T-Veg vegetariano
Reginaldo è il tirannosauro vegetariano che alla carne preferisce le verdure

Un T-Rex vegetariano? Sembra impossibile, eppure è questa l’idea alla base del libro per bambini T-Veg, La storia di un dinosauro – edito da ElectaKids – che alla carne preferisce le torte di carote, gli spinaci, la frutta e altri ortaggi. Il libro dell’autrice indiana Smriti Prasadam-Halls e illustrato da Katherina Manomesso, ha disegni accattivanti e colorati che richiamano il mondo variopinto della frutta e della verdura. I testi sono semplici, chiari e raccontano in poche frasi una storia particolare e diversa.

Dedicato ai bambini alle prese con i primi approcci con la lettura e a quelli che non sanno leggere e che si affidano ai genitori, la storia narra di un T-rex – Reginaldo del tutto simile agli altri che ruggisce, corre e hai denti aguzzi. Il protagonista della storia si sente escluso dalla famiglia e dagli amici perché invece di divorare carne e bistecche ama solo frutta e verdura. Sentendosi incompreso decide di andarsene di casa. Il libro si conclude nel migliore dei modi possibile: la famiglia capisce che Reginaldo è forte e in gamba proprio come gli altri tirannosauri  e che non ha  senso deriderlo per ciò che mangia.

t-veg libro bambini smriti prasadam halls manolessou
Il libro vuole veicolare l’accettazione di sé stessi e degli altri

Il libro adotta uno stratagemma, quello della diversità, per trasmettere due concetti: in primo luogo l’accettazione di sé stessi e degli altri, nel rispetto delle proprie differenze. Inoltre fa passare il messaggio che frutta e verdure siano buone, appetitose e salutari, stimolando la voglia di mangiarle, spesso carente nei bambini. Il punto critico risiede nella forzatura: innanzitutto dal punto di vista scientifico essere carnivori o erbivori non è una scelta, ma un dato di fatto biologico per il tirannosauro. Gli esseri umani possono scegliere se optare per una dieta vegetariana, vegana od onnivora in base a motivi etici, di benessere o di sostenibilità, mentre gli altri animali no. La scelta spetta più ai genitori che non ai bambini, che raramente scelgono come nutrirsi: pur potendo esprimere le loro preferenze, sono solitamente gli adulti a stabilire i pasti. Si tratta quindi di un libro che se da un lato può fare riscoprire il gusto di frutta e verdura, dall’altro rischia di essere troppo rigido, proprio perché orientato verso una precisa scelta alimentare, presa dai genitori. Resta comunque uno strumento perfetto per tutti affinché ogni diversità sia considerata la norma.

T-Veg, Storia di un dinosauro vegetariano, Smriti Prasadam-Halls, illustrazioni di Katherina Manolessou, Mondadori Electa (collana ElectaKids), 32 pagine, Milano, 2015, 14,90 euro.

© Riproduzione riservata

sostieniProva2Le donazioni si possono fare:

* Con Carta di credito (attraverso PayPal): clicca qui

* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264

 indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare

0 0 voti
Vota
2 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Amaranta
Amaranta
15 Febbraio 2016 21:06

Forzatura “dal punto di vista scientifico”? Ma è un libro per bambini!

Davide Amato
Davide Amato
26 Febbraio 2016 10:45

Anche io penso che, con la scusa di insegnare ad accettare il diverso, questo libro punti al proselitismo di quella che è, a conti fatti, una religione abbastanza intollerante.
tutto dipende, dal finale comunque. Se tutta la famiglia si converte, allora è un libro che andrebbe VIETATO. Se alla fine invece il tirannosauro mangia insieme agli altri ed accetta di essere lui ad aver fatto una scelta diversa allora è di gran lunga più bello e tollerabile.
In ogni caso, i dinosauri carnivori vengono dipinti come i cattivi che lo costringono a scappare da casa, e ciò è ovviamente una presa di posizione.
La dieta vegana è adatta al singolo individuo consapevole. Che una madre riesca a cucinare per tutta la famiglia le giuste cose e le giuste quantità per non avere sbilanciamenti e senza ricorrere agli integratori, considerando anche che i bambini non mangiano quanto noi e hanno fabbisogni completamente diversi dall’adulto, la vedo una cosa assai difficile e poco sostenibile.
Detto questo, l’imposizione di una dieta che, se non sbagliata, possiamo definire PERICOLOSA, è un problema REALE! Genitori coi paraocchi costringono i figli a campare con sole mele e frutta, oppure senza dar loro mai latte nè latticini. (da notare che una dieta vegetariana è di gran lunga più sostenibile e io mi riferisco agli estremismi sempre più in voga).
Per questo credo che le aziende che campano sul veg non dovrebbero puntare sui bambini e sulla loro salute, così come non devono farlo le aziende che producono dolci e bibite!
I BAMBINI VANNO TUTELATI.

Infine, una piccola nota. Per anni abbiamo cercato di capire l’agricoltura e nonostante ci sembri una cosa da sempliciotti, beh, abbiamo capito solo di aver sempre sbagliato e di non saperne proprio nulla. Di una cosa stiamo però diventando certi e cioè che un ciclo aziendale sostebile è un ciclo chiuso, in cui si riducono gli input esterni e si riutilizza l’interno. In questo ciclo DEVONO rientrare autotrofi, eterotrofi e saprofiti, ad imitazione del ciclo naturale. Ciò significa che un’azienda BIO (veramente BIO) non può mancare del comparto zootecnico, tramite il quale ricicla gli scarti e rifertilizza il suolo!