Angela insegna da 30 anni in una scuola elementare di Milanoa tempo pieno, dove i bambini mangiano tutti i giorni a scuola un pasto servito da Milano Ristorazione.  Dal mese di ottobre tiene ogni settimana un diario non ufficiale e non autorizzato, su cosa viene servito a tavola e su come reagiscono i bambini.

Questi appunti sono una testimonianza, un invito a condividere e commentare momenti che ogni giorno coinvolgono decine di migliaia di persone.

 

 

Lunedì 29 ottobre
Risi e bisi alla veronese (minestra con riso e piselli), buona, la maggioranza ha gradito e qualcuno ha fatto anche il bis.
Stracchino con carote crude, discreto. Non sono molti quelli che si rifiutano di mangiarlo. Le carote piacciono.
Mela dolce e sempre gradita soprattutto perché viene tagliata (da noi insegnanti) a spicchi con il tagliamela, quindi un assaggio non lo rifiuta quasi nessuno.
 
 

Martedì 30 ottobre
Ravioli in bianco con salvia, buoni. Molti fanno il bis.
Merluzzo alla livornese, cotto con un po’ di pomodoro piace di più che in bianco, discreto.
Purè: buono e gradito dalla maggioranza
Mela: buona
 
 

Mercoledì 31 ottobre   

Panini portati da casa a causa di un assemblea sindacale del personale di cucina.
Per i ragazzi è come partecipare ad un pic-nic. I panini sono graditissimi e vengono mangiati molto volentieri. La maggioranza dei panini è imbottita con prosciutto cotto o formaggio, o comunque con salumi. Molti invece del panino usano le fette di pancarrè.

Alcuni portano il panino imbottito con  una cotoletta, uno solo con i wurstel. Il numero di paniniper ogni bambino varia da due a tre. Pochi portano insalata o carote crude.
Da bere la maggioranza porta l’acqua, qualcuno il succo di frutta  o il the.
Molti concludono il pasto  con  una merendina  confezionata. Non tutti portano la frutta.

 

Giovedì 1 novembre  e Venerdì 2 novembre la scuola è chiusa 

Angela

 

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Il blog della bimba scozzese Martha Payne che fotografa i pasti della mensa scolastica è salvo. La rete si mobilita a favore dei più piccoli

 



1 Novembre 2012
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claudio
claudio
2 Novembre 2012 08:00

Tra poco e grazie all’effetto dell’art 62 chi fornisce il servizio mensa alla scuola chiudera’ e, ovviamente, nessuno prendera’ il suo posto quindi tutti mangeranno come il 31 ottobre…….fine del diario

Enzo
Enzo
3 Novembre 2012 10:53

basterebbe fare cose sane ed equilibrate utilizzando strumenti innovativi tipo SafeLabel

Andrea Ghiselli
Andrea Ghiselli
4 Novembre 2012 18:29

L’impegno del Ministero della Salute, dei professionisti che elaborano le mense, di tutti coloro che concorrono a determinare le grammature idonee alla copertura dei fabbisogni di determinate fasce di età crollano di fronte al "bis"…tutti noi abbiamo lavorato invano se non si impedisce che un bambino prenda il doppio della pasta o che baratti col suo compagno lo yogurt contro gli gnocchi…le carote contro le polpette e altri scempi simili che avvengono spesso.

Roberto La Pira
Roberto La Pira
4 Novembre 2012 22:13

Ghiselli, questo è il diario di una maestra e il bis è sempre esistito. Le grammature ufficiali esistono ma si scontrano con la realtà quotidiana, dove il bis si affianca al rifiuto del cibo che nelle mense scolastiche raggiunge livelli spaventosi, come abbiamo scritto più volte in questo sito. Sono due facce della stessa medaglia.

Lorenzo M Donini
Lorenzo M Donini
11 Novembre 2012 16:32

Concordo con Andrea e dissento da Roberto
La ristorazione collettiva (scolastica. aziendale, sanitaria) nasce per assicurare una corretta alimentazione ed oggi può contribuire ad una buona educazione alimentare.
In una fase storica in cui da decenni nessun bambino muore più di fame potremmo tornare (come si faceva non più di due generazioni fa) a pensare che "il mi piace" ed il "non mi piace" forse hanno poco senso dal punto di vista nutrizionale.
Non fosse altro perché incominciamo ad avere tanti bambini che a 10 anni, anche grazie al fatto che lasciamo fare loro quello che vogliono dal punto di vista alimentare, sono obesi con patologie (ipertensione arteriosa, insulinoresistenza, steatosi epatica, …) che eravamo abitauti a vedere oltre i 40 aanni