana). La centrale del latte in una nota fa sapere che la mozzarella sotto accusa fa parte di un lotto di 1920 pezzi da 125 g, ed è prodotta da un’azienda accreditata di Piacenza la Valcolatte.  L’azienda ha comunicato che sulla base di una richiesta degli organismi di controllo a scopo precauzionale al fine di rassicurare i consumatori, ha effettuato  il ritiro dal mercato del prodotto “Mozzarella Mukki da 125 g con scadenza 29/06/2018”.

Valcolatte in una dichiarazione rilasciata a Il Fatto Alimentare precisa che “non sussisterebbero possibilità affinché un oggetto così estraneo alla filiera della mozzarella possa finire dentro ad una confezione“. Mukki è comunque in contatto con Nas dei Carabinieri e Asl, per collaborare al fine di un chiarimento  il più possibile veloce e approfondito. Vi terremo aggiornati.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore.

I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

© Riproduzione riservata

[sostieni]

 

 

0 0 voti
Vota
3 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Simone
Simone
22 Giugno 2018 12:00

Immagino sia stato effettuato il richiamo, spero non solo il ritiro dal mercato, che sono due cose distinte. Secondariamente non è che se il corpo estraneo è alieno alla filiera ciò non possa accadere. Il sabotaggio interno è un pericolo che le aziende devono contemplare e cercare di prevenire. Se non altro costituendo uno schema di gestione sulla base d.lgs 231/01.

HAL
HAL
23 Giugno 2018 16:16

Se effettivamente questa ragazza ha trovato degli aghi nella mozzarella (e francamente non vedo perché dovrebbe mentire al riguardo), allora l’azienda dovrebbe assolutamente aprire un’indagine interna percé evidentemente si ritrovano un dipendente scontento e pericoloso tra le mani…

Max
Max
25 Giugno 2018 08:39

Occorrerebbe sapere se ci sono altre confezioni contenenti aghi, in assenza di altre confezioni molti quesiti mi vengono.
A) non è possibile infilare aghi in una confezione dall’esterno perchè si forerebbe e perderebbe il liquido di conserva.
B) se il sistema di produzione è presente il rivelatore raggi X o magnetico ( ormai obbligatori) diventa difficile che due aghi scappino al controllo. Il detector però può essere presente, ma non attivo.
C) non so se esista una registrazione giornaliera dei prodotti scartati, ma sarebbe utile per valutare il trend
D) per quale motivo dovrebbero essere presenti aghi da cucito in produzione? solo per un eventuale sabotaggio.
E) Se invece è solo quella confezione incriminata ,peraltro già aperta, il pensiero ad una possibile “truffa” non posso non farlo, visto che ad un mio cliente è capitato una cosa simile: richiesta di risarcimento in cambio del tacere alla stampa; poi non si sono accordati ed è finito sui giornali. Si è concluso con la condanna del denunciante il corpo estraneo. ( stranamente anche quel caso era in prossimità di ferie estive).

Giustissimo il ritiroe/o richiamo precauzionale, ma se possibile controllare con detector tutte le confezioni disponibili dopo il ritiro per capire.

«A pensar male si fa peccato ma spesso si indovina».